Vetri sporchi
al comune
di Napoli
Multe salate (fino a 500 euro) per i lavavetri. E' quanto
prevede una delibera approvata da palazzo San Giacomo
MARIELLA PARMENDOLA
Lavavetri a rischio estinzione. La pazienza di aspettare
l'automobilista disponibile per guadagnare pochi centesimi dopo
una valanga di insulti e improperi urlati dai finestrini, non
basta più. Farsi trovare nei pressi di un semaforo è già
sufficiente per essere inserito nella lista dei sospetti, se poi
il soggetto sotto osservazione è un immigrato con secchio e
straccio la multa è assicurata. Guadagnarsi un po' di spiccioli
per sopravvivere con uno dei mestieri più diffusi tra gli
extracomunitari a Napoli diventa un lavoro da imprenditori. Solo
chi ha da parte un piccolo capitale di rischio può sfidare la
sorte, sostare nei pressi di un incrocio per strappare qualche
euro agli automobilisti con i vetri sporchi è affare per pochi.
Se, infatti, un vigile urbano scorge il reo può fargli pagare una
multa che oscilla tra i 103 e i 506 euro e poco importa se magari
l'automobilista ha gradito il servizio. La caccia ai lavavetri è
aperta. Ad introdurre la sanzione, salata e tra l'altro difficile
da riscuotere pesando sulle tasche di chi spesso non ha da
mangiare né da dormire, è stato il consiglio comunale di Napoli
che ha approvato una delibera contro i parcheggiatori abusivi e i
lavavetri. Una novità assoluta senza precedenti neppure nelle
città governate dalla Lega di Bossi e che la sinistra si affretta
subito a definire un errore. Democratici di sinistra, Sdi e
Rifondazione comunista hanno immediatamente pronunciato un "mea
culpa", riconducendo tutto ad una svista dei consiglieri comunali
dei tre partiti, non consapevoli che il provvedimento, nato per
combattere il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, fosse stato
corretto con un emendamento proposto in commissione da
Rinnovamento italiano. "Chiediamo l'abrogazione della norma"
dicono le tre forze politiche, con la precisazione di
Rifondazione che dichiara di essere pronta a lasciare
l'amministrazione se non si facesse immediatamente marcia
indietro. Ma la reazione di movimenti e sindacati è forte e
altrettanto immediata. Nella città nota per la capacità di
integrazione tra culture e diverse etnie, da più parti arrivano
condanne al provvedimento della maggioranza di centrosinistra.
Protesta la Cgil: "Va contro immigrati, precari e persone ai
limiti della povertà. E' un errore punire chi sopravvive in
condizioni di marginalità e che invece andrebbe aiutato in un
percorso di recupero di dignità". Si fa sentire la voce della
chiesa con la condanna al cardinale Michele Giordano, si attivano
i no global.
Ieri pomeriggio nel centro di Napoli non c'erano solo i
senegalesi e i marocchini ad approfittare del traffico caotico
della città per offrire il servizio a domicilio agli
automobilisti intrappolati in file interminabili, ai semafori era
fermi anche i giovani no global "con secchi e stracci per
un'azione di disobbedienza sociale". Un pomeriggio dedicato a
lavare vetri in segno di solidarietà e di opposizione
all'amministrazione comunale che: "Ha deciso di trattare i
lavavetri come criminali" scrivono in una nota. "I problemi di
Napoli sono ben altri dalla disoccupazione alla devastazione del
territorio e ci chiediamo se la giunta e il consiglio per
reprimere veramente il lavoro nero interverranno nella periferia
per espropriare alla camorra quei pezzi di territori pubblici che
vengono utilizzati come parcheggi privati". Ma una paternità la
delibera che apre la guerra ai lavavetri deve pure avercela e tra
distrazioni, dietrofront e proteste, c'è chi la difenda.
L'assessore alla sicurezza urbana Luca Esposito dell'Udeur così
la spiega: "Ai semafori e lungo la strada non ci sono solo i
lavavetri ma anche scippatori. E poi spesso sono attività
affidate ai minori per questo una squadra speciale di vigili
riferirà alla Procura della Repubblica". Guerra aperta ai
lavavetri quindi, meglio ancora se minori.
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