Associazione
La Casa
(Arezzo)
Via
Veneto 205 - 50200 Arezzo
tel.
0575-356244 - e-mail: vascomari@libero.it
Contesto
locale
Arezzo
è una città medio-piccola del centro Italia. I
flussi migratori sono divenuti rilevanti a partire dagli anni
'90, ma solo nel 1995 è iniziata l'emergenza abitativa
per gli immigrati residenti nella città. Inizialmente
infatti, l'immigrazione era prevalentemente femminile e inserita
nel settore del lavoro domestico: le donne collocate in questo
ambito lavorativo solevano risiedere presso la famiglia per
la quale lavoravano. Poi l'aumento dei ricongiungimenti familiari
ha aumentato la fascia di immigrazione stabile contribuendo
ad accrescere l'esigenza di interventi di inserimento abitativo.
Quando e come è nata l'esperienza
Sul
piano dell'accoglienza esistono sul territorio comunale quattro
Centri di accoglienza costituiti da organizzazioni di volontariato
e convenzionati con il Comune. Ma l'esigenza di favorire l'autonomia
abitativa degli immigrati residenziali ha indotto il Comune
di Arezzo nel 1997 ad utilizzare i fondi regionali stanziati
per la costituzione di agenzie "sociali" miranti a favorire
l'inserimento abitativo per gli immigrati. L'ente locale ha
promosso così la costituzione dell’Associazione La
Casa. La costituzione formale dell'Associazione e la preparazione
di materiali di promozione hanno richiesto un anno di tempo.
Particolarmente impegnativo è risultato l'avvio di contatti
con le agenzie immobiliari presenti sul territorio. Ma le attività
di pressione, sostenute dalle istituzioni locali, e l'interesse
economico delle agenzie a collocare in affitto alloggi situati
in zone periferiche e in condizioni non ottimali, rifiutati
dagli italiani, hanno permesso all'Associazione di instaurare
un rapporto di fiducia e di avviare il servizio decollato nel
1998.
Soggetti
promotori
L'Associazione
ha riunito diversi soggetti presenti sul territorio:
le sedi
locali della Cgil
del
Sunia
dell'ArciCasa
2 Associazioni
di immigrati (Donne insieme e ACIAP).
Fonti
di finanziamento
I fondi
di finanziamento sono di provenienza regionale e provinciale:
la Regione ha messo a disposizione un fondo di rotazione di
50 milioni finalizzato al pagamento dell'anticipo della caparra
nei casi in cui gli stranieri non potessero provvedervi direttamente.
La rotazione del fondo regionale viene garantita attraverso
un accordo tra Associazione e affittuario che prevede un piano
di recupero del contributo a piccole rate, fino a un massimo
di 18 mesi.
L'aumento
della domanda di alloggi, in un contesto in cui l'85% dei cittadini
italiani residenti ha la casa di proprietà e l'edilizia
pubblica è inesistente, ha reso però in breve
tempo insufficiente il fondo di rotazione a disposizione.
Tipologia
del personale coinvolto
Un fondo
di gestione della Provincia ha permesso di pagare la collaborazione
di una persona del Sunia che cura la consulenza legale alla
stipula del contratto. Ma fondamentale per il funzionamento
del servizio è il contributo di operatori che lavorano
a livello volontario.
Tipologia
dei servizi offerti
Un servizio
di informazione, orientamento e intermediazione per garantire
l'accesso degli immigrati all'alloggio con l'obiettivo di creare
un servizio mirante a favorire l'incontro tra domanda e offerta
sul mercato privato della casa. Nel 2000 l'agenzia ha però
svolto quasi esclusivamente attività di intermediazione
tra immigrati e proprietari, senza poter mettere a disposizione
un contributo del fondo per l'anticipo della caparra. In altri
casi l'Associazione stipula il contratto di affitto e poi subaffitta
all'immigrato.
Progetti
in fase di elaborazione
Per
far fronte all'aumento della domanda di alloggi, l'Associazione
sta studiando un progetto che prevede la ristrutturazione di
immobili pubblici in disuso da riaffittare a canoni sociali
sia agli immigrati che alle famiglie italiane in difficoltà.
Il progetto dovrebbe coinvolgere Cooperative edilizie, Confartigianato
e Enti locali che dovrebbero finanziare le spese di ristrutturazione.
Nella
zona c'è già un'esperienza precedente: nel comune
di Foiano un imprenditore, in collaborazione con il Comune di
Arezzo e l'Ong Ucodep-Movimondo, ha stipulato un accordo che
prevede la ristrutturazione dei vecchi macelli e la loro collocazione
in affitto a canoni sociali.
Nell'ultimo
anno l'Associazione ha registrato anche l'aumento della domanda
di compravendita: diverse famiglie il cui progetto migratorio
è ormai stanziale e che possono contare su un reddito
regolare, desiderano acquistare la casa. Il problema che si
pone è quello dell'accesso al credito. L'associazione
sta cercando di intervenire su questo piano: ha preso contatti
con Banca Etica e con Federimpresa per costituire un fondo di
garanzia che faciliti il rapporto con gli istituti bancari.
Numero
di utenti che hanno usufruito dei servizi
In 3
anni di attività sono state inserite 100 persone in case
in affitto: di queste, solo 3 non hanno restituito il contributo
erogato.
Modalità
di accesso ai servizi:
Permesso
di soggiorno con una validità minima di 2 anni.
Busta
paga (o modello 730 della dichiarazione dei redditi).