il manifesto - 12 Gennaio 2003
CONTRORDINE
Dio lo vuole
ALESSANDRO ROBECCHI
E così, un allegro manipolo del Klu Klux Klan veronese è andato a randellare il professore islamico negli studi di una tivù. Lo ha fatto per difendere «l'occidente e la cristianità», rivendicando il gesto e menandone vanto. Al contrario di quel che accade nei film con Gene Hackman, l'Fbi non c'era, e pure la Digos è arrivata in ritardo. Il drappello di camicie brune ha vendicato a suo modo l'atterramento alla prima ripresa del professor Carlo Pelanda, steso qualche giorno fa durante un dibattito con lo stesso professore islamico, dopo che lui stesso aveva cominciato a menare le mani. Pure lui rivendicando il gesto e menandone vanto. E pure lui - e te pareva - a nome dell'occidente. E' quella che si chiama un'escalation: prima un cazzotto, poi una rissa, poi un'aggressione organizzata, una spedizione punitiva e le bastonate. Sempre naturalmente a nome e per conto e in difesa dell'occidente. Forse non è il caso di stupirsi, visto che in nome dell'occidente si stanno caricando tonnellate di bombe su navi e aeroplani che poi ci sorvolano armati fino ai denti. Suppongo che sia in nome dell'occidente che il ministro Martino ce lo dice due giorni dopo, quasi en passant. Lo dico da occidentale, sia chiaro: ma l'idea che l'occidente sia difeso dal professor Pelanda, dai nazisti veronesi e dai caccia americani con il permesso di sorvolo del ministro Martino dovrebbe essere notizia inquietante per tutti. E del resto con sempre maggior virulenza (e inarrivabili punte di assurdità) l'intellighenzia fascio-berlusconica insiste e batte su quel tasto. Le prediche lisergiche di Baget Bozzo sono un esempio lampante di questa sindrome da crociata, per cui bisogna con una mano difendere l'occidente, con l'altra mano la cristianità, sempre però anche attenti che i comunisti non ti prendano alle spalle e che i no global non ti facciano lo sgambetto.S
Sempre in strenua difesa dell'occidente, Ferrara (su un settimanale del presidente del Consiglio) giura tolleranza zero nei confronti di chi non vuole la santa guerra. Per lo stesso motivo Guarini (sul giornale del fratello del presidente del Consiglio) denuncia il neopacifismo come nemico dell'occidente, in un bizzarro ragionamento che parte da Stalin e finisce su Picasso. In questa situazione di cieca propaganda per i valori cristiani e occidentali, Umberto Bossi e i suoi mullah locali buttano la benzina di argomenti come la difesa della razza. E i nazisti di Forza Nuova il peso politico delle squadracce pronte a menare le mani. L'Occidente non pare messo in buone mani. Né qui, se lo difendono Gentilini e i nazi, né dall'altra parte dell'oceano, dove lo difende un gruppo di petrolieri texani e affaristi che ha vinto alla lotteria della Florida un mandato presidenziale. Forse è troppo dietrologico pensare che i cazzotti menati dal professor Pelanda siano parte dell'ingranaggio propagandistico planetario che vuole acuire lo scontro. Certo che ci si inseriscono alla perfezione, come un costante, progressivo, inesorabile alzare i toni, estremizzare, mostrare i muscoli. E le squadracce fasciste servono invece a far capire che aria tira, che non si scherza. Il famoso occidente per cui si polemizza e ci si azzuffa rischia di essere una stanzetta del pentagono, o una faccenda di crocefissi nelle scuole, o di permessi di soggiorno: un concetto sacro a cui appigliarsi nei momenti del bisogno. Chi (nel suo grande) per bombardare l'Iraq; chi (nel suo piccolo) per criminalizzare l'immigrazione. E così la stragrande maggioranza degli occidentali deve sentirsi ogni giorno il sermoncino sull'occidente assediato, avvilito e offeso, da difendere con le unghie e coi denti anche se, guardandosi intorno, non ha esattamente questa sensazione. Eppure, sempre di propaganda si tratta: la scazzottata del professore è passata in tivù decine di volte, ghiotto boccone che coniuga le comiche con la santa difesa dei valori occidentali. Poi se arrivano i picchiatori, non c'è da stupirsi.