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LE CRI DU COEUR
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Scheda didattica Ibrahim Sow emigrato da tempo a Parigi, essendo finalmente riuscito a realizzare il sogno di avere un’officina e di lavorare in proprio, è in grado di chiamare presso di sé la moglie, Safi, e il figlio Moctar che vivono in un villaggio del Mali. Quando arriva la lettera Safi esulta di gioia mentre Moctar si adombra un po’ perché deve lasciare il caro e dolce mondo della sua infanzia e soprattutto il nonno a cui è molto affezionato….Arrivato in Francia, Moctar dopo i primi entusiasmi incomincia ad essere perseguitato dalla visione di una iena che gli appare nelle situazioni più improbabili. Le persone che gli stanno vicine, genitori ed insegnanti, credono in un primo tempo che il ragazzo inventi queste storie per darsi importanza ma alla fine si preoccupano della sua salute mentale. Nel suo girovagare per la città, Moctar fa la conoscenza di Paulo, un simpatico cinquantenne parigino, un po’ fuori dagli schemi, che con la sua sensibilità capisce benissimo la crisi d’identità che turba il ragazzo; nasce a poco a poco un’amicizia fra i due che aiuterà entrambi a superare le proprie paure e Moctar a liberarsi della iena. Quello che è utile sapere prima della visione del film L’immigrazione di massa in Francia proveniente dai paesi dell’Africa occidentale francofona è iniziata all’indomani dell’indipendenza accordata a questi paesi negli anni sessanta, anche se già all’epoca della prima guerra mondiale numerosi africani erano ingaggiati come marinai sulle navi francesi. Dopo la seconda guerra i clandestini arrivavano a Marsiglia e in Francia fino al 1974, anno in cui molti paesi europei hanno chiuso le frontiere ai lavoratori non provenienti dalla Cee. In quell’anno però con l’elezione di Giscard d’Estaing viene creato in Francia un Segretariato di Stato per i lavoratori immigrati che adotta una politica immigratoria vera e propria. Questo per sottolineare che l’immigrazione africana in Francia ha lontane origini e che questa lunga gestazione in moltissimi casi ha promosso, fra l’altro, una presa di coscienza politica dei lavoratori favorendone una integrazione nel tessuto sociale del paese che non può essere paragonata allo stato di precarietà e di insicurezza in cui versa la maggior parte degli immigrati attualmente presenti, per esempio, in Italia. Nella tradizione culturale bambar a comune in Mali (paese da cui proviene il piccolo protagonista del film) e in Africa occ.le, la iena è un animale mitico molto presente anche nelle fiabe e nei racconti per bambini ( il ciclo di bouki la iena e leuk la lepre) grosso modo assimilabili ai racconti di fratel coniglietto e comare volpe. La iena però presenta nell’immaginario collettivo, che si rifà ai miti di origine, un aspetto ambivalente; è la guardiana della vita sulla terra e la patrona dei riti iniziatici, e di conseguenza è assimilata anche alla morte: perché, chi vuole rinascere a nuova vita deve prima morire a quella vecchia. Dichiarazioni del regista: "Le cri du coeur" è un passo in avanti nella mia carriera, è stata un’occasione per avere esperienze formidabili con un ambiente di lavoro diverso, con i tecnici, attori come Richard Bohringer, anche se il fatto di girare fuori dall’Africa non ha modificato la mia sensibilità che resta la stessa…Facendo questo film, io ho pensato al cinema africano che si trova nella necessità di ricercare altri spazi, altri riferimenti presso il pubblico. Il pubblico occidentale mostra di apprezzare altre cinematografie e quindi potrebbe amare anche quello che noi proponiamo…non ho la pretesa di aver trovato la risposta, ma è il tentativo che faccio , una volta di più, con questo film. Dopo la visione Il processo che porta Moctar al superamento della fase infantile per entrare in quella adolescenziale, viene mostrato nel film mediante un vero e proprio "rito di passaggio" attraverso la paura/fiducia. Più in generale è il tema della crisi di identità che coglie gli immigrati costretti a lasciare un ambiente culturale e affettivo conosciuto e quindi sereno per inserirsi in una società completamente diversa che richiede adattamenti a volte non facili. Ma è anche la testimonianza che l’incontro culturale con "l’altro", per quanto doloroso possa essere, arricchisce e allarga gli orizzonti e fortifica la personalità . Vita al villaggio E’ caratterizzata dalla relazione affettiva di Moctar con il nonno, depositario della saggezza africana che insegna al nipote: Chi è libero come l’aquila ? L’uomo, perché può far tutto. Qui la vita di Moctar è serena e senza preoccupazione, ancor tutta impregnata d’infanzia. A Parigi Anche se carica di novità, la vita a Parigi comporta nuove responsabilità per Moctar che deve confrontarsi a scuola con nuovi amici e nuovi maestri, rimanere molto spesso da solo perché i genitori lavorano. La iena Animale che nella cultura bambara, da cui Moctar proviene, rappresenta la morte. Nel film simboleggia il cambiamento che Moctar deve affrontare, che però è più un cambiamento interiore che un adattamento al nuovo ambiente, e consiste nell’accettare le responsabilità inerenti alla sua età. Il bambino non è necessariamente impaurito dalle sue apparizioni; solo nel momento in cui queste visioni vengono disapprovate e temute dagli adulti esse diventano un’ossessione e Moctar prova paura e incomincia a non aver fiducia in se stesso. Paulo E’ un personaggio abbastanza complesso che materializza quello di cui ha bisogno Moctar per superare la prova che ha di fronte. Paulo è un adulto, ma a differenza dei genitori e dei maestri, fa parlare Moctar delle sue visioni e gli si dimostra amico (c’è chi vede la Madonna, tu vedi la iena) minimizzando il problema e, a differenza dei compagni, non lo deride. Paulo a sua volta ha dei problemi (non può più guidare il suo camion dopo aver incidentalmente ucciso un bambino)e non è perfetto (nei rapporti con la sua compagna), non fa prediche ma all’occasione è protettivo, quindi è una persona che non incute timore ma offre comprensione e appoggio. Paulo inoltre ha fantasia, voleva lavorare in un circo, e quindi è in grado di capire i sogni di un bambino (tenera è la scena del prestigiatore mangiafuoco, sotto le finestre di Moctar). Paulo infine rappresenta l’amicizia allo stato puro al di là dei limiti di età, di razza o di cultura, che sola dà coraggio e fiducia nella vita. La prova La prova che Moctar deve superare è drammatizzata nella liberazione dalla iena. Paulo offre a Moctar l’occasione di intrappolare la iena con uno stratagemma. Nel momento in cui il bambino riesce a dominare la sua allucinazione, egli si libera contemporaneamente anche dei legami dell’infanzia, della figura del nonno morto nel frattempo al villaggio, che rimane comunque sempre vivente nel suo cuore. Grazie al reciproco aiuto sia Moctar che Paulo possono ricominciare a vivere la loro vita. (Nike Morganti)
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