11 Dicembre 2001
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
INTERVENTO
Il diritto del più forte
RAFFAELE K. SALINARI *


Tra i reati compresi all'interno del pacchetto che riguarda il mandato di cattura europeo ci sono anche il traffico di esseri umani, lo sfruttamento sessuale dei minori ed il commercio d'organi. Si tratta appunto di un pacchetto che ha, come tale, una sua coerenza interna che lega, giustamente, i reati di tipo fiscale a quelli comuni, partendo dall'ipotesi che spesso si sostengono a vicenda. Se saltasse una delle componenti del provvedimento europeo, ad esempio quella sui reati fiscali, rischierebbe di saltare anche tutto il resto.
Dal 17 al 21 prossimi si terrà a Yokoama la seconda conferenza internazionale delle Nazioni unite sullo sfruttamento sessuale dei minori che ha all'ordine del giorno, tra le altre cose, anche quello del traffico a scopo di prostituzione. Alla conferenza sarà presente una nutrita delegazione del Governo italiano la cui posizione sull'argomento era, sino ad oggi, una delle più avanzate nel senso dell'assoluta condanna di questi reati. Tutto bene quindi? Non si direbbe proprio dato che in questi casi il negoziato sulla dichiarazione finale viene prevalentemente condotto da gruppi di paesi, tra i quali l'Unione europea. A questo punto staremo a vedere quale sarà la posizione finale del nostro paese che, in coerenza a quanto dichiarato sul mandato di cattura europeo, potrebbe rendere a dir poco imbarazzante la posizione comunitaria su questi delicati argomenti.
Far saltare il pacchetto sul mandato di cattura europeo indebolisce infatti considerevolmente il ruolo negoziale dell'Unione, che non potrà presentarsi con un provvedimento complessivamente innovativo dal punto di vista della lotta contro questi crimini, perdipiù condotta attraverso un'istituzione internazionale. Una cosa che, ad esempio, gli Stati uniti non vogliono, sopratutto dopo gli attentati alle torri gemelle. Se questo dovesse accadere si confermerà la caratteristica strutturale della politica estera del nostro paese, che da qualche tempo non esita ad assumere posizioni internazionali modulate sulle esigenze della politica interna, con il risultato di interpretare il diritto internazionale come più conviene, e comunque sempre in favore del campo dominante. Ma, più in generale, il rischio grave è che i risultati della prima conferenza delle Nazioni unite della nuova epoca bellica saranno condizionati ai problemi di un singolo paese europeo, indebolendo ulteriormente sia la posizione comunitaria sia l'Onu.
Per chi difende il diritto internazionale dei minori, in pace come in guerra, questo rappresenterebbe un vulnus grave, un altro passo nel disegno di smantellamento di quel poco diritto internazionale oramai rimasto. A condannare il Diritto internazionale ci ha gia pensato la guerra in Afganistan, con il suo tentativo di arruolare gli aiuti umanitari tra gli strumenti strategici. Forse la partita che si gioca a Yokoama non sarà molto seguita dai media ma, proprio per questo, la vigilanza deve essere massima per evitare che il Diritto del più forte vinca su quello del più debole.
* Presidente Terre Des Hommes
International


PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE