"No alla moschea"
Lega scatenata contro il sindaco di Napoli e il progetto
"islamico". E la camera approva
A. MAS. -
ROMA
Cinque miliardi per la costruzione di una moschea a
Ponticelli, nell'ambito di un più ampio progetto di risanamento
delle periferie napoletane. A decidere la spesa, la regione
Campania. A contestarla, con toni e modi tra il razzista e
l'intollerante, è stata ieri alla camera dei deputati la Lega
nord, che ha presentato una mozione che impegna il governo a
"manifestare al presidente della regione (Antonio Bassolino,
ndr) l'opportunità" che quei fondi vengano utilizzati per
completare gli alloggi per i napoletani. Il documento ("allegato"
al decreto post-terremoto) è stato approvato con 256 voti
favorevoli, 212 contrari e cinque astenuti.
Ma a fare notizia è il dibattito che ha preceduto la votazione,
sconfinato in una vera e propria bagarre, con urla e insulti. A
dare il via allo scontro, il leghista Dario Galli, quando ha
affermato che "non si può non intervenire quando si supera il
limite del buon senso, e per cominciare auguro al sindaco donna
di Napoli di potersi vestire ancora a lungo come preferisce e di
non dover mettere il burqa, magari tra qualche mese. Però,
potrebbe anche essere un vantaggio, nel caso specifico...". E
ancora: "Le chiese cattoliche cristiane sono state fatte con i
soldi dei cittadini. E se i soldi fossero i vostri potrei capire.
Ma che il mio paese debba avere i buchi nelle strade e che si
faccia la moschea con i soldi dei lombardi o dei varesotti non
sta né in cielo, né in terra, e nemmeno nei giardini di Allah".
Immediata la replica dai banchi dell'opposizione, con urla
rivolte alla presidenza: "Fallo stare zitto", "Ignorante". "Non è
possibile un dialogo con questa cultura dell'intolleranza e della
xenofobia", ha replicato Antonio Soda (Ds), prima di criticare la
Lega perché l'ordine del giorno presentato invita il governo a
interferire con l'autonomia delle Regioni. Poi ha criticato il
vicepresidente della camera Publio Fiori (An), che non era
intervenuto per bloccare le critiche al sindaco di Napoli. Fiori
ha replicato dicendo di non aver sentito la frase incriminata,
che altrimenti avrebbe "stigmatizzato" perché offensiva non solo
nei confronti del sindaco di Napoli ma di tutte le parlamentari.
Alessandra Mussolini, già candidata sindaco a Napoli nel '93, ha
incalzato: "Ci sono delle priorità. Non si tratta solo dei
'bassi', perché quelli che vivono nei 'bassi' sono fortunati. Ci
sono quelli che vivono negli scantinati, nei negozi dismessi, ci
sono famiglie di otto persone che vivono in luoghi senza finestre
né bagmni. E si devono destinare cinque miliardi a una moschea.
Lo trovo inaccettabile". Tra accuse di razzismo provenienti dai
banchi dell'opposizione si è esibito anche Fabio Garagnani (Fi),
già assurto agli onori delle cronache per aver istituito una
linea telefonica per denunciare le infiltrazioni della sinistra
nelle scuole bolognesi. Il deputato forzista se l'è presa con chi
dice no ai finanziamenti alle scuole private e poi sostiene
"culti profondamente estranei alla nostra tradizione culturale".
La bagarre nella camera ha avuto un'immediata eco anche
all'esterno. Rosa Russo Jervolino ha replicato sostenendo che
"dal Parlamento stanno giungendo segnali preoccupanti di
intolleranza". Poi il sindaco di Napoli ha attaccato la Lega: "La
cultura della Lega non è mai stata istituzionale e rispettosa dei
diritti umani. Non voglio inasprire il clima ma non avevo mai
assistito a cose del genere". Di "sconcertante scontro di
civiltà" ha parlato invece il Prc. Le parlamentari Elettra Deiana
e Titti de Simone hanno sostenuto che la Lega "ha mostrato ancora
una volta il suo volto xenofobo e razzista, intentando l'ennesima
crociata contro le diversità". Dure le accuse del segretario
della Cgil immigrati di Napoli, Jamal Qaddorum, palestinese e
musulmano: "Dire che la Lega è razzista è dire poco, non dà
l'idea di cosa sono in realtà. Stanno fomentando la violenza e
minando la convivenza civile". Mentre l'ex sindaco di Napoli (e
oggi deputato diessino) Riccardo Marone ha "rivendicato" la
decisione della giunta da lui presieduta di costruire una moschea
a Napoli. Poi ha attaccato: "La rozzezza del dibattito in aula e
gli interventi dei parlamentari del Polo dimostrano ancora una
volta che le dichiarazioni di Berlusconi sull'Islam non erano
frutto di un equivoco ma una precisa posizione politica della
Casa delle libertà".
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