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da "Il
Manifesto"
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12 Gennaio 2001 Cento notti arabe A Palermo la prima parte di "CinemaMed" L'Europa si dà una mossa e inizia a scambiare immagini - "con pari dignità" - coi dirimpettati del Mediterraneo. Un vaporetto carico di oltre cento capolavori arabi mai visti è infatti in viaggio per il nord...Era ora. L'ambizioso progetto in tre tempi, "Cinemamed" (1 milione e 250 mila euro di finanziamenti, comunitari per l'80%), è partito ieri sera con la prima tranche, a Palermo, al cinema Jolly. In sala Ferid Bughedir, cineasta (di successo anche in Francia), storico e critico panafricano-panarabo. Palermo è la prima delle 8 città euro-mediterranee (Bologna, dal 24; Edimburgo dal 9 febbraio; Cattolica, dal 28 febbraio; Lecce, dal 9 marzo; Madrid e Lisbona dal 21 marzo; c'è anche Amman nel gruppo, dal 18 aprile) che programmeranno quattro retrospettive di lunghi e corti realizzati nei paesi arabi del Mediterraneo. La selezione principale è composta da 55 film a soggetto, molto recenti ('97-2000). Ci sono alcune assenze (inspiegabile e assolutamente priva di tatto quella della cinematografia libica: dato il nostro criminale passato coloniale, un piccolo segno di interesse italico sarebbe stato charmant, visto che si parla di "incontri culturali" e anche se la produzione di Tripoli è così mingherlina...), ma l'ultimo film della tunisina Mufida Tlatli, La stagione degli uomini esce commercialmente in Francia nei prossimi giorni e la copia non poteva essere "congelata" dalla manifestazione per troppe settimane, per cui i distributori hanno negato una delle migliori opere maghrebine recenti. Inoltre è previsto un omaggio alla benemerita Cineteca algerina (e dunque i classici del "clima Fln", firmati Hamina, Alluache e tanti altri) e una panoramica sul cinema - ispirato per lo più alla scrittura del Nobel Mahfouz -che ha trovato nel Cairo il suo centro magnetico (e sarà anche una scusa per scodellare i grandi "realisti" egiziani, Yussef Chahine, Tawfiq Salah e Salah Abu Seif in particolare e confrontarli con la giovane generazione post-nasseriana di al Mihi, al Tayeb, Khan e Attiat el Abnoubdy). Palermo ospiterà in questi giorni altri cineasti illustri: Nuri Buzid (Tunisia), ex militante rivoluzionario, in carcere per 4 anni, torturato dagli sgherri di Burghiba, l'autore superman che da anni va smontando e dissolvendo l'ideologia maschilista dell'arabo arriva il 13 gennaio; l'allievo prediletto di Yussef Chahine, l'autore egiziano Yusry Nasrallah, regista di Furti d'estate, commedia di periscopica precisione sul nasserismo, il 14; l'algerino-olandese Karim Traidia il 16 e il palestinese Ali Nassar il 17. Tutti saranno pessimisti sulla situazione produttiva. Già Bughedir in conferenza stampa a Roma ricordava che senza la Francia il cinema arabo sarebbe in coma. Ed è sempre la Francia a aizzare i più pigri partner europei a muoversi "planetariamente" nelle questioni culturali. Seconda e terza tappa di Cinemad: un laboratorio di scrittura cinematografica in Marocco (docenti francofoni) e il restauro di alcuni classici di Abu Seif (ma non tutti e 35) per il 2003. (r.s.) |