09 Marzo 2002
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
"Non ne abbiamo discusso"
Berlusconi non commenta il naufragio. L'Onu: "Servono vie legali di migrazione"
CI. GU. - ROMA

"Il tema non è stato discusso nelle riunioni odierne". Quindi al presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, mancano le parole per commentare la strage di Lampedusa. "Ma il problema dell'immigrazione sarà inserito nella prossima agenda dell'Unione europea" assicura, proprio dopo essersi messo d'accordo con il cancelliere tedesco Schroeder sulla prossima fase di "irrobustimento" della fortezza Schengen. "Serve una forza comune europea", hanno spiegato i due premier dopo il lungo summit che ieri si è svolto a Trieste. Né la morte di più di cinquanta persone, né il recupero in quelle stesse ore di dodici cadaveri, sono riusciti a regalare momenti di riflessione al vertice italo-tedesco. A Berlusconi non è scappato neanche un "mi dispiace": quando i silenzi sono più eloquenti delle parole...
Di "solidarietà piena e convinta", parla invece il sottosegretario al ministero agli interni Antonino D' Alì, che tuttavia ribadisce: "L'attenzione del governo nei confronti degli sbarchi di clandestini che avvengono sulle coste italiane è massima: sotto il profilo della tempestiva azione delle forze dell'ordine, e sotto quello diplomatico". E a coronare la giornata ci ha pensato Maurizio Gasparri, che con buongusto ha affermato: "servono norme più severe" visto che "in queste situazioni le prime vittime sono gli immigrati". Insomma, ieri il governo si è barcamenato tra ilenzi imbarazzanti e retorica a iosa. La seconda occasione l'avrà quando, e se, riferirà alle camere sull'accaduto, come chiedono i Ds e la Margherita. "Di fronte a tante vittime senza volto il dolore di tutti noi è grande", ha dichiarato Marco Minniti (Ds), sottolineando che "un uso improprio della forza potrebbe portare effetti persino più disastrosi", come l'utilizzo di navi militari con il chiaro compito di "disincentivare" l'arrivo di navi, non certo di soccorrerle. Dino Frisullo dell'associazione Azad critica, invece, la decisione dell'Italia di stringere un patto bilaterale con la Turchia (da dove sembra siano partiti i migranti deceduti in mare): "dove si organizza la pulizia etnica e si protegge il traffico di migranti" e accusa D'Alì di essere "il capo della lobby filoturca nella scorsa legislatura". Di "tragedia annunciata" parla Paolo Cento dei Verdi: "Il pugno di ferro non limita gli sbarchi, serve solo a garantire maggiori profitti a scafisti senza scrupoli". Battaglia contro la Bossi-Fini è ciò che promette il deputato di Rifondazione Giovanni Russo Spena: "Occorre una riorganizzazione dei flussi, patti seri con i paesi mediterranei, vie d'accesso legali in Italia". Contro la politica "zero immigrazione" si è scagliato ieri anche l'Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Acnur) convinto della necessità "di un approccio che permetta ai rifugiati di avere un accesso più sicuro in Europa e che produca forme più realistiche e più liberali di migrazione legale".

PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE