Bossi cavalca la
paura Dopo
l'allarme rapine, al varo la legge sull'immigrazione. E la
Lega prepara i gazebo G. P.
" Dobbiamo accelerare, dopo gli atti efferati
di questi giorni la gente ne ha piene le scatole. Questi atti
sono pericolosi per la reazione checi può essere e quindi la
legge sull'immigrazione sarà chiusa la prossima settimana".
Umberto Bossi esce da palazzo Chigi e spara a zero. Annuncia
che la stretta antimmigrati sarà esaminata, e varata, nel
prossimo consiglio dei ministri, chiede al parlamento di
preparare fin d'ora una corsia preferenziale per la nuova
legge e attacca "la sinistra, responsabile di tutto questo,
perché c'è chi ha perseguito l'immigrazione senza alcun
controllo". La ventata di rapine in ville e villette del
bergamasco e del vicentino, 15 colpi messi a segno in una
settimana, l'ultimo proprio ieri notte nel piacentino, produce
i suoi frutti. E questa volta l'allarme criminalità scopre di
avere i suoi sponsor proprio nei palazzi romani. Dove per
l'appunto siedono ora sia la Lega che Alleanza nazionale.
Decisi più che mai a cavalcare l'onda, anzi a farsi nel caso
la guerra per ottenere la palma del più duro. Mentre le
prefetture del nord si mobilitano, ieri ci sono stati vertici
sia a Brescia che a Vicenza (quest'ultimo con i sindaci dei
capoluogo veneti e i rappresentanti delle associazioni
industriali) si scatena così l'ondata delle dichiarazioni
feroci. Roberto Calderoli, segretario della Lega lombarda e
oggi vicepresidente del senato, già fa appello alla piazza e
proclama per sabato 22 il ritorno dei gazebo padani. "Dobbiamo
allestirli in tutte le piazze del nord - dichiara, dopo aver
tuonato contro 'la criminalità d'importazione' - per una
mobilitazione totale della popolazione che finalmente potrà
esprimere il proprio disagio e la propria esasperazione per
l'immigrazione clandestina". Il responsabile sicurezza di An,
Filippo Ascierto, si precipita invece al vertice indetto ieri
dalla prefettura di Vicenza per chiedere più polizia per la
strade del Veneto. Mentre il suo collega di partito Landi di
Chiavenna propone che nella nuova legge ci sia quantomeno "il
reato di permanenza in clandestinità...perché An è contraria a
qualsivoglia forma di cedimento, ispirata da pseudoculture
buoniste". Per non essere da meno, il forzista La Loggia
rivela di aver già chiesto in consiglio dei ministri un'altra
modifica. Ovvero l'introduzione di una norma che preveda,
prima dell'assunzione di un lavoratore straniero, "la raccolta
di tutte le informazioni possibili sul mercato del lavoro
interno". Perché, come dichiara Bossi, "bisogna chiarire che
nel nostro paese si entra solo per lavorare e sempre che non
ci sia un altro lavoratore italiano che voglia occupare quel
posto". Ma a ben vedere chi ha davvero bisogno come il pane
di cavalcare il nuovo allarme criminalità è soprattutto lui,
il leader della Lega. Domenica 16 settembre, una settimana
prima dell'invasione dei gazebo agognata da Roberto Calderoli,
il senatur sarà infatti a Venezia per festeggiare
quella che una volta era la proclamazione di indipendenza
della Padania e che oggi più modestamente è la "giornata della
devolution". E dovrà faticare non poco per spiegare a quel che
resta del popolo leghista come mai "il governo del
cambiamento" spinga oggi soprattutto per tagliare le pensioni
o garantire a Confindustra la libertà di licenziare.
Un'operazione che certo sarebbe un po' più facile se per quel
giorno il consiglio dei ministri avesse davvero varato una
legge restrittiva sull'immigrazione. Una legge che, dice ora
Bossi, "dia al cittadino una percezione di sicurezza, cioè di
essere padrone a casa sua".
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