30 Agosto 2001
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
Immigrati in fuga da villa Magistrini
Bologna, arrivano i fogli di via e gli "irregolari" abbandonano la struttura occupata
SARA MENAFRA


Sarebbero stati accompagnati alla frontiera, alcuni dei 101 immigrati che da qualche mese vivevano in una villa abbandonata alle porte di Bologna: villa Magistrini, comune di Castelmaggiore. Nei giorni scorsi buona parte dei "residenti" erano stati messi in fuga dall'arrivo di quattro fogli di via, indirizzati a una coppia di kosovari e a due serbi (tre di loro lavoravano in nero in aziende della provincia). L'arrivo dei provvedimenti di espulsione aveva causato una reazione a catena: in pochi giorni la maggior parte delle persone che avevano trovato rifugio nella villa si sono spostate altrove, facendo perdere ogni traccia di se. Un allarme giustificato dato che due giorni fa alle porte della villa si sono presentati alcuni agenti che hanno fermato cinque persone prive di permesso di soggiorno. "Quelle persone non andranno via del tutto - spiega Vito Totire, del circolo Chico Mendez - continueranno a vagare nella zona, magari tornando lì solo di notte". Ieri sera l'associazione ha iniziato uno sciopero della fame a staffetta: "La politica dei fogli di via è assurda - aggiunge Totire - non fa che ricacciare nella clandestinità persone che hanno tutto il diritto, spesso anche dal punto di vista legale, di vivere una vita dignitosa".
Nella villa di Castelmaggiore intanto sono rimaste circa venti persone, gli unici con regolare permesso di soggiorno in Italia. Sempre la scorsa settimana, mentre iniziavano ad arrivare i primi fogli di via, l'edificio era stato finalmente ripulito dall'enorme muro di spazzatura che ne assediava l'ingresso. Seppur migliore dal punto di vista igenico, la situazione nella villa rimane comunque precaria e pericolosa. Come spiega il rapporto presentato all'inizio del mese dal Centro multietnico del quartiere Navile e dalla Cgil, nell'edificio ci sono "buchi nei pavimenti al primo piano da cui si rischia di precipitare al piano terra; porte-finestre senza alcuna protezione; topi che invadono anche gli spazi abitati; assenza di servizi igenici e di elettricità". "Una situazione insostenibile" avevano denunciato le due organizzazioni, affiancate dal circolo Chico Mendez.
Per cercare di gestire l'emergenza venerdì scorso la prefettura ha organizzato un tavolo attorno al quale si sono riuniti i comuni della provincia bolognese. Tutti meno Bologna, che ha annunciato da tempo di non volersi più occupare dei nuovi immigrati nella zona: "ci prenderemo cura di quelli che già ci sono, facendoli vivere in condizioni dignitose", ha spiegato la scorsa settimana Guazzaloca, intervistato da Panorama. I comuni della provincia si sono divisi la responsabilità di accogliere le cinque famiglie, due delle quali troveranno ospitalità in centri di prima accoglienza, in attesa di sistemazioni stabili.
La vicenda di villa Mercadini, comunque, è solo la punta dell'iceberg. Consci di questo problema i rappresentanti dei municipi attorno a Bologna si sono dati un nuovo appuntamento ieri mattina, nella sede delle provincia. "L'incontro aveva due obiettivi - racconta Tiberio Rabboni, vicepresidente della provincia bolognese - trovare fondi stabili per l'assistenza alle famiglie uscite da villa Magistrini e aprire una discussione più ampia che blocchi il flusso delle continue emergenze". La riunione si è conclusa con la richiesta a provincia e capoluogo di indire una riunione della Conferenza metropolitana sulla questione immigrati. "E' un po' una provocazione - ammette Rabboni - verso un'amministrazione che ha deciso da tempo di scaricare il problema sugli altri comuni della provincia. Noi comunque aspettiamo una risposta".

PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE