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il manifesto - 27 Marzo 2002 SOCIETÀ pagina 09
indice società

pag.08

Migliaia i morti per il terremoto in Afghanistan
GIULIANA SGRENA
 
SCHEDA
 
ARTICOLO
Armi, fermiamo la legge
GLORIA BUFFO *
 
TERRATERRA
Vecchi semi al nuovo Afghanistan
FRANCO CARLINI
 

pag.09

Quel panda di un merluzzo
GIANNI ROSSI BARILLI
 
AUSTRALIA
Woomera raddoppia
MASSIMILIANO CIVILI
HEIDI GLEDHILL

PORT AUGUSTA (sud Australia)
 
COGNE
Trovate tracce di sangue su scarpe e maglione. Nuovi indizi contro Anna Maria
AUGUSTO BOSCHI
 
IN BREVE
Taglia leghista
 
 

opinioni

AUSTRALIA
Woomera raddoppia
Il governo prepara nuovi campi anti-immigrati
MASSIMILIANO CIVILI
HEIDI GLEDHILL

PORT AUGUSTA (sud Australia)
Le scavatrici governative hanno ripreso a lavorare. In un paio di mesi un altro centro di detenzione per rifugiati si leverà come un sarcofago dal deserto. 1200 posti per altrettanti arrivi illegali. Passano i mesi, si intensificano le proteste dei movimenti umanitari, quelle drammatiche degli asylum seekers ma il barometro politico non cambia: la linea dura del governo australiano è ribadita da un'inesorabile strategia di azione sulla pressione migratoria. Supportata dalla maggioranza della popolazione. Gli ultimi sondaggi parlano chiaro: solo una minoranza degli australiani sono contrari alla detenzione obbligatoria degli asylum seekers. Domenica, a Sydney, durante la manifestazione anti-governativa della Domenica delle Palme, alla quale hanno partecipato più di 15 mila persone, la processione dei manifestanti ha incrociato i supporters di due squadre di rugby che si recavano allo stadio per una partita: «Paint'em black and send'em back» (spediteli a casa) hanno gridato alcuni tifosi al folto gruppo di palestinesi che cercavano di raggiungere il resto dei manifestanti. Per domenica prossima è prevista un'altra manifestazione, non autorizzata, sempre contro la politica sull'immigrazione del governo Howard. Si terrà davanti al centro di detenzione di Woomera e vi confluiranno manifestanti da tutta l'Australia. Il governo ha già avviato un'operazione di scoraggiamento annunciando che userà il pugno duro e non esiterà ad arrestare i riottosi e tutti coloro che non rispetteranno le leggi che regolano l'ordine pubblico.

A proposito di leggi, e della loro applicazione, il Refugee Review Tribunal, il tribunale al quale ricorrono i profughi la cui richiesta di asilo politico è stata respinta, e il Dima (Department of Immigration and Multicultural and Indigenous Affairs), sono stati recentemente tacciati da alcuni legali che prestano la loro assistenza agli asylum seekers di «valutare arbitrariamente» le richieste d'asilo. L'assurdità di alcune decisioni prese dal Dima e confermate dal Refugee Review Tribunal ha raggiuntol'apice. Prova ne sono gli ultimi due contraddittori casi aventi per protagonisti profughi che hanno richiesto asilo politico. Il governo australiano ha solo da qualche giorno concesso la possibilità di ricongiungersi a due coniugi iraniani, Ahmed Alzalimi e Sondos Ismael, che non si incontravano da tre anni. Lo scorso ottobre i due iraniani erano stati colpiti da una tragedia: mentre Sondos cercava di raggiungere il marito in Australia, i suoi tre figli (e la sorella) annegarono in seguito all'affondamento dell'imbarcazione indonesiana sulla quale stavano viaggiando clandestinamente. Recuperata dopo 19 ore passate nelle acque dell'Oceano Indiano, Sondos è stata costretta dalle autorità indonesiane a rimanere a Jakarta e a vivere il proprio dramma nella più totale solitudine, mentre il Dima decideva del suo futuro. Impiegandoci sei mesi. Ora, finalmente, Sondos e' a Sydney, con una vita da dimenticare e un'altra da ricostruire. Saranno invece probabilmente rimpatriati in Afganistan una donna e i suoi cinque figli, arrivati in Australia 13 mesi fa («hanno una stanza» presso il centro di detenzione di Woomera), anche loro per un ricongiungimento familiare. Roqiah Bakhtiyari, padre dei bambini, ha già ottenuto il visto temporaneo ma il Refugee Review Tribunal, con una decisione clamorosa, ha respinto la richiesta d'asilo della donna e dei suoi cinque figli. Il tribunale è convinto che la donna sia pakistana e non le spetti lo status di rifugiato politico. Per stabilire se la donna fosse veramente afgana è stato usato un «ingegnoso» stratagemma: le è stato chiesto quale fosse la moneta corrente in Afganistan. Lei proveniente da un villaggio dove ancora si barattano le merci e analfabeta, non ha saputo rispondere. Sarà rimpatriata con i figli. La decisionedel tribunale potrà essere ribaltata unicamente dal ministro dell'Immigrazione Phillip Ruddock. Dalla padella alla brace: solo pochi giorni fa, Ruddock ha dichiarato di essere pronto a dividere tutte quelle famiglie nelle quali solo uno dei due coniugi ha diritto allo status di rifugiato politico. Un monito per tutti i profughi che sperano di ottenere un visto mediante il ricongiungimento familiare.




 
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