09 Marzo 2002
 
 
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Silenzio
ROBERTA CARLINI


Cinquanta persone, forse più. "Clandestini", secondo i nostri telegiornali e anche secondo le linde mappe ufficiali della nostra Marina che evidenziano con una crocetta rossa il punto del naufragio. Morti e sepolti dal mare, dall'Italia hanno avuto il tentativo di aiuto di alcuni pescatori siciliani e quell'epitaffio - "clandestini": come si fa a essere clandestini in un paese in cui non si è messo piede?
Altro non hanno avuto e non avranno. Qualcuno dice che la Marina militare, che per prima ha avvistato la barca su cui viaggiavano nel pomeriggio di giovedì, sarebbe potuta intervenire prima, meglio, con mezzi migliori di quelli usati dai volenterosi pescatori di Lampedusa. Non sappiamo se questo è vero: altre volte, tante, gli addetti al controllo delle coste hanno salvato centinaia e centinaia di persone dal mare. Sappiamo però che altri interventi, altri mezzi e altri scopi - non certo quello del soccorso - verranno attribuiti alle navi militari dalla nuova legge sull'immigrazione che attende l'approvazione della camera, che porta i nomi di Bossi e Fini.
Cinque anni fa, dopo un altro naufragio - quello della Kater I Rades nel canale d'Otranto, speronata da una nave militare italiana - l'allora capo dell'opposizione Silvio Berlusconi andò in ospedale a Brindisi a trovare i pochissimi superstiti, pianse davanti alle telecamere e "adottò" una famiglia di albanesi. Ieri, il presidente del consiglio Silvio Berlusconi non ha detto neanche una parola per i morti del canale di Sicilia. Al vertice italo-tedesco con SchrÖder "non se n'è parlato", ma s'è detto che siamo tutti d'accordo a istituire una forza comune europea per presidiare i confini. Per il governo non si è mosso nessuno, tutti hanno parlato d'altro. Sulla tragedia di Lampedusa, silenzio tombale. Solo un sottosegretario ha farfugliato di "solidarietà" ribadendo la linea dura contro gli sbarchi. Non c'è bisogno di ribadirla, la linea dura: parlano da soli i morti che resteranno sotto il mare e gli occhi dei pochi sopravvissuti.


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