ALAN E NAOMI



di Sterling Van Wagenen,
USA 1991, 95’,
versione doppiata in lingua italiana.

 

Trama:

 

Siamo nel 1944, la guerra non è ancora finita: in una città americana, Alan, ragazzino ebreo, viene quasi costretto dai genitori a fare compagnia ad una sua coetanea francese appena arrivata dall’Europa. La ragazzina si chiama Naomi, e da principio gli sembra matta da legare: non vuole vedere nessuno, grida se avvicinata, si rifiuta di parlare con chiunque, e se ne sta tutta sola a strappare a pezzettini un giornale. Alan davvero non capisce: che ci può fare, con una così? Eppure la sua famiglia vuole che lui se ne stia lì da lei, invece che giocare con gli amici, solo perché anche Naomi è ebrea, e pare sia sfuggita ai tedeschi dopo un’esperienza terribile.

Alan assolve di malavoglia il suo compito quotidiano, ma lentamente qualcosa inizia a cambiare: lui inizia ad affezionarsi alla ragazzina, e lei ad abituarsi alla sua presenza. Prima con l’aiuto di un burattino e di una bambola, poi di persona, i due bambini iniziano a dialogare, e diventano amici. Naomi ricomincia a vivere, e confida ad Alan la sua terribile storia: il padre, membro della resistenza francese, tracciava i percorsi dei partigiani sulle mappe della città. Sentendo avvicinarsi i tedeschi, le aveva chiesto di fare a pezzi le mappe. Prima che la bimba ci riuscisse, gli agenti della Gestapo, fatta irruzione nella stanza, avevano massacrato e ucciso il padre sotto i suoi occhi, lasciandola tutta sola e terrorizzata, convinta di essere la responsabile della morte del padre.

Naomi, pur risentendo ancora evidentemente del trauma subito, compie con l’aiuto di Alan continui e incoraggianti progressi, tanto che la madre, su consiglio del medico, si convince a mandarla a scuola, naturalmente sotto l’ala protettiva di Alan. Per un po’ tutto sembra funzionare a meraviglia. Ma davanti agli insulti di un compagno che li chiama con disprezzo "ebrei", Alan ingaggia una rissa, e la ragazzina fugge disperata, ritornando a chiudersi nei sui incubi.

Alan va con il padre a trovarla in una casa di cura, chiedendosi triste perché proprio Naomi, che non ha fatto male a nessuno, debba essere mal ata, perché sia successo proprio a lei . Un finale triste, ma che si apre comunque alla speranza che un giorno Naomi, e con lei l’innocenza che ella rappresenta, possano finalmente guarire dalle ferite della violenza, e tornino a vivere e a sorridere.

Target consigliato: a partire dalla terza media

Temi possibili di discussione e approfondimento:

- Il trauma della guerra è per molti bambini una coltre nera sulla vita, sulla loro

percezione del mondo. Molti bambini nel mondo vivono in questo incubo.

Ne sei a conoscenza? Prova a documentarti.

- Perché Naomi accetta di parlare con Alan solo attraverso Jacques il burattino e Yvette, la bambola?

- Cosa riceve Alan dal rapporto con Naomi?

Reperibilità:

  • in videocassetta: Videoteca Cestim.

Materiale collegato consigliato dal Cestim:

  • Libri
  • Film
  • Altro materiale

 

 

LIBRI

-Myron Levoy: Alan e Naomi, Mondadori, Milano 1998. Da questo romanzo è tratto il film qui segnalato.

Sui traumi provocati sui bambini dalla guerra e da esperienza di violenza:

- A. Ferrari, L. Scalettari: I bambini nella guerra. EMI Bologna 1996.

- T. L. Hayden: Una bambina, Corbaccio 1990.