il manifesto - 16 Luglio 2002
Rumorosa festa gitana con Goran Bregovic
FLAVIANO DE LUCA
Polizia molto arabbiata (con una sola r) è una canzone ispirata dai miei amici gitani che si mettono a suonare e chiedere l'elemosina per strada. E trovano solo passanti avari o guardie inflessibili. Così loro speravano in un'Europa accogliente e si ritrovano a fare i conti con una supernazione matrigna e diffidente. Perciò dentro ci sono i nomi di alcune città italiane (Agrigento, Pescara, Reggio Calabria, Benevento), come le litanie di un gitano che si lamenta delle sue varie esperienze. E' una musica che avevo scritto tanto tempo fa e l'ho recuperata, con un carattere abbastanza satirico». Così Goran Bregovic, stella della musica d'oggi, ha raccontato la genesi di un brano -movimentato e pirotecnico- del suo nuovo album, Tales and Songs from Weddings and Funerals, in uscita in questi giorni e presentato in questo lungo tour partito ieri dall'Auditorium di via della Conciliazione (stasera a Torino, 17 Milano, 18 Fucecchio, 19 Caivano, 21 Cesena, 23 Padova, 24 Gardone, 25 Spilimbergo). Un disco costruito come un mosaico, da un lato i tales, piccoli pezzi strumentali, esperimenti di musica più complessa, dall'altra le songs, con una caratura più rock e divertente, e con le splendide voci di Vaska Jankovska e Saban Bajramovic, che s'intrecciano con i ricami dei fiati, le atmosfere balcaniche, la ritmica molto veloce. Tra qualche settimana arriverà anche un documentario video di 50 minuti, che illustrerà il metodo di lavoro e le registrazioni dei brani. «Questo cd e questo spettacolo è il mio esperimento più importante, una fusione di orchestra e musica non tradizionale, sempre conservando un po' della follia del rock e del punk, i miei generi preferiti. In qualche modo io mi sento un Frankenstein della musica, perchè sono attratto da anarchia e disciplina, dagli esperimenti contemporanei e dalle melodie semplici. La scorsa settimana ero a suonare in una taverna greca con pochi musicisti e poi passerò alla liturgia complicata scritta per la basilica parigina di Saint Denis (anche nei concerti italiani eseguirà brani dell'Oratorio Cuore Tollerante, mescolando elementi sonori delle tre religioni - cristiana, ebraica e musulmana- che sono state decisive per la sua formazione). Anche se la musica gitana si sta trasformando, i musicisti coi quali lavoro sono tutti paesani, cioè sono zingari che vivono in città stabilmente, non sono più nomadi e non è facile programmare tour lunghi con loro. Ogni tanto qualcuno di loro viene da me e dice, abbiamo un matrimonio, dobbiamo andar via..».

Sul palcoscenico Bregovic si presenta circondato da una quarantina di persone con la Wedding and Funeral Band, sette ottoni, più le tre voci bulgare, un quartetto d'archi, il coro maschile russo Peresvet e l'orchestra arabo-andalusa di Tetouan.

Nel frattempo il compositore e musicista slavo è anche il protagonista di un film, Musiche per matrimoni e funerali, che probabilmente andrà al prossimo festival di Venezia. «E' venuta la regista norvegese Unni Straume da me con questa sceneggiatura. Io non amo le pose e fare l'attore, mi sento intimidito ma la storia è quella di un musicista scappato dalla guerra in Iugoslavia che si ritrova a suonare a matrimoni e funerali...e allora ho detto sì».