DA NORDOVEST
Notti
magiche.
Di cemento
ALESSANDRO ROBECCHI
La pulizia etnica si svolgerà in settimana. La più famosa
favela di Milano, quella di via Barzaghi, attaccata al cimitero
maggiore, viene censita, smembrata, spostata d'ufficio. E' un
campo schifoso e incolto, terra dura come cemento nella stagione
secca, una palude impressionante quando piove. E' lì che stanno
"gli zingari", come i milanesi chiamano questi popoli nomadi. Che
sono kosovari, macedoni, rumeni. Le casette di via Barzaghi sono
meno schifose della terra su cui sorgono. Hanno interni a loro
modo teneri e commoventi, qualche tappeto, molti fiori disegnati,
centrini sui divani. Adesso basta. La deportazione dei kosovari
comincerà in settimana. Finiranno in un parcheggio dalle parti di
via Novara, un non-luogo vicino allo stadio. Un parcheggio
costruito negli anni Novanta per i Mondiali. Notti magiche. E
cemento.
Arrivano i container, e i kosovari ci finiranno dentro: roventi
d'estate, gelidi d'inverno, l'accoglienza di Milano si dimostra
insensibile alle questioni termiche. Del resto, in via Barzaghi
non c'è posto: lì sorgerà un po' di cemento terziario, una
minitangenziale e altre cose utili alla produzione e allo scambio
di ricchezza. Lo scambio di povertà avverrà invece nei container,
dove - dicono alla protezione civile - non si allacceranno luce e
gas fino a settembre. Dei mille dannati di via Barzaghi, dunque,
duecento verranno spostati. Gli altri (il totale sfiora le mille
unità) verranno censiti. Traduco in italiano: si controllerà
quanti sono i regolari, quanti i rifugiati e quanti (tanti)
quelli da rimpatriare a bastonate. Dei rumeni il comune rifiuta
di occuparsi, finge di non vederli, beninteso, fino al controllo
dei documenti. Poi via. Il balletto sarebbe divertente se non ci
fossero questi profughi incolonnati in cerca di una vita decente.
Creata dal Comune, via Barzaghi viene smantellata dal Comune. La
Lega chiede il numero chiuso per i nomadi. I fascisti lamentano
che gli abitanti di via Novara non sono stati consultati e che
alla fine pagheranno loro, gi affumicati dall'olezzo
dell'inceneritore di Figino, che quando tira il vento giusto
ammorba parecchio. Tiziana Maiolo gioca la carta del volto
umanitario di Forza Italia (sic) e cerca di tranquillizzare tutti
dicendo che i nomadi deportati sono gente perbene, che i bambini
vanno a scuola. E comunque, aggiunge, "vigileremo". Non si sa
bene cosa vigileranno: che non saltino le lezioni? In questi
giorni via Barzaghi è un andirivieni di commissioni, delegazioni,
vigili, protezione civile, Caritas, assessori-filosofi e Maiolo
in persona. A vederla dal bordo della strada, appoggiato al muro
immenso del cimitero, l'unico anfratto d'ombra, con l'aria resa
traballante e ondulata dal caldo tropicale, la scena è epica e
grottesca. Colorata ma tristissima. Milano sposta le briciole del
suo immenso mangiare, le scopa sotto il tappeto come fanno le
massaie svogliate. Sono brava gente, e i bambini vanno a scuola.
Fuori dalla scuola, poi, tornano nei loro container di
contenzione. Il lavoro rende liberi? Dove l'ho già sentita,
questa?
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