Gli immigrati
costituiscono oggi la parte più consistente dell'esclusione
abitativa. Il primo dato da rilevare riguarda i limiti delle politiche
abitative generali, che nel tempo hanno favorito una debolezza
strutturale sia sul piano quantitativo che qualitativo. D'altra
parte la cultura introdotta dalla legge Martelli, che ha istituito
i primi centri di accoglienza, è stata ispirata al modello
degli alberghi popolari e dei dormitori per poveri e senza fissa
dimora: ciò ha contribuito a diffondere una concezione
dell'abitare inferiorizzato per gli stranieri.
Ciò
che serve è l'avviamento di politiche capaci di favorire
l'autonomo inserimento abitativo degli immigrati presenti sui
nostri territori: ciò significa che gli enti locali in
primo luogo devono promuovere interventi a diversi livelli per
far sì che il diritto alla casa sia garantito effettivamente
su un piano di pari opportunità agli immigrati così
come ai cittadini italiani.
E' nostra
convinzione che non si possa risolvere la questione abitativa
per gli stranieri, che riguarda anche ampi strati della popolazione
locale, separando e individuando percorsi diversi per gli immigrati
e per gli autoctoni.
Alcuni
enti locali hanno già avviato con successo la creazione
di agenzie immobiliari sociali: si tratta di forme organizzative
di natura pubblica o privata che si occupano di svolgere un'azione
di intermediazione tra i proprietari e gli immigrati offrendo
garanzie per l'affitto e un'integrazione economica. Queste a volte
si occupano pure di costituire e gestire un patrimonio di alloggi
da affittare a prezzi contenuti.
Altre
iniziative consistono nella costituzione di fondi di garanzia,
per favorire la locazione per i cittadini (italiani e stranieri)
a basso reddito, e nella mediazione tra soggetti deboli e istituti
bancari per facilitare l'acquisto della prima casa.
Ci sembra
questa la giusta direzione. Ma si tratta di esperienze ancora
molto limitate. La ricerca della casa passa ancora prevalentemente
attraverso il libero mercato: ed è un fatto che gli immigrati
incontrano maggiori difficoltà rispetto ai cittadini italiani
nel reperimento di alloggi. Ciò avviene anche quando si
trovano in una condizione lavorativa che permette loro di pagare
regolarmente un affitto e di offrire le garanzie richieste dai
proprietari. Sono molti gli immigrati che non ottengono un regolare
contratto di affitto o che pagano un canone superiore a quello
previsto dal contratto, che non ottengono le ricevute di pagamento
e che non possono quindi provare di aver pagato il canone, che
pagano canoni superiori a quelli di mercato per case fatiscenti
in quartieri degradati, che con estrema difficoltà riescono
ad ottenere un mutuo per acquistare una casa.
Per questo
proponiamo in questa guida alcune informazioni di base sul "cosa
fare" e come tutelarsi quando si è in cerca di una
casa da affittare o da comprare e come difendersi nel caso in
cui ci si trovi ad essere vittime di un atto di discriminazione.