25 Luglio 2001
 
 
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Da Monopoli a Bologna e ritorno. Bastonati
Il viaggio di 28 rom kosovari picchiati dalla polizia. E la procura bolognese apre un'inchiesta
ORNELLA BELLUCCI - BARI

Si è conclusa nel giro di 24 ore la disavventura dei 28 cittadini kosovari partiti in cerca di fortuna per Bologna domenica scorsa dal centro Acli di Monopoli, dove erano ospitati da maggio. I rom sono stati rispediti al mittente a bordo di un pullman scortato dalla polizia. Una comunità regolarizzata, eppure respinta dalle autorità locali, che dopo averla ospitata una notte in albergo, all'alba ne hanno ordinato l'evacuazione, eseguita da ben 50 agenti. Un blitz in piena regola, che non ha risparmiato donne e bambini. "Ci hanno picchiati e trascinati sul pullman", riferisce Ekrem Beizak, portavoce della comunità. "Ci hanno pestato con i manganelli - denuncia una donna in lacrime - se avessero potuto ucciderci, l'avrebbero fatto." Ma i rom non si spiegano il motivo del rientro. "Avevamo deciso di partire per farci una nuova vita: il nostro sogno è trovare un lavoro, e qui non ce n'è. Ci hanno cacciati e non potevano farlo", aggiunge Beizak.
Sul caso la procura emiliana ha aperto un'inchiesta, ipotizzando il reato di abbandono di minori a carico dei responsabili del centro Acli, che "in qualità di incaricati di pubblico servizio di assistenza, avrebbero organizzato il viaggio dei profughi".
Ma dal centro di prima accoglienza respingono ogni addebito: "E' una comunità integrata al territorio, con minori scolarizzati, bambini nati nel centro, adulti che hanno frequentato corsi di mediazione culturale. Volevano partire e li abbiamo aiutati".

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