05 Agosto 2001
 
 
  HOME PRIMA PAGINA
Sicurezza in salsa friulana
Presentati i piani anticrimine: telecamere nelle zone a rischio, "volontari" da arruolare
MATTEO MODER - TRIESTE


I comuni del Friuli-Venezia Giulia hanno varato i loro piani per la sicurezza dei cittadini in base alla legge in materia, approvata nella Finanziaria 2001, che stanzia 5 miliardi per l'anno in corso a favore di ogni kit-ladri in mano che possa sollevare le popolazioni friulgiuliane dall'emergenza microcriminalità, che da queste parti è praticamente inesistente. Il pacchetto sicurezza al quale i comuni - letteralmente assediati dai mariuoli, dagli extracomunitari, dai rom, dalle puttane, dai guardoni, dagli spaccia, dai manifestanti antiG8 - potranno copiosamente attingere si rifà a uno dei sette punti programmatici che la Lega Nord, prima di entrare nei mesi scorsi nella maggioranza della Casa delle Libertà che regge la regione, impose alla vecchia giunta dell'attuale sottosegretario agli esteri, il dentista forzista Roberto Antonione. Sette punti che rispecchiavano le istanze più progressiste della Lega, come l'assegno alle madri sempre incinte e ricche e i cospicui finanziamenti - 4 miliardi di lire - per la riscoperta e la valorizzazione delle radici celtiche dei friulani.
Intenti più che meritori per una regione allo sbando politico culturale dopo la repentina sparizione della Dc che, tra gli anni '80 e '90 e grazie ai soldi del terremoto, aveva fatto del Friuli una delle aree all'avanguardia in Italia per ipermercati e centri commerciali, per quelle graziose villette a schiera e non, in pretto stile hollywoodiano, che hanno devastato un paesaggio molto caro agli emigrati di prima generazione e aveva dato ossigeno a un'economia costruita ex novo in funzione dei finanziamenti. Tutto questo comportò chiaramente una caduta verticale dei valori del fogolar, del frico, della santa messa e di Lupo Alberto in friulano, con un aumento esponenziale dei fenomeni delittuosi come l'invasione di professori extracomunitari - meridionali con l'Unità sottobraccio - o le truffe agli anziani sprovveduti.
A tutto questo ha posto rimedio la Lega Nord che, nell'impegno a partorire i sette punti programmatici, ha però perso la lena politica, uscendo così duramente ridimensionata - se non quasi estinta come a Trieste - dal recente plebiscito berlusconiano di maggio. Udine, Gorizia e Pordenone sono state estremamente sollecite nell'inviare i loro progetti alla regione. Si tratta di piani fotocopia e tutti dalla parte del cittadino onesto, che impegnano la regione per oltre i tre terzi del malloppo sicurezza.
Cosa propongono i tre comuni capoluogo? In primis telecamere in tutte le zone a rischio delle città e cioè stazioni, scuole, parchi, giardini, zone poco illuminate, mentre i controlli interni - camera, soggiorno, bagno, solai e cantine - saranno a spese del singolo cittadino assediato. Arrivano poi i corsi di preparazione per i "volontari" animati da profondi sensi civici e quelli di autodifesa per i cittadini. Entrambe queste iniziative sono ancora nebulose nella mente dei sindaci, ma sicuramente contempleranno il come si aiuta un extracomunitario bengalese nella ricerca di una casa e come ci si autodifende in caso di investimento sulle strisce pedonali. Tutti i volontari - uomini e donne, pescati tra ex carabinieri, poliziotti, alpini, ecc. - saranno dotati di radiotrasmittente e in costante contatto con i vigili urbani.
Trieste ha preferito non inviare un suo piano. Quello proposto dalla Cdl somigliava troppo alla benemerita guardia civica di nazista memoria e l'assessore di An ha preferito soprassedere, in attesa che la revisione storica sia completata. Dopo le ferie estive.

PRECEDENTE INIZIO SUCCESSIVO HOME INDICE