Partorisce senza assistenza
All'ospedale san Camillo di Roma. Il bambino è nato morto
MARCO DE PALMA -
ROMA
C.A., una ragazza rom d'origine rumena di 26 anni, ha
partorito il proprio bambino, morto, in un letto d'ospedale senza
l'assistenza di nessuno: né infermieri o medici né familiari. Il
fatto sarebbe avvenuto all'ospedale San Camillo di Roma venerdì
mattina. A denunciare l'accaduto sono state la sorella, E.A., e
la rappresentante in Italia del Centro europeo per i diritti
dei rom, Kate Carlisle, che già due settimane fa aveva
visitato la ragazza nello stesso ospedale in preda a forti dolori
addominali. "In quell'occasione - denuncia la Carlisle -
l'assistenza prestata alla ragazza lasciò molto a desiderare,
soprattutto per la maleducazione del personale. Ma questa volta,
si è superato ogni limite". Accuse respinte dalla direzione
sanitaria del San Camillo, secondo la quale C.A. avrebbe ricevuto
tutte le cure del caso.
Secondo il racconto di E.A., sorella della giovane paziente, è
mezzogiorno di giovedì quando, insiema a C.A., si presenta al
pronto soccorso dell'ospedale romano: la ragazza, al sesto mese
di gravidanza, accusa dolori addominali e perdite. Viene
sistemata nella sala parto dove le viene subito detto che non c'è
speranza di salvare il bambino.
Dopo averle somministrato una flebo, gli infermieri lasciano C.A.
praticamente sola per tutta la giornata. "A parte il fatto che i
medici e il personale erano stati informati che C.A. aveva alle
spalle tre gravidanze interrotte (e quindi avrebbe avuto
necessità di un'attenzione ancora maggiore), non è ammissibile -
accusa Kate Carlisle la rappresentante per i diritti dei rom -
che in quelle condizioni (dolori fortissimi e perdite) l'unico
intervento effettuato prima del parto sia stato l'applicazione di
una flebo del cui contenuto, peraltro, non è stata data alcuna
delucidazione alla ragazza".
Così, dopo una notte di sofferenze - nel frattempo, alle 21
circa, la sorella che l'ha accompagnata è tornata a casa dai suoi
bambini -, alle sette di mattina del giorno successivo, da sola,
nel suo letto, C.A. partorisce un bimbo prematuro senza vita. I
primi soccorsi si sarebbero fatti attendere per mezzora
("nonostante - aggiunge E.A. - mia sorella continuasse a premere
il pulsante per chiedere aiuto"). Solo in seguito sarebbero state
effettuate tutte le cure necessarie. C.A. è ancora ricoverata al
San Camillo, nel reparto di ginecologia, in stato di choc.
L'ospedale smentisce la ricostruzione di quanto accaduto fatta da
E.C. e da Kate Carlisle. "La ragazza è arrivata in ospedale verso
le sei di venerdì mattina", afferma la direzione sanitaria del
San Camillo-Forlanini. "I medici di turno del pronto soccorso si
sono subito resi conto della minaccia d'aborto e quindi la donna
è stata messa sotto oservazione in sala parto, dove, dopo circa
un'ora, ha abortito ed è stata sottoposta a raschiamento".
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