19 Ottobre 2001
 
 
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Una notte da barboni
A Milano 130 giovani provano comee si vive lungo la strada
MARCO DE PALMA - MILANO

Piazza Duca d'Aosta, Stazione Centrale di Milano. Non sono ancora le 20 quando la Povertà esce dalla stazione. "Un luogo - dice l'attrice che la impersona - che negli ultimi anni ha iniziato ad essere vissuto non solo come rifugio, ma anche come punto d'incontro e socializzazione dei vari gruppi di migranti". Tutt'intorno è in corso la festa per la giornata mondiale di lotta alla povertà indetta dall'Onu. I senegalesi con le percussioni, le fisarmoniche dei rom, peruviani con chitarra e sax, marocchini in abito tradizionale e due gruppi italiani, "Canto Antico" e alcuni giocolieri con la Banda degli Ottoni. La gente è sorpresa e divertita. In tanti hanno aderito all'iniziativa promossa da Caritas, Dopolavoro ferroviario e dalle riviste di strada Terre di mezzo e Scarp de'tenis: un mercoledì sera in Stazione e poi una notte a dormire sui cartoni in piazza Santo Stefano.
Sono circa 5000 le persone che a Milano non hanno un posto fisso dove dormire. Nella piazza che presto si trasformerà in dormitorio arriva anche il camper della "Ronda della carità e solidarietà" che di solito sosta in Stazione Garibaldi. Uno dei pochissimi barboni veri presenti si avvicina al camper e chiede qualcosa da mangiare e un cambio di biancheria. Viene allestita una piccola mostra fotografica mentre in un angolo si comincia a distribuire vin brulè. Alla fine si conteranno 130 "barboni per una notte", 130 ragazzi e ragazze che hanno voluto sperimentare di persona, sebbene con molti optional di cui i senza tetto non dispongono, cosa significa dormire all'aperto in una città come Milano, illuminata a giorno, fra le sirene delle volanti e il frastuono della nettezza urbana. E tra non molto arriverà anche il freddo. Don Virginio Colmegna, direttore della Caritas Ambrosiana, commenta: "Guardiamo all'immmigrazione come una risorsa e ci battiamo per i diritti di cittadinanza". Poi aggiunge: "Lavoriamo anche per costruire percorsi di pace e festa tanto più necessari nel terribile momento in cui viviamo". Massimo Acanfora, di Terre di mezzo, dopo aver ricordato che l'iniziativa si svolge in contemporanea anche a Roma e Vicenza, spiega in che modo sono stati utilizzati i 9 miliardi di finanziamenti pubblici stanziati a Milano. "Si sono ottenuti 200 posti letto in più -sottolinea - e soprattutto è stato aperto in un luogo critico come la Stazione Centrale un centro aiuti. Ma alcuni obiettivi prioritari, quali un centro a bassa soglia e la costituzione di nuovi piccoli punti d'accoglienza, non sono stati raggiunti. E, in generale, si è preferito distribuire i fondi "a pioggia" piuttosto che ragionare su un piano d'intervento complessivo". Il resto della serata scivola via fra balli e canti. La mattina tutti in fila per la colazione e poi di corsa chi in ufficio, chi a scuola e chi a casa a riposare. Tranne i barboni.

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