il manifesto - 11 Febbraio 2003
Due bombe anomale
A Venezia l'inchiesta sugli ordigni alle chiese del padovano. La furia antislamica della Lega
ERNESTO MILANESI
PADOVA
Ancora bombe nel Veneto. Terrorismo «anomalo» che colpisce quasi come una miccia per far deflagrare ben altre strategie della tensione. Due ordigni (mezzo chilo di esplosivo ad alto potenziale) sono esplosi sabato notte davanti alle chiese parrocchiali di Reschigliano e Villanova di Camposampiero, paesini dell'Alta padovana. Le indagini - tentata strage il fascicolo aperto dalla pm Paola De Franceschi ma che verrà presto trasferito alla procura di Venezia - aspettano le analisi del Ris, in assenza di una rivendicazione attendibile. Ma l'effetto politico delle bombe è già stato centrato: la Lega Nord scava la trincea della guerra di religione e sponsorizza la caccia all'arabo; Forza Nuova si candida a montare la guardia davanti alle chiese e accusa subito il magistrato veronese Guido Papalia di «depistaggio»; Alleanza nazionale gongola , dopo aver puntato l'indice contro il vescovo Antonio Mattiazzo che ha mobilitato i cattolici per la pace. Gli inquirenti, per il momento, non si sbilanciano. Studiano tre foglietti farneticanti ritrovati all'alba di domenica nel Duomo di Padova nelle prime ore di ieri mattina, mentre si valuta la telefonata arrivata alla redazione del Gazzettino. A Parma, i carabinieri analizzano le tracce dell'esplosivo, i detriti ed ogni altro elemento utile a definire una possibile «pista». La prima bomba è esplosa alle 23.05 a Reschigliano, frazione di Campodarsego. Venti minuti dopo, l'altro boato a Villanova ha mandato in frantumi anche le vetrate dell'asilo parrocchiale ferendo all'occhio destro suor Clara Pase, 88 anni che dormiva insieme alle altre tre religiose. Una domenica di incredulità con don Alessandro Azzalin sgomento durante la messa, che don Bruno Galato ha dovuto celebrare nei locali del patronato.

Intanto, le due bombe avevano fatto riesplodere il peggior leghismo di provincia. Il senatore Antonio Vanzo (che è anche il sindaco di Campo San Martino) è partito a testa bassa contro islam, extracomunitari e moschee. Per i seguaci di Bossi non c'è dubbio, soprattutto in seguito agli arresti in Polesine, dove un gruppo di marocchini è stato scoperto con mappe ed esplosivo.

Un clima avvelenato denunciato dal deputato della Margherita Andrea Colasio: «Siamo al delirio della grettezza di un ceto politico, incapace di accettare l'integrazione che proprio nell'Alta padovana si è fatta strada. Se non altro perchè le aziende locali hanno bisogno del lavoro degli immigrati». Gli fa eco Ferruccio Macola, presidente della Fiera e imprenditore: «Così si mette a repentaglio anche la convivenza fra i lavoratori all'interno delle fabbriche».

Ieri sera, consigli comunali straordinari nei due Comuni. Motivi di sicurezza hanno sconsigliato un'unica seduta. Anche perchè la Lega non ha perso l'occasione di convocare una manifestazione «anti-terrorismo», mettendo in imbarazzo gli alleati della Casa della libertà. Il presidente della Regione Giancarlo Galan, infatti, ha accuratamente evitato ogni riferimento polemico: «Sono vigliacchi - ha dichiarato il governatore di Forza Italia -. Per loro, soltanto disprezzo. Il Veneto ha sempre saputo sconfiggere i provocatori».

Forza Nuova, invece, si appella direttamente al ministro Castelli e mette sul banco degli imputati il procuratore di Verona: «E' in atto un pericolosissimo depistaggio iniziato con le dichiarazioni a caldissimo di Papalia che, non avendo alcun genere di competenza, aveva già intorbidito la giusta ricostruzione degli ambienti o filo terroristi islamici o del terrorismo nostrano di marchio anarco-insurrezionalista» sibila il segretario veneto Paolo Caratossidis.

Le bombe davanti alle chiese padovane aggiungono un nuovo capitolo alla storia delle «strane esplosioni» in Veneto. Nell'estate 2001, un ordigno aveva distrutto la sede della Lega Nord a Vigonza. Poi l'attentato a Venezia alla vigilia della visita di Berlusconi: una bomba esplosa a Rialto davanti al Tribunale.