da "Il Manifesto" del 29 Febbraio 2000

CINEMA INIZIATIVE
L'Europa combatte a colpi di schermi le derive xenofobe

Un festival che unisce diverse città con la proiezione di film anti-razzisti

- ANTONELLO CATACCHIO - PARIGI

 

S i chiama Europa Europa, per riecheggiare un film importante, America America, e si propone come Festival Europeo dei Diritti dell'uomo. Tenuto a battesimo a Parigi, nel corso della conferenza stampa di presentazione, dai quattro moschettieri che lo hanno fortemente voluto: Jean Labadie (produttore, esercente, distributore), Fodé Sylla (presidente della federazione internazionale Sos racisme e deputato europeo), Simona Benzakein (produttrice e press agent) e Jorge Semprun in veste di presidente. Un festival di cinema che si terrà contemporaneamente in sei città europee il 21 e 22 marzo. Lille per la Francia, Milano per l'Italia, Barcellona per la Spagna, Francoforte per la Germania, Brixton per la Gran Bretagna, infine, inizialmente non prevista, Vienna per l'Austria. I promotori sottolineano come questo appuntamento non sarà una vera e propria prima edizione ma un numero zero, organizzato in fretta sulla spinta dell'urgenza sempre più diffusa di scuotere le assonnate coscienze europee sui problemi del razzismo e della xenofobia. Sei sale collegate via sat Non è una data scelta casualmente, il 21 marzo è infatti la giornata internazionale contro il razzismo, ma rischia di essere una data che si perde nel calendario delle buone intenzioni. Da qui l'urgenza e la volontà di cominciare. Tutto è nato dall'incontro tra Labadie, Silla e Bernardo Bertolucci, intenzionati a fare qualcosa perché la carta dei diritti dell'uomo, sventolata da tutti i paesi civili, non resti appunto un pezzo di carta. Questo primo appuntamento si articola così, con sei film, raggruppati a due a due per fasce di pubblico. Due rivolti ai bambini, Kiriku e la strega Karaba e La gabbianella e il gatto, due ai ragazzini più giovani, My beautiful Laundrette e Vivre au Paradis, infine due per gli adulti, La promesse e La bas mon Pays. Ogni paese ha poi un regista che patrocina l'iniziativa, si tratta di Michael Haneke (Austria), Doris Dorrie (Germania), Ken Loach (Gran Bretagna), Bigas Luna (Spagna), Bernardo Bertolucci (Italia) e Bertrand Tavernier (Francia). Aamplissimo è il numero di personalità del mondo del cinema e della cultura in generale che hanno aderito all'iniziativa. Durante il festival le sei sale saranno collegate via satellite per consentire un confronto in diretta tra i vari paesi. E l'esigenza di questa unitarietà è quanto ha informato anche la scelta dei film, visto che bisognava reperire materiali legati al tema e disponibili in tutti i paesi coinvolti (per esempio lo straordinario Fassbinder di Angst Essen Seele Auf è risultato improponibile proprio per questioni di reperibilità). Per realizzare il tutto sono state coinvolte le associazioni operanti nei singoli paesi e a questo proposito accorato è stato l'appello dei rappresentanti austriaci che hanno ribadito come sia sacrosanto boicottare il loro governo ma di mantenere aperti tutti i canali di comunicazione e di scambio con gli austriaci in generale. Perché molti laggiù sono indignati come e più dei cittadini degli altri paesi europei e sarebbe un errore farli sentire isolati. Concetto ribadito da Jorge Semprun che ha ricordato come la chiusura nei confronti della Spagna fascista, per cui nessun antifascista neppure pensava di andare in vacanza laggiù, si sia trasformata in un atteggiamento nefasto perché ha impedito agli spagnoli di confrontarsicon altre idee. Semprun ha voluto anche sottolineare il concetto di attività permanente che deve sostenere l'iniziativa, perché permanente è il razzismo e non basta indignarsi di fronte a singoli odiosi episodi, ma lavorare in profondità. Da domani il sito internet Da domani verrà anche inaugurato il sito internet (www.europaeuropa.org) che fornirà indicazioni sul festival ma che dovrebbe funzionare come collegamento e coordinamento di tutto quanto nel vecchio continente ruota intorno al rapporto con le diversità. L'europa dalla moneta unica è fatta. L'Europa delle merci anche, in fondo anche quella dei cittadini doc, con passaporto dei paesi del vecchio continente, ma forse proprio perché vecchio questo continente non coglie la valenza culturale del contributo che altri provenienti da luoghi diversi possono portare.E non coglie il fatto che l'economia ha bisogno di immigrati che lavorino presso di noi, ma addirittura erige barriere che saranno anche autolesioniste in futuro, ma che nell'immediato si risolvono solo per essere odiose e non rispettose dei diritti umani più elementari. Per questo un festival, per questo il cinema, perché poi alla fine scopriamo che anche in Europa siamo diversi, per lingua, cultura, formazione, ma l'imbecillità dilaga identica ovunque, per esempio negli stadi, facendo buuuh ai giocatori d'origine africana, dimenticando che la Francia campione mondiale è diventata tale proprio grazie a calciatori dalla pelle più o meno naturalmente abbronzata.