09 Dicembre 2001
 
 
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Orrore nel container
Otto migranti sono stati trovati morti in un porto irlandese. Erano partiti dall'Italia
MARINA DELLA CROCE

Rantoli provenienti da un container che avrebbe dovuto contenere soltanto mobili. Così l'autista di un camion si è reso conto di aver trasportato otto persone, invece che mobili da ufficio. Aperto il container ha trovato all'interno 12 uomini e donne, e otto di loro erano già cadavere. Tra le vittime due bambini.
Sono probabilmente morti soffocati, o forse di stenti, per un viaggio che è durato due settimane. Si tratta probabilmente di rumeni, e il loro è stato un viaggio allucinante. Secondo la ricostruzione degli investigatori i container sono partiti dall'Italia. Attraverso la ferrovia sono arrivati in Belgio. Giovedì scorso hanno lasciato il paese dal porto di Zeebrugge, diretti al porto di Waterford, nel sudest dell'Irlanda. Il carico ha persino fatto una tappa intermedia a Colonia, in Germania. Sabato mattina il conducente del camion che ha fatto la terribile scoperta ha caricato i container sul veicolo, e soltanto dopo 60 chilometri di strada ha udito i lamenti.
I cinque sopravvissuti - tra cui un bambino e un ragazzo di 17 anni, che sembra parlare turco - sono in pessime condizioni. Alcuni sono quasi in stato comatoso e sono stati trasferiti al Wexford general hospital. "I responsabili del crudele traffico di esseri umani hanno commesso una nuova atrocità sulle vittime dei loro affari", ha commentato il primo ministro irlandese Bertie Ahern. "Tutte le forze di polizia europee sanno dell'accaduto - ha dichiarato John Farrelly, il portavoce della poliza irlandese - speriamo di trovare i responsabili, e un episodio del genere non accadrà più". Del caso si stanno occupando l'Interpol e l'Europol. Ma anche se questa è la prima grande tragedia che scuote l'Irlanda, la questione dell'immigrazione è un nodo non risolto nel paese. Diventato nell'ultimo decennio un bacino di immigrazione - dopo anni di problemi legati all'emigrazione - l'Irlanda ha recentemente aumentato i controlli alle frontiere per cercare di arginare le masse di migranti che cercano di raggiungere le sue coste. Nell'ultimo periodo è stato calcolato che circa mille persone al mese riecono a raggiungere l'Irlanda in modo illegale. Circa la metà sono rumeni o nigeriani.
Il governo ha allestito campi per i rifugiati lungo tutto il paese, in cui vengono rinchiuse le persone in attesa della sentenza sulla concessione del diritto d'asilo. Ma molti casi vengono rifiutati, con la conseguente espulsione. Il governo ha anche cercato di fermare gli arrivi, per esempio stringendo un accordo con la Francia che permette alla polizia irlandese di controlare i porti da cui partono i traghetti diretti in Irlanda. Da qui molto spesso, infatti, cercano di imbarcarsi illegalmente intere famiglie. Con questi mezzi il governo è riuscito a controllare con più efficacia le partenze dai porti francesi; ma alla fine queste misure diventano soltanto un deterrente per i viaggi più sicuri. Dimostrazione ne è la tragedia di ieri: le 12 persone hanno scelto un percorso più lungo e pericoloso - almeno due settimane e partendo dal Belgio, dove i controlli sono meno rigidi - ma hanno perso la vita. Alcuni politici irlandesi, subito dopo la notizia delle morti, hanno chiesto che l'Irlanda si impegni ad aiutare i paesi da cui partono i migranti. "Cosa spinge i partner europei a scegliere queste misure? - ha chiesto Avril Doyle, che rappresenta Wexford nel senato irlandese - e perché le autorità non cercano di aiutare queste persone, prima che diventino dei disperati?"

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