il manifesto - 06 Settembre 2002
Bambini di strada. Non a Rio, a Parigi
Sono alcune migliaia, in maggior parte immigrati. Aperto un «centro» per loro
Fenomeno in crescita Sono due o tremila per il tribunale dei minori, altri dicono diecimila. Sono rumeni, maghrebini, africani; e molti cinesi - i più organizzati

A. M. M.
PARIGI
La Francia deve fare i conti con un nuovo fenomeno, finora tipico dei paesi poveri: la presenza di bambini di strada, minorenni isolati che vivono di espedienti, piccola deliquenza o prostituzione. Le cifre sono incerte: alcune associazioni umanitarie parlano di 10mila minorenni che vagano per le strade di Parigi e periferia, il tribunale di Bobigny ridimensiona il numero a «2-3mila, davvero isolati». Ieri, il primo ministro Jean-Pierre Raffarin ha visitato un centro di accoglienza d'emergenza per questi minorenni, che funziona dallo scorso gennaio nell'ovest della capitale, vicino al bois de Boulogne. La visita era in collegamento con il varo, in questi giorni da parte del governo, di un programma di aiuto ai minorenni «in erranza». Ci saranno due équipes formate da educatori e infermieri, che si daranno il cambio per girare per le vie di Parigi e reperire i minorenni allo sbando. La Croce Rossa ha inaugurato mercoledì al castello di Taverny (ex proprietà della Nestlé) nella periferia parigina, tra le polemiche degli abitanti che temono un «Sangatte-bis per minorenni», un centro di accoglienza, dove potranno restare due mesi una trentina di ragazzini reperiti nelle strade della capitale.

A fine agosto, il ministro degli interni, Nicolas Sarkozy, è stato in Romania per concludere un accordo, che verrà firmato con Bucarest il 4 ottobre, per rimpatriare nel paese di provenienza i giovani erranti. Altri accordi simili saranno firmati prossimamente con altri paesi.

Molti di questi minorenni provengono, in effetti, dalla Romania. Ma non solo: ci sono maghrebini, africani che sfuggono a paesi in guerra (Sierra Leone, Ruanda, Angola, Congo ecc.) e ancora molti cinesi, oltre a qualche francese in fuga dalla famiglia. I minorenni cinesi provengono in maggior parte dalle campagne dello Zhejiang, nella regione dello Whenzu, e sembrano far parte di una rete ben informata: difatti, in molti si sono presentati ai tribunali con dei foglietti scritti a mano per chiedere asilo, sapendo che la legge francese permette a un minorenne straniero affidato all'ufficio dell'Ase (Aiuto sociale all'infanzia) di chiedere la nazionalità francese quando si avvicina alla maggiore età.

Ma se il filone dei giovani cinesi sembra ben organizzato e con uno scopo preciso - permettere ai giovani di andare a scuola e di farsi un avvenire in Europa - per gli altri, soprattutto i rumeni, il destino sembra molto più tragico. Le cronache dei giornali degli ultimi mesi sono state ricche di storie di giovanissimi rumeni fermati mentre si prostituivano o mentre rubavano i soldi dei parchimetri.

Parte dei giovani africani provengono invece dalle scuole di calcio, promesse dello sport fatte venire in Francia dalle squadre che poi hanno deluso e sono stati sbattuti in strada. 1268 minorenni isolati sono stati fermati nel 2000 all'aeroporto di Roissy, appena sbarcati da un volo internazionale. E, da allora, il fenomeno non ha fatto che aumentare.