09 Marzo 2002
 
 
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Vetri sporchi al comune di Napoli
Multe salate (fino a 500 euro) per i lavavetri. E' quanto prevede una delibera approvata da palazzo San Giacomo
MARIELLA PARMENDOLA

Lavavetri a rischio estinzione. La pazienza di aspettare l'automobilista disponibile per guadagnare pochi centesimi dopo una valanga di insulti e improperi urlati dai finestrini, non basta più. Farsi trovare nei pressi di un semaforo è già sufficiente per essere inserito nella lista dei sospetti, se poi il soggetto sotto osservazione è un immigrato con secchio e straccio la multa è assicurata. Guadagnarsi un po' di spiccioli per sopravvivere con uno dei mestieri più diffusi tra gli extracomunitari a Napoli diventa un lavoro da imprenditori. Solo chi ha da parte un piccolo capitale di rischio può sfidare la sorte, sostare nei pressi di un incrocio per strappare qualche euro agli automobilisti con i vetri sporchi è affare per pochi. Se, infatti, un vigile urbano scorge il reo può fargli pagare una multa che oscilla tra i 103 e i 506 euro e poco importa se magari l'automobilista ha gradito il servizio. La caccia ai lavavetri è aperta. Ad introdurre la sanzione, salata e tra l'altro difficile da riscuotere pesando sulle tasche di chi spesso non ha da mangiare né da dormire, è stato il consiglio comunale di Napoli che ha approvato una delibera contro i parcheggiatori abusivi e i lavavetri. Una novità assoluta senza precedenti neppure nelle città governate dalla Lega di Bossi e che la sinistra si affretta subito a definire un errore. Democratici di sinistra, Sdi e Rifondazione comunista hanno immediatamente pronunciato un "mea culpa", riconducendo tutto ad una svista dei consiglieri comunali dei tre partiti, non consapevoli che il provvedimento, nato per combattere il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, fosse stato corretto con un emendamento proposto in commissione da Rinnovamento italiano. "Chiediamo l'abrogazione della norma" dicono le tre forze politiche, con la precisazione di Rifondazione che dichiara di essere pronta a lasciare l'amministrazione se non si facesse immediatamente marcia indietro. Ma la reazione di movimenti e sindacati è forte e altrettanto immediata. Nella città nota per la capacità di integrazione tra culture e diverse etnie, da più parti arrivano condanne al provvedimento della maggioranza di centrosinistra. Protesta la Cgil: "Va contro immigrati, precari e persone ai limiti della povertà. E' un errore punire chi sopravvive in condizioni di marginalità e che invece andrebbe aiutato in un percorso di recupero di dignità". Si fa sentire la voce della chiesa con la condanna al cardinale Michele Giordano, si attivano i no global.
Ieri pomeriggio nel centro di Napoli non c'erano solo i senegalesi e i marocchini ad approfittare del traffico caotico della città per offrire il servizio a domicilio agli automobilisti intrappolati in file interminabili, ai semafori era fermi anche i giovani no global "con secchi e stracci per un'azione di disobbedienza sociale". Un pomeriggio dedicato a lavare vetri in segno di solidarietà e di opposizione all'amministrazione comunale che: "Ha deciso di trattare i lavavetri come criminali" scrivono in una nota. "I problemi di Napoli sono ben altri dalla disoccupazione alla devastazione del territorio e ci chiediamo se la giunta e il consiglio per reprimere veramente il lavoro nero interverranno nella periferia per espropriare alla camorra quei pezzi di territori pubblici che vengono utilizzati come parcheggi privati". Ma una paternità la delibera che apre la guerra ai lavavetri deve pure avercela e tra distrazioni, dietrofront e proteste, c'è chi la difenda. L'assessore alla sicurezza urbana Luca Esposito dell'Udeur così la spiega: "Ai semafori e lungo la strada non ci sono solo i lavavetri ma anche scippatori. E poi spesso sono attività affidate ai minori per questo una squadra speciale di vigili riferirà alla Procura della Repubblica". Guerra aperta ai lavavetri quindi, meglio ancora se minori.


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