10 Agosto 2001
 
 
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EXTRACOMUNITARI
La Coldiretti ne vuole tanti

Il messaggio è chiaro, è scritto in una ricerca della Coldiretti, un tempo feudo dc, oggi in larga parte inquadrata in Forza Italia: "occorre avere il coraggio di leggere la realtà, senza atteggiamenti ideologici e fare i conti con un settore stretto da una situazione cronica di mancanza di manodopera". In altre parole, spiegano gli agricoltori, attenzione a varare leggi restrittive che limitano l'afflusso di extracomunitari in Italia. Il problea, infatti, è che quasi un lavoratore agricolo su dieci è extracomunitario: nel 2000 quelli assunti dalle aziende italiane sono stati quasi 65 mila (il 20 più del '99) e un analogo trend di crescita è previsto per il 2001: è prevista l'assunzione di quasi 80 mila lavoratori, con punte massime nel periodo giugno/settembre. A questi occorre aggiungere i lavoratori a tempo indeterminato, in continuo aumento, che a fine anno saranno almeno 9 mila. Spiega Paolo Bedoni, presidente di Coldiretti: "Per garantire la sicurezza alimentare e ambientale dei cittadini nell'epoca post-industriale, c'è assolutamente bisogno del lavoro degli eztracomunitari" che sono una componente determinante del sistema produttivo agricolo. Ad esempio, per la raccolta delle fragole nel veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia e Romagna, dell'uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana, dell'ortofrutta in Puglia e dell'allevamento in Lombardia, grazie soprattutto agli indiani che garantiscono la mungitura.

Rischio usura

Una ricerca della Cgia di Mestre ha denunciato il rischio usura che incombe su milioni di famiglie italiane. Lo studio è stato realizzato attraverso l'elaborazione dei dati regionali delle insolvenze (22 mila miliardi nel 2000) delle famiglie nei confronti del sistema bancario. Il primato negativo spetta alla Sicilia: l'insolvenza media delle famiglie dell'isola è il doppio rispetto alla media nazionale.

Fim-Uilm-Fismic su Comau

La divisione con la Fiom si consuma anche sui 135 licenziamenti Fiat-Comau. Fim, Uilm e Fismic hanno diffuso ieri un comunicato in cui criticano la decisione della Fiom di non trattare su entrambe le procedure di mobilità avviate da Comau: quella relativa ai 135, del 23 maggio, e quella dei 315, in scadenza il 15 ottobre prossimo. L'azienda aveva proposto di trattarle insieme, la Fiom si è detta disposta a trattare solo sui 135, almeno fino a quando non verranno resi noti i piani industriali sulle linee assemblaggio e manutenzione. Fim, Uilm e Fismic chiedono di tornare a trattare sulla procedura dei 315.

Sul mobbing, ok all'Inail

Unionquadri esprime il proprio apprezzamento per la recente decisione dell'Inail di comprendere il "mobbing strategico" tra i fattori d'infortunio sul lavoro oltre che come malattia professionale. Questa forma di stress potrà essere oggetto della tutela assicurativa dell'Inail qualora l'assicurato ne provi la causa lavorativa.

Serrata alla Sielte

La Cgil di Catanzaro denuncia il comportamento della Sielte s.p.a., un cantiere della provincia, che l'8 agosto ha deciso di attuare una serrata contro uno sciopero dei dipendenti: "A difesa della serrata sono state inviate 20 unità dei carabinieri e della digos: fatto grave, perché non sono state inviate a seguito di azioni di lotta preannunciate ma per far rispettare le disposizioni dell'azienda che aveva interdetto l'accesso al lavoro dei suoi dipendenti".

Poste, istruzioni per l'uso

Saranno 23 milioni i destinatari di un libretto spedito dalle Poste. Il manuale spiega i modi per spedire lettere, cartoline, documenti, telegrammi. E anche come ottenere i rimborsi per le disfunsioni del servizio.

Sabena taglia 1600 posti

La Sabena, compagnia aerea di bandiera del Belgio, taglierà 1600 posti di lavoro nell'ambito di un piano di ristrutturazione che ha presentato ieri: il primo trimestre dell'anno si è chiuso con un "rosso" di 138,9 milioni di euro contro perdite di 55,3 milioni di un anno prima.

Sciopero alla Omnitel

Le Rsu Fiom delle sedi Omnitel di Roma hanno indetto per oggi 3 ore di sciopero in uscita da ogni turno di lavoro "per le mancate risposte da parte dell'azienda dopo ripetuti incontri sulle condizioni lavorative all'interno dei call center: carichi di lavoro eccessivi, stress, nuova organizzazione del lavoro e degli orari, carenza di organico". A quest'ultimo proposito, le Rsu Fiom aggiungono: "Abbiamo chiesto più volte all'azienda di procedere a nuove assunzioni, ma ci viene risposto che non ci sono i margini: eppure l'utile netto del 2000 è stato di 2500 miliardi di lire".

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