Da Parma a Brescia
Ieri la grande manifestazione contro la Bossi-Fini. Martedì lo
sciopero generale bresciano
CARLA CASALINI
Una Babele di linguaggi, ma le parole che i migranti scandiscono
dal palco di Parma, alla lettera inintelligibili, trasportano un
senso comune ai manifestanti che ieri si sono raccolti da tutta
la regione, su iniziativa della Cgil dell'Emilia Romagna. E'
l'unica grande struttura sindacale a promuovere questa iniziativa
contro la legge Bossi-Fini, collettore di una serie di
manifestazioni territoriali, e nel corteo che ieri pomeriggio
alle tre si è mosso dal piazzale S. Croce fino a piazza Garibaldi
c'erano più di 10 mila donne e uomini, quasi tutti lavoratori
stranieri, pakistani, indiani, senegalesi da Ravenna, la grossa
comunità Shik da reggio Emilia, marocchini da Modena. Non
sorprende, alla Cgil dell'Emilia Romagna sono già iscritti 25
mila lavoratori stranieri.
World music a timbro teso da due furgoni di Reggio e Parma, ma
ogni spezzone di corteo produce il suo sound e i messaggi in
slogan e striscuioni. Libertà non è condizione astratta, e contro
il mondo a testa in giù che il governo promette, accanto agli
scioperi che proseguono in tutt'Italia, agli appelli degli
intellettuali, ai girotondi davanti alle sedi tv, i migranti
a Parma scandiscono le condizioni formali e concrete per il
proprio abitare e agire liberi: "cittadinanza, non sudditanza",
"i diritti non hanno confini", "...non hanno colore". Adesione di
tutte le moschee, e delle associazioni nostrane, Arci,
Legambiente, Attac, Social forum di Bologna e Piacenza, Comitato
antirazzista di Parma - "Siamo tutti clandestini" - Sinistra
giovanile, molti gli studenti, poi Legacop, l'Anpi, tra i partiti
Ds, Prc, Pdci, e sono presenti sindaci, consiglieri regionali e
parlamentari dell'Ulivo.
Gli occhi di tutti calamitati da un grande striscione, "Hanno
votato la schiavitù", e davanti sono in dodici a camminare uniti
da una catena a stringere il piede destro, ritmati da un tamburo
come rematori di galera. Campeggia nel corteo anche un'enorme
bandiera palestina, e di Palestina parlerà anche, in conclusione,
il segretario nazionale della Cgil Paolo Nerozzi. Dal palco si
parla ancora con canti e suoni, tra gli interventi dei
responsabili locali e nazionale dei coordinamenti immigrati, del
capo della comunità Shik. Ma al dolore si addice il silenzio, un
minuto, chiede Sabri, coordinatore dei migranti di Parma, "il
dolore per i tanti morti nel mare di Lampedusa.
L'Emilia Romagna apre la settimana prossima con un fitto
calendario di scioperi e manifestazioni in ogni provincia, per il
crescendo che in ogni regione prepara la manifestazione nazionale
del 23 marzo verso il 5 aprile. Il circuito mediatico di
comunicazione nelle città sui licenzimanti illegittimi, ma anche
su tutto il programma di precarietà di lavoro e libertà, per il
presente e per il futuro, ha un ritorno nei comunicati di
fabbrica, che cambiano, via via che si susseguono le notizie sul
governo e la Confindustria. La Csil ieri in
tutt'Italia ha invece continuato a manifestare nelle
iniziative articolate per regione, a sostegno di una
"trattativa", fermo però il no sull'art.18. A chiudere la
settimana nelle Marche Fim e Uilm hanno invece, sulla
stessa scaletta, organizzato 4 ore di sciopero venerdì,
ringraziando "i lavoratori per l'adesione, oltre l'80%, con punte
alla Zincoitalia, alla genga, e nel gruppo Merloni: qui i
delegati unitariamente hanno allargato la scaletta includendovi
l'opposizione al Libro bianco sul lavoro, e nello stabilimento di
Albacina, le rsu di Fim, Uilm, Fiom e Cobas hanno aggiunto anche
l'"adesione al 23 marzo". Giovedì e venerdì, tra le altre,
scioperi anche nelle fabbriche Fiat: a Termoli e alla
Sevel di Chieti.
Ma la settimana si apre con il grande sciopero generale
provinciale di Brescia, indetto dalla Cgil martedì, e
preceduto da un'assemblea generale degli insegnanti e dalle
assemblee con gli studenti dei licei e delle magistrali. Adesione
delle organizzazioni studentesche, del Forum delle associazioni
di immigrati (23 comunità) e il Brescia social forum, al corteo
che si aprirà con lo striscione: "Governo, padroni, vi
fermeremo".
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