I rom? Via dalla parrocchia
Foggia, il prete fa sgomberare 32 famiglie nomadi. Al loro
posto, un discusso centro termale
GIANNI LANNES -
FOGGIA
Puglia, terzo millennio dell'era cristiana: chiesa di San
Nazario in terra di Capitanata. Spirali che non si arrestano,
soprattutto contro i più indifesi. "Quei nuclei di nomadi
accampati qui vicino vanno rimossi e spediti altrove per non
scoraggiare i fedeli e per non deturpare il paesaggio intorno al
santuario con tende e bivacchi". Detto e fatto: sgomberati in un
amen a suon di bastonate 32 famiglie di rom (bambini compresi).
Questa è la tesi sostenuta e praticata da un giovane sacerdote
cattolico, don Francesco Lombardi, nativo della provincia di
Foggia. I figli del vento - di origine macedone - ancora
sanguinanti, sono letteralmente svaniti nel nulla. Il prete non
scherza e forse in uno slancio di generosità tiene comunque a
precisare che la sua "non è una presa di posizione razzista o
persecutoria; al contrario, è un invito alla tolleranza. Ma ci
vuole decoro. La zona è il biglietto da visita del territorio".
La sua battaglia contro "extracomunitari" e "zingari", come ama
definirli quando è in vena di complimenti, è decollata fuori dal
cono d'ombra di televisioni e giornali addirittura nel 1998.
A dargli subito manforte, il sindaco del comune limitrofo di
Poggio Imperiale, Onorato D'Amato (esponente di Forza Italia). Il
primo cittadino, sulla falsariga del boss di Arcore vuole dare il
buon esempio. Dice che dell'inconveniente "si è interessato già
da diverso tempo: ho provveduto personalmente a segnalare questa
situazione di illegalità alla prefettura e ai carabinieri.
Purtroppo il problema è di carattere generale e nazionale. Come
si fa a cacciare gli immigrati che abbiamo in Italia? Io una
ricetta ce l'avrei, ma chissà se i miei superiori mi daranno
retta". Sono rare le occasioni di ribalta per il minuscolo
santuario di San Nazario martire, ma questa volta ha fatto
centro, grazie a don Francesco Lombardi e ai fascisti benpensanti
del circondario. Cosa ha scatenato l'ennesima crociata contro i
pacifici nomadi? A dire di quest'altro unto del Signore "gli
zingari bivaccano tutto il giorno nelle vicinanze della chiesa,
dove i fedeli venerano il santo martire". Gli "intoccabili" sono
per il parroco del santuario "fonte di turbamento nei cuori dei
tantissimi fedeli che visitano questo luogo sacro". In realtà i
timori del rettore di San Nazario e dei suoi soci, pardon amici,
accarezzano gli affari. "Per questa piccola località, attrattiva
di fedeli e anche di turisti di passaggio, il comune di Poggio
Imperiale - spiega il sindaco D'Amato - si è mobilitato per
promuovere un centro termale sfruttando le acque calde della
fonte". Prontamente gli fa eco il sacerdote: "Si potrebbe pensare
a una società mista, pubblico e privato per costruire una grande
piscina". Le chiamano acque miracolose, ma in attesa di essere
sfruttate in un impianto termale servono a moltiplicare i pesci.
Sono gli zampilli a 25 gradi di temperatura che sgorgano a un
soffio dal santuario di San Nazario, una fetta di suoli contesa a
suon di carta bollata dai comuni di Apricena, Lesina, Poggio
Imperiale e Sannicandro Garganico. O meglio, da noti speculatori
che intendono renderli edificabili a più non posso, in vista
della vicinanza del lago di Lesina e del mare Adriatico. Nel
frattempo le acque vengono utilizzate per rigenerare i vicini
impianti di acquacoltura dove si allevano, con mangimi di farine
animali di dubbia provenienza, anguille, orate, spigole e
cefali.
E' qui che il 28 luglio si celebra una festa in onore del santo
perseguitato dall'imperatore Diocleziano. All'ombra del
santuario, posizionato a poche centinaia di metri dallo svincolo
della superstrada del Gargano, spuntano bancarelle, giostre,
chioschi alimentari. Proprio in loco, sulle rive del torrente
Calcolo, si danno appuntamento automobilistico migliaia di fedeli
ansiosi di consumare l'happening gastronomico-religioso
dell'anno. Poche centinaia di inermi figli del vento, gli ultimi
nomadi dell'occidente, avrebbero potuto turbare il sacro evento.
Meglio scacciarli nella clandestinità. Discriminati, scacciati,
rifiutati. Sarà mica un segno dei tempi?
|