Un piano dell'Onu
Mediazione dell'Acnur per salvare la nave dei profughi
afghani
Potrebbe essere giunta a una svolta decisiva l'avventura dei
460 profughi afghani da sei giorni a bordo del cargo norvegese
Tampa. Ieri a Ginevra si è svolto un incontro fra il
Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Acnur) e i
rappresentanti dei quattro governi più direttamente coinvolti
nella vicenda, vale a dire Australia, Nuova Zelanda, Norvegia e
Indonesia. Lo scopo era quello di trovare una soluzione che desse
uno sbocco alla vicenda vincendo contemporaneamente la resistenza
con la quale, ostinatamente, il goveno austrialiano ha fino a
oggi impedito agli immigrati di mettere piede sul proprio
territorio.
Alla fine il risultato è stato un piano d'azione proposto
dall'Acnur e articolato in tre punti che, a quanto pare, sarebbe
stato accettato da tutti. Ai profughi verrebbe consentito di
effettuare "uno sbarco temporaneo per motivi umanitari"
sull'isola australiana di Christmas, al largo della quale si
trova la Tampa con il suo carico di disperati. Una volta a terra
- dove già sarebbe stato allestito un campo di accoglienza - lo
stesso Acnur si occuperebbe di controllare i profughi,
verificando l'esistenza delle condizioni per accedere alla
richiesta di asilo politico. Infine, uomini, donne e bambini
verrebbero trasferiti verso quei paesi che hanno manifestato
disponibilità ad accoglierli, come Norvegia e Nuova Zelanda.
"Questa al momento è la soluzione più logica", ha detto il
portavoce dell'Acnur, Kris Janowsky.
Una soluzione che però al momento sembra esistere ancora solo
sulla carta, mentre le condizioni di vita a bordo della Tampa si
fanno sempre più difficili, come ha potuto constatare anche Ove
Thorshein, un diplomatico norvegese che ieri è salito per sei ore
a bordo della nave. "C'è poca acqua e il cibo è scarso", ha detto
Thorshein, aggiungendo che "le condizioni igienico-sanitarie sono
insoddisfacenti". Ma per quanto stremati, affamati e assetati, i
profughi sarebbero però anche determinati ad andare fino in fondo
riuscendo a sbarcare in Australia. "Hanno detto che non andranno
in nessun posto che non sia l'Australia", ha confermato
Thorshein.
In aiuto ai profughi afghani è poi intervenuto ieri anche un
tribunale autraliano. Due giorni fa, per impedire alla nave di
fare rotta verso le sue coste e ai profughi di gettrasi in mare,
il governo aveva inviato uomini dei reparti spaciali per
presidiare il cargo e conudurlo fuori dalle acque territoriali
del paese. Ieri invece la Corte federale dopo aver accolto
l'istanza presentata da un gruppo per le libertà civili ha emesso
un'ordinaza temporanea che impedisce al governo di spingere il
cargo fuori dalle acque territoriali.
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