mercoledì 15 luglio 2009
ARCHIVIO NOTIZIE
07 POLITICA & SOCIETÀ
09.07.2009
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INTERVISTA
| di Manuela Cartosio
MIGRANTI Intervista al sociologo Ambrosini
Badanti, un rebus e non solo per la destra
Le badanti costituiscono: 1) una grana per il centrodestra, diviso tra falchi e colombe sull'ipotesi della loro regolarizzazione; 2) un problema di coerenza per il centrosinistra, costretto a sostenere una sanatoria per un'unica tipologia di lavoro che sovvertirebbe il principio di uguaglianza tra immigrati; 3) una fonte di sensi di colpa per le donne italiane che si fanno sostituire dalle immigrate nel lavoro di cura familiare. Affrontiamo i primi due aspetti del rebus badanti con Maurizio Ambrosini, docente di sociologia dell'immigrazione all'Università di Milano.
Cosa inventerà il governo per tirarsi fuori dall'impiccio badanti in cui si è messo con il pacchetto sicurezza?
Il governo si è spinto molto avanti nella retorica della chiusura. In passato, il principio di realtà ha prevalso sulla retorica. E infatti, le sanatorie si sono sempre fatte, anche se mascherate da decreti flussi. Ora all'interno del governo sono in corso delle schermaglie. Spingono per una regolarizzazione delle badanti quelli che non ci stanno a fare le truppe cammellate della Lega, quelli che non possono trascurare i richiami della Chiesa e le preccupazioni di quel mezzo milione di famiglie che hanno in casa una badante clandestina. Conieranno un nome diverso, ma una regolarizzazione - probabilmente parziale e pasticciata - la dovranno fare.
Il ministro dell'interno Maroni afferma che con il pacchetto sicurezza cambia poco o nulla per le badanti irregolari e per chi le fa lavorare in nero.
All'illecito amministrativo si somma il reato penale di clandestinità. All'espulsione, già prevista prima, si aggiunge la pena pecuniaria tra i 5 e i 10 mila euro che nessuno pagherà. La vera novità è che scatta l'obbligo della denuncia da parte del pubblico ufficiale. E' questo ad aver seminato il panico tra le badanti e tra le famiglie che le utilizzano. Le retate non le hanno fatte prima e non le faranno neppure adesso, pur avendo a disposizione le centinaia di migliaia di nomi e indirizzi registrati nelle domande inevase del decreto flussi del 2007. Nei centri di identificazione ed espulsione ci sono 1.200 posti. Ci vorrebbero campi di concentramento grandi come Bologna e Firenze messe insieme per contenere tutte le badanti irregolari. Come i giuristi e i penalisti hanno osservato da subito, il pacchetto sicurezza è inapplicabile. Ma potrebbero esserlo in casi individuali, se incappi nel poliziotto con la luna di traverso o se da qualche ministero arriva l'ordine alle questure di colpire una badante a caso per educarne cento. Tra le badanti sta dilagando la paura a uscire di casa. Questa è cattiveria.
Il governo ha varato il pacchetto sicurezza sia per scopi propagandistici (e alle elezioni la Lega ne ha raccolto i frutti) che di deterrenza. Una legge più aspra convincerà qualcuno a non immigrare in Italia?
Chi intraprende un progetto di emigrazione spesso delle nostre leggi non è neppure informato. Solo il mercato potrebbe avere un effetto deterrente. Ma perché succeda occorre che la crisi economica sia prolungata e davastante, tanto da prosciugare del tutto la richiesta di braccia, preferibilmente in nero.
Regolarizzare solo le badanti e non tutti gli immigrati già presenti in Italia sarebbe una palese ingiustizia.
In passato è stato un escamotage: si comincia a parlare di sanatoria per le badanti e poi queste ultime si tirano dietro tutti gli altri. Però è vero: le esigenze delle famiglie italiane vengono prima di tutto, nei decreti flussi le quote maggiori sono sempre destinate alle badanti. Sono il perno di un'organizzazione sociale, il welfare dal basso italiano, senza il quale tutto crollerebbe e di cui non potremmo più fare a meno.
Soprattutto nel caso delle badanti, ogni sanatoria prepara le condizioni per una nuova sanatoria. Da una parte, solo un'esigua minoranza di famiglie può permettersi una badante davvero e totalmente in regola. Dall'altra, ogni badante appena regolarizzata smette di fare questo ingrato mestiere.
La famiglia non è un normale datore di lavoro. Ci sono bisogni assistenziali che lo Stato non soddisfa. Di qui, un abusivismno di necessità. In parallelo, non si può fare la badante a vita, è un mestiere logorante. I tentativi fin qui fatti per far emergere e qualificare il lavoro di assistenza domiciliare (gli sportelli per l'incontro tra domanda e offerta, i corsi di formazione) hanno avuto scarsi risultati. I comportamenti reali vanno da un'altra parte. Perché la badante che "funziona" è quella appena arrivata, che non sa una parola d'italiano, che non avendo né un tetto né un letto accetta la convivenza. Costa meno, non si pagano i contributi, è più controllabile e ricattabile, si può comandare più facilmente. Crudelmente e crudamente le famiglie questo lo sanno e preferiscono attingere dalle immigrate irregolari che costantentemente rimpiazzano le badanti che, ottenuto il permesso di soggiorno, cambiano lavoro.
Si favoleggia di donne italiane che sgomitano per fare le badanti. Le risulta?
La crisi economica sta inducendo alcune donne italiane a offrirsi come colf a ore. Ma fare la badante notte e giorno, con mezza giornata di riposo alla settimana, è un altro paio di maniche. Questo non è un mestiere che le straniere hanno rubato alle italiane. Il mercato della badanti esiste da quando sono arrivate le donne straniere. Senza di loro, non ci sarebbe.
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