07 Agosto 2001
 
 
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In 200 saranno trasferiti in via Novara, ma è già rivolta
Una religiosa della Caritas: "Le proteste contro gli zingari scoppierebbero anche se li spostassero in cima ai monti"
MANUELA CARTOSIO - MILANO


Definire il campo rom di via Barzaghi una favela - dice suor Claudia della Caritas ambrosiana - "non è un'esagerazione o un pigro stereoptipo giornalistico". Baracche costruite con materiali di risulta, nessun servizio igienico, sporcizia, topi e, da un po', anche le puzze di un vicino allevamento di maiali e pecore. Le cannelle dell'acqua sono arrivate lo scorso febbraio; prima, l'unica acqua disponibile per mille persone, quasi la metà bambini, era quella concessa dai fioristi che hanno i banchetti al cimitero di Musocco. In via Barzaghi la Caritas ci è arrivata un paio di anni fa, dopo che le ruspe avevano spianato le baracche. "Un'operazione di sgombero rimasta senza paternità, non si è mai capito se voluta dalla questura o dalla vigilanza urbana". Di certo, crudelmente inutile, visto che poi tutto è tornato come prima.
Via Barzaghi è "una realtà complicata, diversificata e che non comunica al suo interno". Un modo soft, quello di suor Claudia, per dire che i rapporti tra le etnie non sono buoni. Con il trasloco in via Novara prevede che "ci saranno dei problemi". Di due tipi. Cosa succederà dei rom che non potranno esibire uno pezzo di carta che si avvicini a un permesso di soggiorno? Il censimento ripetutamente annunciato dai vertici in Prefettura contiene un'indicazione per chi in regola non è: sparite. Ottima soluzione per chi deve gestire il trasloco, pessima per chi dovrebbe sparire. E come reagiranno gli abitanti dei quartieri attorno a via Novara? Per ora hanno reagito male: appena saputa la notizia, in consiglio di zona c'è stata un'infuocata assemblea, cinquecento persone nonostante le ferie incombenti. Solito copione: il Comune ha fatto tutto senza interpellarci, in zona abbiamo già la nostra quota di zingari e c'abbiamo pure l'inceneritore di Figino. Argomenti non del tutto infondati, condivisi dall'opposizione di centro sinistra. "Qualcosa di vero ci sarà", concede suor Claudia, "ma il posto giusto per gli zingari non si trova mai. Se li mettessero in cima ad una montagna, ci sarebbe la rivolta degli sciatori". Il povero, il barbone, la prostituta angariata "sono individui", fanno pena e per loro, magari, "scatta la compassione". Per gli zingari, che sono orgogliosamente popolo, scattano "paura, rabbia, pregiudizio e rifiuto". Rubano, sfruttano i bambini, fanno traffico di persone. Mille volte suor Claudia si è trovata davanti questi argomenti. E sempre ha risposto con realismo: sì, alcuni lo fanno. Però ce ne sono altri che fanno i camionisti, i facchini, che lavorano nelle imprese di pulizie o come venditori ambulanti. E comunque chi per cultura vive chiedendo l'elemosina sul metro non deve essere relegato in una condizione di "ingiustizia radicale".
La giunta Albertini "ha lasciato incancrenire la situazione in via Barzaghi". Uscirne fuori ora comporta dei rischi; ciò nonostante, la Caritas ha offerto la sua collaborazione a un problematico trasloco perché in via Barzagli le condizioni di vita sono "drammaticamente disumane". L'intervento della Caritas in via Barzaghi è limitato ai kosovari e ai macedoni (tutti di religione musulmana con l'eccezione di alcuni evangelici). Un operatore della Caritas in questi anni ha aiutato i rom nelle procedure per la regolarizzazione. E' stato allestito un campo giochi e da aprile a luglio alcuni volontari hanno tenuto un prescuola, per prepare i bambini ad inserirsi nella scuola pubblica. "Tu a settembre andrai in seconda elementare, tu in prima", ha detto suor Claudia l'ultimo giorno di prescuola. "Ma figurati! Non andremo da nessuna parte perché noi zingari non ci vogliono", hanno risposto i bambini. Ci ha pensato un po' su suor Claudia e ha concluso che hanno ragione loro. "Ma la cosa straordinaria è che quella cosa - la percezione del rifuto - l'hanno detta senza smettere d'essere felici. Se non lo fossero, non potrebbero sopportare un'ingiustizia tanto grossa".

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