Antiglobal airport
Manifestazione a Francoforte contro le espulsioni di
immigrati
E. N. -
FRANCOFORTE
Come ampiamente preannunciato, migliaia di manifestanti
hanno marciato ieri sull'aeroporto internazionale di Francoforte,
con l'obiettivo dichiarato di far chiudere lo speciale centro di
"accoglienza" per immigrati illegali - in effetti una sorta di
carcere dove essi vengono rinchiusi in attesa dell'espulsione e
del conseguente reimbarco forzato. I manifestanti, in gran parte
rispondenti al gruppo "Nessuno è illegale", che fa dell'apertura
delle frontiere e dell'abolizione del concetto stesso di
"immigrato clandestino" la propria bandiera, hanno in effetti
raggiunto l'aeroporto, bloccando per qualche tempo l'autostrada
di accesso.
Le imponenti misure di sicurezza non sono riuscite a impedire a
qualche centinaio di giovani di entrare nel terminal principale -
dove per tutto il giorno erano ammesse solo persone in possesso
del biglietto aereo - e restarvi brevemente, prima di esservi
scacciati da una carica della polizia che ha usato bastoni e gas
urticanti. Quindi il corteo ha cercato di raggiungere
effettivamente il famigerato "centro di accoglienza", venendo
tuttavia di nuovo respinto da filo spinato, idranti e
manganellate.
Nelle stesse ore altre azioni venivano messe in scena ad Amburgo
e a Brema: in quest'ultima città si è svolta una manifestazione
di protesta contro il governo italiano, durante la quale è stato
chiesto il rilascio dei manifestanti imprigionati dopo i fatti di
Genova; ad Amburgo invece qualche centinaio di persone ha invaso
il "centro informazioni" di un gruppo politico neonazista,
l'Unione del popolo tedesco. Ci sono stati tafferugli, e secondo
i neonazisti diversi loro attivisti sarebbero rimasti feriti.
La manifestazione di Francoforte è stata il punto d'arrivo di una
settimana di mobilitazione che ha visto diverse iniziative nella
capitale finanziaria della Germania - la più eclatante delle
quali è stata, martedì, l'invasione della Borsa - da parte di
militanti del movimento antiglobalizzazione. Molti di essi erano
reduci da Genova, o comunque decisi a scendere in piazza
indignati per la feroce repressione messa in atto dalle forze
dell'ordine italiane; per tutta la settimana nella città tedesca
è rimasto in funzione un "centro di informazione e analisi" dove
migliaia di persone hanno partecipato ad assemblee e seminari.
Ma il dopo-Genova sta muovendo anche altre "attività" in
Germania. Ieri il ministro dell'interno Otto Schily ha dichiarato
di voler proporre non solo un più stretto coordinamento tra le
polizie europee per combattere le organizzazioni "potenzialmente
eversive" legate al movimento antiglobal, ma addirittura la
creazione di un corpo speciale di polizia europeo. Essi avrebbero
secondo Schily il compito precipuo di muoversi liberamente tra i
vari paesi per stare sulle tracce degli esponenti più
"pericolosi" del movimento e impedire - o se del caso reprimere -
la loro aggregazione in occasione dei summit politici. "Un corpo
di agenti antisommossa specialmente addestrati - ha precisato
Schily - per lavorare a livello internazionale a ridimensionare i
problemi ed eventualmente a neutralizzarli". Solo in Germania,
secondo lui, i "problemi" (cioè gli appartenenti a movimenti di
sinistra "pericolosi") sarebbero almeno 33mila.
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