il manifesto - 05 Giugno 2002
EDITORIALE
Una legge molto cattiva
ENRICO PUGLIESE
La legge Bossi Fini è stata approvata dalla camera dei deputati. Ora dovrà tornare di nuovo al senato per l'approvazione definitiva. E' presumibile che avrà una approvazione veloce e che il provvedimento arriverà, come si dice, «blindato». In realtà già dal senato era partita accompagnata da solenni dichiarazioni di esponenti del governo che sarebbero stati tollerati solo piccoli e irrilevanti ritocchi per una veloce approvazione. Poi le cose andarono diversamente. Il compromesso più significativo - quello che ha effettivamente permesso l'approvazione alla camera e che rende presumibile l'approvazione al senato in tempi brevi - riguarda la sanatoria, la regolarizzazione dei lavoratori immigrati. Nel testo attuale l'intera materia si riduce alla regolarizzazione delle famose badanti, cioè al «personale di origine extracomunitaria adibito ad attività di assistenza a componenti della famiglia affetti da patologie o da handicap che ne limitano l'autosufficienza ovvero al lavoro domestico di sostegno al bisogno familiare». Per il resto tutto si rimanda a un impegno del governo a presentare un provvedimento urgente che riguardi la regolarizzazione degli altri lavoratori.

Insomma la sanatoria in parte c'è, in parte ci sarà: business as usual. Tutto bene dunque? Assolutamente no. La legge contiene le stesse norme inutilmente vessatorie comprese nei testi precedenti con qualche piccola aggiunta tanto ricca di significati simbolici quanto negativa dal punto di vista dei processi di integrazione degli immigrati e inutile dal punto di vista delle stesse esigenze di controllo. L'articolo 2 infatti si è arricchito di un testo nuovo (l'articolo 2bis) che recita: «lo straniero che richiede il permesso di soggioro è sottoposto a rilievi fotodattiloscopici». Ciò vale anche per chi richiede il rinnovo. E' vero che, seguendo il suggerimento dell'onorevole Rutelli, saremo forse tutti fotodattiloscopicizzati. Ma per ora le impronte alle mani (non più ai piedi per fortuna) saranno presi agli stranieri.

La portata simbolica dell'articolo è evidente. Questa novità non spaventa certo i criminali. In parte perché ai sospetti le impronte sono già state prese, in parte perché chi è inserito in circuiti di criminalità e devianza da tutto è spaventato tranne che dai rilievi fotodattiloscopici. Il problema si pone per gli altri: agli immigrati viene affibbiata l'etichetta preventiva di potenziale criminale, da dovunque vengano e chiunque essi siano. E' un netto peggioramento: in passato era di moda l'identità clandestino uguale criminale; ora siamo passati all'identità straniero uguale potenziale criminale. Nel passaggio dal senato alla camera abbiamo ottenuto con un grande coinvolgimento dell'opposizione questo splendido risultato.

Per commentare con maggiore dettaglio la legge bisognerà vederne il testo depositato. Ma novità di rilievo non ce ne sono rispetto a quello che è stato detto in passato. Per gli immigrati ora tutto diventa più difficile e i rischi di cadere in condizioni di irregolarità e clandestinità aumentano, così come aumenteranno i rischi di deportazione, dopo il periodo di detenzione amministrativa, per essere stati trovati in condizioni di irregolarità. E questo è il punto più importante.

L'abbiamo scritto mille volte e lo ripetiamo. Il contratto di soggiorno non può funzionare (come non funzionarono in passato analoghi programmi in altri paesi: penso al becero programma in Usa) e l'eliminazione dell'art. 23 della Turco Napolitano - gli sponsor - fa scomparire una delle poche norme che avvicinavano la norma alla realtà del mercato del lavoro.

La legge non è più rigorosa di quella già in vigore. E' solo più cattiva e discriminatoria. E, per quel che riguarda l'illegalità e l'irregolarità, avrà effetti opposti a quelli dichiarati.