Una notte da
barboni A
Milano 130 giovani provano comee si vive lungo la strada
MARCO
DE PALMA - MILANO
Piazza Duca d'Aosta, Stazione Centrale di
Milano. Non sono ancora le 20 quando la Povertà esce dalla
stazione. "Un luogo - dice l'attrice che la impersona - che
negli ultimi anni ha iniziato ad essere vissuto non solo come
rifugio, ma anche come punto d'incontro e socializzazione dei
vari gruppi di migranti". Tutt'intorno è in corso la festa per
la giornata mondiale di lotta alla povertà indetta dall'Onu. I
senegalesi con le percussioni, le fisarmoniche dei rom,
peruviani con chitarra e sax, marocchini in abito tradizionale
e due gruppi italiani, "Canto Antico" e alcuni giocolieri con
la Banda degli Ottoni. La gente è sorpresa e divertita. In
tanti hanno aderito all'iniziativa promossa da Caritas,
Dopolavoro ferroviario e dalle riviste di strada Terre di
mezzo e Scarp de'tenis: un mercoledì sera in
Stazione e poi una notte a dormire sui cartoni in piazza Santo
Stefano. Sono circa 5000 le persone che a Milano non hanno
un posto fisso dove dormire. Nella piazza che presto si
trasformerà in dormitorio arriva anche il camper della "Ronda
della carità e solidarietà" che di solito sosta in Stazione
Garibaldi. Uno dei pochissimi barboni veri presenti si
avvicina al camper e chiede qualcosa da mangiare e un cambio
di biancheria. Viene allestita una piccola mostra fotografica
mentre in un angolo si comincia a distribuire vin brulè. Alla
fine si conteranno 130 "barboni per una notte", 130 ragazzi e
ragazze che hanno voluto sperimentare di persona, sebbene con
molti optional di cui i senza tetto non dispongono, cosa
significa dormire all'aperto in una città come Milano,
illuminata a giorno, fra le sirene delle volanti e il
frastuono della nettezza urbana. E tra non molto arriverà
anche il freddo. Don Virginio Colmegna, direttore della
Caritas Ambrosiana, commenta: "Guardiamo all'immmigrazione
come una risorsa e ci battiamo per i diritti di cittadinanza".
Poi aggiunge: "Lavoriamo anche per costruire percorsi di pace
e festa tanto più necessari nel terribile momento in cui
viviamo". Massimo Acanfora, di Terre di mezzo, dopo
aver ricordato che l'iniziativa si svolge in contemporanea
anche a Roma e Vicenza, spiega in che modo sono stati
utilizzati i 9 miliardi di finanziamenti pubblici stanziati a
Milano. "Si sono ottenuti 200 posti letto in più -sottolinea -
e soprattutto è stato aperto in un luogo critico come la
Stazione Centrale un centro aiuti. Ma alcuni obiettivi
prioritari, quali un centro a bassa soglia e la costituzione
di nuovi piccoli punti d'accoglienza, non sono stati
raggiunti. E, in generale, si è preferito distribuire i fondi
"a pioggia" piuttosto che ragionare su un piano d'intervento
complessivo". Il resto della serata scivola via fra balli e
canti. La mattina tutti in fila per la colazione e poi di
corsa chi in ufficio, chi a scuola e chi a casa a riposare.
Tranne i barboni.
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