il manifesto - 20 Marzo 2005

Storie clandestine
«Approdo Italia» di Christian Bonatesta su Raitre
Nella programmazione televisiva di lunedì segnaliamo per «Il mestiere di vivere (Raitre, ore 23.40) la seconda puntata di Approdo Italia di Christian Bonatesta (prodotto da Giuliana Del Punta per Esperia Film), un lavoro di grande attualità sull'immigrazione clandestina, la gente comune che si occupa del volontariato, i destini spesso tragici di chi non riesce ad arrivare alle coste italiane. Il programma rende visibili alcune di queste persone che generalmente si perdono nell'oscuritù delle statistiche di chi arriva sulle coste siciliane, l'approdo più facile per chi proviene da Liberia, Eritrea, Somalia, Sudan. Nella prima puntata si raccontava del centro di prima accoglienza a Lampedusa svuotato nell'ottobre dello scoros anno sulla base della decisione presa dal governo di rimpatriare in Libia gli immigrati sbarcati, a nessuno è stato concesso asilo politico, nessuno è stato identificato e non sono neanche stati ammessi gli osservatori dell'Onu. Ad ottobre in 28 sono morti gettati in mare dai loro compagni di viaggio. Nella puntata di stasera si parte dal tribunale di Siracusa dove Shakur Ahmad testimonia al processo sul naufragio della Ioahn, unico dei sopravvissuti al naufragio del dicembre del '96, stipata di gente proveniente dallo Sri Lanka, India e Pakistan, 283 morti. Giovanni Maria Bellu, inviato di Repubblica, ricostruisce i fatti di un naufragio che si voleva negare. Nel centro sciale Zeta a Palermo, nel gennaio di quest'anno si affronta l'emergenza e si organizza l'inserimento di un gruppo di sudanesi: di fronte alla commissione ministeriale si esaminano in solo due giorni 350 richieste di asilo politico. Solo12 avranno una risposta positiva.