05 Gennaio 2002
 
 
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Uccisi dal freddo
Firenze, due immigrati muoiono bruciati dal fuoco che avevano acceso per scaldarsi
RICCARDO CHIARI - FIRENZE

Ancora nel tardo pomeriggio erano senza nome. Due corpi carbonizzati, quel che restava degli inquilini di un ex casello idraulico nel parco delle Cascine, diventato un surrogato di casa per immigrati e senza tetto a poca distanza dalla Scuola di guerra aerea. Alle 4 del mattino l'allarme, dato da alcuni residenti della zona. Dopo dodici ore i vigili del fuoco erano sempre all'opera in via del Pegaso, impegnati a estrarre da quei 50 metri quadrati di legno bruciato e muratura anche due bombole del gas e una stufa. "Al momento non emergono circostanze tali da far ritenere che si tratti di un fatto doloso", dice il prefetto Achille Serra al termine di una riunione straordinaria del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Di solito nei summit delle autorità cittadine viene scritta l'agenda dei prossimi sgomberi. Questa volta si decide di allestire al più presto una struttura con un centinaio di posti letto, per far fronte all'emergenza freddo fino a metà febbraio. Ma quanti saranno i "clandestini" che accetteranno l'offerta, in una città dove l'ufficio espulsioni rapide della questura funziona a pieno regime da mesi?
Grazie a un documento d'identità quasi completamente bruciato, gli investigatori pensano che una delle vittime fosse un immigrato nordafricano. Il secondo corpo potrebbe essere di un italiano, originario della Sardegna. Un altro dei tanti "senza fissa dimora" che non avevano trovato rifugio nei centri di accoglienza, quelli allestiti dal comune quando l'inverno diventa davvero rigido. Il fatto è che i posti a disposizione sono poco più di un centinaio, mentre i senza casa sono migliaia. Soprattutto immigrati. Alcuni di loro sono irregolari, ma molti altri hanno in tasca il loro bravo permesso di soggiorno, che però non serve a niente quando si cerca una casa in affitto a prezzi onesti.
L'accusa di don Piero Sabatini è precisa: "Oggi a Firenze l'emergenza abitativa è 'il' problema - dice il direttore della Caritas - e questo vale per gli stranieri come per gli italiani. Molti extracomunitari in regola mi raccontano sempre la stessa cosa: non trovano casa, e se la trovano si sentono chiedere 600mila lire al mese. Non per una stanza. Per un posto letto. Queste sono vere e proprie forme di estorsione". Di fronte alla doppia tragedia, al mattino il sindaco Leonardo Domenici va al parco delle Cascine, e davanti alle telecamere del Tg3 regionale dice: "Sono persone che rischiano per noi di non esistere, ma che invece esistono eccome". Nel pomeriggio c'è anche lui al comitato per l'ordine e la sicurezza, dove viene deciso di censire i rifugi di fortuna in città, e controllare il loro grado di pericolosità. Tra questi ci sono anche gli immobili dismessi occupati dal Movimento di lotta per la casa, che proprio ieri denunciava le intenzioni "sgomberative" di comune e forze dell'ordine. "Grazie alle occupazioni - spiega Lorenzo Bargellini - 200 famiglie hanno un tetto sopra la testa, ma tante altre non sanno dove andare. Noi non ci divertiamo a occupare. Ma se non lo facciamo, chi si preoccupa di questa gente?".

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