da "Il Manifesto"

7 Giugno 2001

Leeds disunited, tensione razziale

La comunità asiatica si scontra per una notte con la polizia, dopo l'arresto ingiusto di un giovane del Bangladesh

ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

 

La tensione era nell'aria a Leeds. Almeno da domenica scorsa quando un giovane di origine asiatica era stato arrestato dalla polizia che voleva interrogarlo sulla sua "guida apparentemente senza meta". Il giovane si era rifiutato di scendere dalla macchina e seguire la polizia, anche perché non voleva lasciare la moglie e il figlioletto che viaggiavano "senza meta" assieme a lui. Testimoni oculari dicono che la polizia a quel punto ha cominciato a fare la voce grossa promettendo al giovane che sarebbe andato in questura con le buone o con le cattive. La tensione è salita alle stelle e i poliziotti hanno usato dei lacrimogeni per convincere il giovane a seguirli. In questura però il ragazzo non è andato da solo: centinaia di ragazzi di origine asiatica che avevano assistito all'intera vicenda, infatti, sono andati a protestare e a chiedere l'immediato rilascio del giovane. Forse anche memori degli scontri avvenuti a Oldham pochi giorni prima, i poliziotti di Leeds hanno chiesto e ottenuto un incontro con i leader della comunità asiatica per cercare di sedare gli animi. Secondo alcuni testimoni dopo il primo incontro la polizia aveva promesso un secondo incontro per informare la comunità sul futuro del giovane arrestato. "Quel secondo meeting -hanno dichiarato alcuni testimoni ai giornali locali -non è mai avvenuto e la rabbia è esplosa. La comunità asiatica è stanca di essere trattata come cittadini di serie B". La rabbia è esplosa in forma di auto date alle fiamme, con centinaia di giovani riversatisi per le strade martedì notte. La versione della polizia è decisamente diversa da quella dei cittadini di origine asiatica. Per il capo della polizia "non ci sono scuse per la violenza pianificata di martedì notte". Ma i residenti del quartiere di Harehill ribattono che "non si può arrestare la gente senza motivo, prendendola a calci, maltrattandola, usando lacrimogeni e poi pretendere che nessuno dica o faccia nulla". Anche se la polizia continua a dire che "non si tratta di problemi razziali, non si può usare la questione del razzismo per giustificare duecento ragazzi che scendono in strada a commettere crimini" è indubbio che a Leeds invece la tensione è estremamente alta da parecchi mesi. Qualche settimana fa si è aperto in città il processo contro alcuni giocatori della prima squadra del Leeds United accusati di aver aggredito, davanti ad un locale, un gruppo di giovani asiatici. Quel processo è stato annullato dopo che il padre di una delle vittime ha rilasciato un'intervista in cui dichiara esplicitamente che il motivo del pestaggio era razziale: il giudice ha ritenuto che l'intervista potesse influenzare la giuria e ha ordinato la chiusura del procedimento e la nomina di nuovi giurati. Oltre al caso dei calciatori professionisti del Leeds, di recente si sono anche moltiplicate le denunce per mimacce di danni a negozi e abitazioni di cittadini asiatici, ad opera di gruppi di fascisti come il National Front in cerca di nuove reclute per la sua campagna di violenza e odio razziale. Il National Front ha presentato anche alle elezioni di oggi candidati in numerosi collegi del paese. Ieri i leader della comunità asiatica di Leeds hanno ripetuto che gli scontri di martedì sono da collegare esclusivamente all'arresto violento e immotivato del giovane asiatico, ma molti sottolineano che di questi arresti se ne verificano parecchi e tutti ai danni di cittadini non bianchi. A Leeds vivono oltre settecentomila persone (secondo i dati tratti dal censimento del 1991). Di questi oltre il 7% è di origine straniera. Grandi sono la comunità pachistana, quella indiana e quella del Bangladesh.