Via Corelli, chi l'ha visto?
Lo strano caso di due ragazze "scomparse" nel Centro
milanese
LUCA FAZIO -
MILANO
N.M. (la ragazza è minorenne) ha inviato un sms alla madre
all'una di notte del 29 dicembre per dire che invece di tornare a
casa sarebbe andata a Padova insieme alla sua amica V. - anche
lei minorenne. N.M. è di Ljubljana (Slovenia), è appassionata di
musica e durante la feste ha conosciuto dei ragazzi africani che
abitano a Padova. A questo punto milioni di telespettatori
scrutano una ragazza bionda con un ciuffo arancione e un piercing
sul sopracciglio. La storia è pronta per essere divorata dagli
appassionati di Chi l'ha visto?, la trasmissione cult di
Rai3 giunta alla 14esima edizione con 1270 casi risolti
di persone scomparse. Squilla il telefono: "Telefono da Milano,
sono una dipendente del centro della Croce Rossa di via Corelli.
N. e la sua amica sono state trattenute in questo centro, non so
se ci siano ancora. Ho parlato con loro, sono simpaticissime...".
Fine della trasmissione.
Possibile? Due minorenni nel centro di detenzione di via Corelli
per stranieri senza permesso di soggiorno? Il capitano
Cappelletti, che è custode di quel carcere dal giorno
dell'inaugurazione, assicura di non averle viste. "Quelle ragazze
non sono mai state qui - dice - abbiamo controllato e sicuramente
la nostra addetta si è confusa, passano tante ragazze e molte si
somigliano".
Serve a poco anche consultare il registro dei trattenimenti di
Corelli che si trova in Tribunale: nelle ultime settimane sono
state fermate "solo" due ragazze slave, di 20 e 25 anni. Resta il
fatto che l'eventuale errore dell'addetta della Croce Rossa,
teletrasmesso in prima serata, solo per caso ha rivelato a
milioni di persone che si può "scomparire" anche in quel buco
nero del diritto che si chiama "centro di permanenza temporanea".
Perché la storia di una minorenne che "scompare" per un mese in
un centro di detenzione è del tutto verosimile, e non sarebbe
certo la prima volta. "E' capitato spesso che in caso di
trattenimento indebito le persone spariscano improvvisamente: nel
senso che le rilasciano da un momento all'altro e quindi diventa
molto complicato far emergere queste infrazioni così comuni",
spiega Pietro Massarotto, avvocato del Milano Social
Forum che più volte ha impugnato provvedimenti di
espulsione.
Capita anche che una persona venga trattenuta più volte in
seguito ad uno stesso provvedimento di espulsione, è come se per
gli stranieri esistesse una doppia pena (a volte anche tripla)
per la medesima mancanza (nessuno è dentro perché ha commesso
reati). Lo scorso aprile è capitato ad Angel George, un rumeno
che conviveva con una donna italiana e aveva un bambino appena
nato; trattenuto la prima volta nel centro romano di Ponte
Galeria e poi anche in via Corelli. Il ricorso contro quel
trattenimento (non tradotto in rumeno e perciò non regolare in
base alla legge 98/40) si è risolto in un nulla di fatto. Nel
centro di detenzione vengono anche trattenute persone che hanno
ricevuto un vecchio provvedimento di espulsione, cioè precedente
alla Turco-Napolitano. Spiega l'avvocato: "Allora non c'erano i
centri e non era previsto il trattenimento: nel diritto penale
non passerebbe mai, invece lì dentro succede di tutto".
Il ddl Bossi-Fini prevede la costruzione di almeno altri dieci
centri di detenzione. Serviranno molti soldi, e il governo ha
pensato di "trattenere" i contributi già versati degli immigrati
che decideranno di lasciare l'Italia.
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