Guida
pratica e giuridica per la ricerca di un alloggio in Italia 2001
Alloggiare
in strutture collettive
L'Art. 40
del TU sull'immigrazione propone agli immigrati soluzioni abitative
differenti secondo le diverse situazioni ed i diversi stadi del
percorso migratorio, in modo tale da permettere un inserimento abitativo
specifico per le diverse esigenze dell'immigrato.
Il campo
delle iniziative abitative specificatamente rivolte agli immigrati
si limita alle fasi transitorie (il primo arrivo e il primo momento
dell'inserimento abitativo degli immigrati). Per le fasi successive
non vi è ragione d'impostare una politica differenziata per
cittadinanza o per origine etnica. La legge si limita a permettere
l'accesso indiscriminato all'accesso alla casa.
I momenti
di questo percorso di inserimento abitativo consistono, prescindendo
dalle soluzioni specifiche che debbono essere di volta in volta
adottate, in centri di accoglienza, alloggi sociali collettivi o
privati, strutture alloggiative organizzate in forma di pensionato.
Struttura
di prima accoglienza
Si tratta
di una residenza collettiva multipla ( indicativamente 20-50 posti
letto a seconda dei contesti locali) che può essere composta
di stanze in cui convive un certo numero di persone (generalmente
4-6), dove la durata della permanenza è al massimo 6 mesi,
e dove gli ospiti pagano un canone sociale giornaliero, eventualmente
svolgendo alcuni servizi (manutenzione, pulizia...). Qui si trovano
generalmente anche il centro di servizi sociali, culturali, di orientamento,
e gli uffici di gestione.
A volte
a questa struttura sono collegati alloggi distribuiti all'interno
di una certa area urbana. Queste residenze generalmente ospitano
da quattro a sei persone che pagano un canone sociale.
In questo
modo si riducono importanti concentrazioni di stranieri in un unico
edificio, spesso considerate come ghettizzanti dall'opinione pubblica:
la gestione di queste unità dipende comunque dall'ente sociale
che le ha in carico.
Per far
si che tale sistemazione non diventi definitiva, e che non alimenti
altri meccanismi di dipendenza, l'ente gestore del Centro di Prima
Accoglienza gestisce anche altre forme di offerta ed accompagnamento
abitativo, ed il canone richiesto cresce progressivamente a seconda
della situazione socioeconomica e della durata della presenza dello
straniero nella struttura di accoglienza. Quando gli immigrati si
rendono autonomi economicamente, il canone sociale richiesto si
eguaglia al costo unitario di gestione ed il gestore del centro
propone, per lasciare il più velocemente possibile il posto
libero a nuovi ospiti, differenti opzioni descritte qui sotto.
Seconda
accoglienza
In questo
caso gli immigrati dispongono di strutture collettive costituite
da stanze per singoli o piccoli gruppi familiari, eventualmente
con parti separate destinate a maschi soli, femmine sole, o famiglie,
dove la permanenza può essere indicativamente di 1- 5 anni
e il canone pagato dagli ospiti sarà oggetto di una convenzione
ente pubblico/ente gestore.
Alloggi
gestiti da enti sociali
Si tratta
di strutture di accoglienza distribuiti sul territorio, destinati
a famiglie o a piccole convivenze, dove gli ospiti pagano un canone
di mercato (resta a carico pubblico solo la mediazione /garanzia/assistenza
sociale svolta dall'ente).
Inserimento
residenziale in alloggi privati
In questo
caso il contratto di locazione è intestato direttamente agli
inquilini stranieri, che pagano il canone di mercato, e dove l'ente
sociale svolge solo un ruolo esterno di mediazione/accompagnamento/garanzia,
oltre ad un forte lavoro culturale sulle comunità dei nativi.
P.
N. A.: Programma Nazionale Asilo
Il Programma
Nazionale Asilo è nato dall'esigenza di creare un sistema
nazionale di accoglienza e protezione in favore dei richiedenti
asilo nonché di sostegno all'integrazione per i rifugiati
e persone con permesso di soggiorno per motivi umanitari.
Per la progettazione
e l'attuazione degli interventi, i Comuni assumono un ruolo centrale.
Nella maggior parte dei progetti territoriali, le attività
sono realizzate con il coinvolgimento dell'associazionismo locale
più impegnato nel settore.
La rete
del P.N.A. è costituita da una serie di centri di accoglienza
operativi su gran parte del territorio nazionale, comprese le principali
aree d'ingresso e di uscita (porti, aeroporti, valichi di frontiera)
e le grandi aree metropolitane.
Questi centri
offrono accoglienza e protezione ai richiedenti asilo, nell'attesa
della definizione della procedura di riconoscimento dello "status
di rifugiato", e forniscono informazioni sui propri diritti e doveri
nonché sostegno nella ricerca di opportunità lavorative
e abitative necessario per un pieno e autonomo inserimento nel contesto
territoriale.
Informazioni
riguardanti i centri di accoglienza delle singole regioni possono
essere richieste contattando la Segreteria Centrale del P.N.A (l'indirizzo
è indicato alla fine di questa guida - vedere Roma).
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