07 Ottobre 2001
 
 
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IN BREVE
Ucciso volontario

Un volontario italiano in Ruanda, Giuliano Berizzi, è stato ucciso ieri mattina a Kihali. Lo ha reso noto l'agenzia missionaria Misna che cita fonti della capitale ruandese. Berizzi, 60 anni, originario di Alzano Lombardo (Bergano) e residente a Nese, è stato ucciso da due uomini nella casa dove abitava dopo essere stato aggredito in strada. Elettricista in pensione, Berizzi si recava spesso in Ruanda per rimanerci tre o quattro mesi. Insegnava il suo mestiere ai ragazzi del posto e i migliori li portava con sè in Italia perché facessero esperienza per poi riaccompagnarli in Ruanda. Molto legato ai missionari salesiani presenti a Kigali, collaborava con il centro giovanile dei religiosi nel quartiere di Gatenga.

G8, libero Monai

Il gip Maria Franca Borzone ha disposto la scarcerazione dagli arresti domiciliari per Massimiliano Monai, il trentenne genovese accusato di tentato omicidio perché ripreso dai filmati mentre con una trave dava l'assalto alla camionetta dei carabinieri. La stessa auto rimasta isolata in piazza Alimonda il 20 luglio scorso, quando si verificò l'episodio che portò poi alla morte di Carlo Giuliani.

Sequestro filmato

Una ragazza di colore è stata rapita la scorsa notte a Nuoro. L'episodio ha avuto per testimone l'operatore di una televisione locale che è riuscito a riprendere la scena con una telecamera. L'uomo ha poi detto di aver notato una macchina di colore rosso allontanarsi a forte velocità con uno sportello aperto ed una ragazza extracomunitaria che gridava e si divincolava mentre veniva trattenuta a forza nell'abitacolo da due persone. Dato l'allarme al 113, il testimone si è messo all'inseguimento dell'auto annotandone la targa. Durante il tragitto lungo la strada ha però perso il contatto. L'auto, ritrovata dai carabinieri nei pressi di Bolotana, centro del nuorese al confine con la provincia di Oristano, è risultata rubata a Nuoro. Nessuna traccia della ragazza e dei suoi rapitori.

"Libertà per Luigi"

Sono ancora piuttosto gravi le condizioni di salute di Luigi Longo, il manifestante condannato a due anni e mezzo per le manifestazioni di giugno a Goteborg. I familiari hanno reso noto che durante il periodo di isolamento, che è stato revocato solo tre giorni fa durante il processo di appello, Luigino ha perso 14 chili e per lungo tempo i medicinali per la sua cardiopatia gli sono stati somministrati in ritardo, tanto che le sue condizioni di salute ne risentono tutt'ora. In attesa che l'11 ottobre il tribunale decida se assolverlo o no, i familiari e i comitati che si sono mobilitati in Italia, Svezia e Norvegia (dove Luigi vive da 17 anni) chiedono che Luigino sia almeno trasferito quanto prima in Norvegia dove risiede anche la figlia minorenne di cui ha l'affidamento. (sa.m.)

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