12 Settembre 2001
 
 
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L'ODISSEA DEI PROFUGHI

Sedici giorni in mezzo al mare.Ma la soluzione è ancora lontana

L'odissea dei 433 profughi afghani è cominciata più di due settimane fa, quando gli immigrati, partiti dall'Indonesia con un un peschereccio per arrivare in Australia, sono stati bloccati da Canberra che, per la prima volta, ha negato loro il diritto d'asilo. Ecco le principali tappe di questo viaggio senza fine. Il 26 agosto i profughi sono stati soccorsi dal cargo norvegese "Tampa" al largo delle acque territoriali australiane, dopo aver lanciato un sos: l'imbarcazione su cui si trovavano stava per affondare. La "Tampa" si è fermata, per volere dei profughi, vicino all'isola di Christmas, il porto australiano più vicino a dove si trovavano. Il 27 agosto l'Australia nega ai 433 profughi il permesso di entrare in territorio australiano e respinge la loro richiesta di asilo. Il 29 agosto le teste di cuoio australiane presidiano la nave norvegese, in attesa di dirottarla fuori dalle acque territoriali australiane. I profughi, intanto, iniziano uno sciopero della fame, nonostante le condizioni precarie e la presenza di 43 bambini e due donne incinte. Il 30 agosto l'Australia propone all'Indonesia dei soldi pur di farsi carico dei profughi. Giakarta non accetta e minaccia di bombardare la "Tampa" se dovesse avvicinarsi in acque indonesiane. Il 1 settembre arrivano proposte di aiuto da Nuova Zelanda e Nauru, che si accordano con l'Australia. Un giudice, però, blocca la nave per discutere il ricorso presentato da un'associazione dei diritti umani. Il 3 settembre i profughi vengono trasbordati dalla "Tampa" alla "Manoora", nave militare australiana, e partono subito verso la Nuova Guinea, da dove poi si divideranno. Alcuni andranno in Nuova Zelanda, altri a Nauru. Il 10 settembre c'è l'accordo tra Australia e Nauru non solo sui 433 profughi afghani ma anche sui 130 immigrati arrivati il giorno prima in acque australiane. Nauru accoglierà gli immigrati in cambio di aiuti economici.

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