11 Agosto 2001
 
 
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Milano, trasloco soft per i rom di via Barzaghi
E' cominciato lo smantellamento del ghetto. Ma nel nuovo campo i container sono pochi e mancano ancora acqua e luce
GIORGIO SALVETTI - MILANO


Gli unici che stanno in roulotte in via Novara sono i vigili o chi deve controllare i documenti. Una specie di reception improvvisata con la scritta "Polizia Municipale" accoglie i circa 200 rom che arrivano alla spicciolata dalla favela di via Barzaghi. E' iniziato così, ieri mattina, il trasferimento dei rom macedoni e kosovari nel nuovo campo "attrezzato" che il Comune di Milano ha allestito in fretta e furia in un parcheggio fuori città.
In via Novara non ci sono ancora gli allacciamenti della luce e del gas. Nel piazzale d'asfalto sono stati posizionati nel giro di pochi giorni 45 container da 25 metri quadrati l'uno e una decina di tende montate all'ultimo momento, quando ci si è accorti che i container non sarebbero bastati. Ogni scatolone è largo poco più di due metri e per i rom il massimo della scelta è tra il container con un solo locale - tutti che dormono in una stanza - e quello con due stanze di due metri per due. Il bagno con boiler e doccia ci sarebbe, peccato non funzioni perché mancano l'acqua e le fognature. Per ora ci si deve accontentare dei rubinetti e delle latrine ai bordi del campo e di tre docce, all'aperto, che devono bastare per tutti. Per cucinare non è stato previsto alcuno spazio. "Ci costruiremo una tettoia", dice una signora. Il suo container è già pieno eppure fuori dalla porta avanza una catasta di roba: mobili, piante, piatti. "Non so dove metterli. E poi noi dove dormiamo? Noi non viviamo così, guarda, mia figlia deve mangiare per terra".
La mattina era cominciata con l'arrivo in via Barzaghi dei camion della protezione civile nel campo dei macedoni, i primi ad essere trasferiti. Là i rom avevano delle baracche, senza luce né acqua, ma con un briciolo di dignità. Ognuna fatta a modo suo, abbastanza grandi da contenere tutta la famiglia, arredate con mobili e tappeti recuperati chissà dove nel tentativo di darsi un minimo di decoro. All'alba i rom avevano già svuotato le baracche e aspettavano i camion davanti alle loro cose ammucchiate, pronte ad essere caricate. "Non puoi portarti tutta questa roba, non ci sta in via Novara", ripetono gli uomini del Comune. Eppure il trasloco di massa prosegue velocemente, in un'atmosfera calma e tranquilla.
Qualche centinaio di metri più in là un grande prato si riempie piano piano di qualche sedia, poi arrivano i tavoli e alcune roulottes. Una scena surreale. Sono i romeni, più di cinquecento, loro non saranno trasferiti in via Novara, ma anche loro devono traslocare. Nel prato a fianco. Il campo viene spostato per permettere di ripulire l'area dove fino a ieri erano stipate all'inverosimile le loro roulottes. Le ruspe e gli uomini del Comune sono già al lavoro. Qui l'atmosfera è meno calma, ma il trasloco continua rapido. C'è chi si affanna a spostare la propria casa di poche decine di metri e chi guarda la scena con stupore e rassegnazione. Il destino dei romeni è molto più incerto. Al contrario dei kosovari non hanno il permesso di soggiorno come rifugiati di guerra, molti lavorano, alcuni sono irregolari, tanti se ne sono andati, per paura. Nei giorni scorsi il Comune ha censito la popolazione e la comunità ha temuto di essere divisa: chi ha i documenti in regola resta, chi non è in regola viene espulso. Poi il Questore di Milano ha assicurato che non dividerà le famiglie: chi ha figli potrà rimanere. E così i romeni hanno accettato di spostarsi un po' più in là. "Di qualche metro, anche di qualche chilometro, ma non di più".
Intanto in via Novara arriva il secondo carico. C'è sempre meno spazio. Ernesto Rossi dell'Opera Nomadi guarda perplesso: "Dicono che metteranno dei prefabbricati più grandi, che a settembre faranno gli allacciamenti di luce e gas, ma adesso come si fa? E pensare che questa gente come rifugiati di guerra ha diritto agli aiuti umanitari. Hanno lasciato che in via Barzaghi la situazione degenerasse per anni e ora vogliono risolvere tutto in un giorno, non si poteva aspettare che almeno ci fossero gli allacciamenti?".
A mezzogiorno mezzo campo macedone in via Barzaghi è già stato raso al suolo mentre il trasloco è ancora in corso. Ormai non si torna indietro. Il Comune ha fretta. Bisogna fare di corsa, approfittare delle vacanze e dribblare le proteste contro i rom. Eppure, ieri mattina qualche decina di persone, gli abitanti di un agglomerato di case distante dal campo di via Novara non meno di un paio di chilometri di prati, non ha potuto esimersi dal protestare di fronte ai container.

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