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ALAN E NAOMI
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Trama:
Siamo nel 1944, la guerra non è ancora finita: in una città americana, Alan, ragazzino ebreo, viene quasi costretto dai genitori a fare compagnia ad una sua coetanea francese appena arrivata dall’Europa. La ragazzina si chiama Naomi, e da principio gli sembra matta da legare: non vuole vedere nessuno, grida se avvicinata, si rifiuta di parlare con chiunque, e se ne sta tutta sola a strappare a pezzettini un giornale. Alan davvero non capisce: che ci può fare, con una così? Eppure la sua famiglia vuole che lui se ne stia lì da lei, invece che giocare con gli amici, solo perché anche Naomi è ebrea, e pare sia sfuggita ai tedeschi dopo un’esperienza terribile. Alan assolve di malavoglia il suo compito quotidiano, ma lentamente qualcosa inizia a cambiare: lui inizia ad affezionarsi alla ragazzina, e lei ad abituarsi alla sua presenza. Prima con l’aiuto di un burattino e di una bambola, poi di persona, i due bambini iniziano a dialogare, e diventano amici. Naomi ricomincia a vivere, e confida ad Alan la sua terribile storia: il padre, membro della resistenza francese, tracciava i percorsi dei partigiani sulle mappe della città. Sentendo avvicinarsi i tedeschi, le aveva chiesto di fare a pezzi le mappe. Prima che la bimba ci riuscisse, gli agenti della Gestapo, fatta irruzione nella stanza, avevano massacrato e ucciso il padre sotto i suoi occhi, lasciandola tutta sola e terrorizzata, convinta di essere la responsabile della morte del padre. Naomi, pur risentendo ancora evidentemente del trauma subito, compie con l’aiuto di Alan continui e incoraggianti progressi, tanto che la madre, su consiglio del medico, si convince a mandarla a scuola, naturalmente sotto l’ala protettiva di Alan. Per un po’ tutto sembra funzionare a meraviglia. Ma davanti agli insulti di un compagno che li chiama con disprezzo "ebrei", Alan ingaggia una rissa, e la ragazzina fugge disperata, ritornando a chiudersi nei sui incubi. Alan va con il padre a trovarla in una casa di cura, chiedendosi triste perché proprio Naomi, che non ha fatto male a nessuno, debba essere mal ata, perché sia successo proprio a lei . Un finale triste, ma che si apre comunque alla speranza che un giorno Naomi, e con lei l’innocenza che ella rappresenta, possano finalmente guarire dalle ferite della violenza, e tornino a vivere e a sorridere. Target consigliato: a partire dalla terza media Temi possibili di discussione e approfondimento: - Il trauma della guerra è per molti bambini una coltre nera sulla vita, sulla loro percezione del mondo. Molti bambini nel mondo vivono in questo incubo. Ne sei a conoscenza? Prova a documentarti. - Perché Naomi accetta di parlare con Alan solo attraverso Jacques il burattino e Yvette, la bambola? - Cosa riceve Alan dal rapporto con Naomi? Reperibilità:
Materiale collegato consigliato dal Cestim:
-Myron Levoy: Alan e Naomi, Mondadori, Milano 1998. Da questo romanzo è tratto il film qui segnalato. Sui traumi provocati sui bambini dalla guerra e da esperienza di violenza: - A. Ferrari, L. Scalettari: I bambini nella guerra. EMI Bologna 1996. - T. L. Hayden: Una bambina, Corbaccio 1990.
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