da "Il Manifesto"

19 Maggio 2001

"E' stata una mattanza"

Si contano i feriti dopo il corteo degli immigrati a Roma. Tre sono in ospedale con la testa rotta

LIVIO QUAGLIATA - ROMA

Un uomo per terra, perde sangue dalla testa, i turisti lo scansano. I poliziotti chiacchierano aspettando che arrivi l'ambulanza. Uno di loro ha un occhio appena un po' gonfio, gli altri stanno apparentemente una bellezza: "Ragazzi siamo d'accordo, referti a cinque giorni". Referti a cinque giorni vuol dire andare in ospedale e farsi rilasciare un certificato medico molto compiacente che attesti le "lesioni" subìte. Quanto basta a giustificare cariche altrimenti ingiustificabili e a incassare qualche giorno premio da passare serenamente in famiglia. Tutto questo giovedì sera, in piazza Venezia, a Roma, luci blu delle sirene e clacson indispettiti. Ieri, puntuale, la conferma. La questura parla di 4 agenti feriti - prognosi di 5 giorni - e di 21 persone denunciate per oltraggio e lesioni. Tra queste 5 erano state arrestate giovedì sera, ma ieri neppure il magistrato ha ritenuto di poter convalidare gli arresti. Tre immigrati sono attualmente ricoverati in diversi ospedali con la testa rotta dai manici dei manganelli e da quelli dei fucili. Molti altri hanno preferito non ricorrere alle cure mediche del pronto soccorso, per paura. Le veline dei commissariati hanno poi dettato quasi tutti gli articoli di cronaca. A mo' di sunto ecco la versione fornita ieri dal portavoce della questura: "Al termine del corteo, peraltro autorizzato, i manifestanti hanno chiesto di attendere in strada la loro delegazione inviata dal questore. In tal modo ostruivano la circolazione. Sollecitati a desistere hanno lanciato sassi e bottiglie, lanci documentati dalle riprese della polizia scientifica. Quindi sono state effettuate alcune cariche di allegerimento". Ma chi giovedì sera ha seguito il piccolo corteo fino in piazza Venezia - un cronista di Repubblica, alcuni fotografi e infine diversi passanti - non può che raccontare altro. "Il corteo è arrivato tranquillo in piazza Venezia. Qui gli immigrati si sono seduti per terra, sopra dei cartoni, aspettando il ritorno della delegazione andata a parlare con il questore. I poliziotti e i carabinieri, con gli scudi, hanno spinto la gente verso i marciapiedi. In questo modo sembrava avessero finito il loro lavoro. E invece li hanno circondati, stretti e infine pestati come raramente ho visto fare. Hai presente una mattanza? Hanno continuato a caricare e a rincorrere anche quando la gente era ferita per terra". I sassi e le bottiglie di vetro sembra siano stati visti solo dalla polizia scientifica: "Ci mostrino quelle immagini, noi le uniche cose che abbiamo visto volare erano bottiglie di plastica e cartoni". Il corteo di giovedì era stato promosso dall'associazione Dhuumcatu ("stella cadente"), composta in prevalenza da immigrati bengalesi, indiani e pachistani. Molti di loro fanno parte di quelle 4000 persone (nella sola Roma) escluse dalla sanatoria del 1998; oppure sono tra quelle 14000 (nella sola Roma) che attendono il rinnovo dei permessi di soggiorno. Si stima che in Italia possano essere circa 100 mila gli immigrati che stanno vivendo un'identica situazione di precarietà. Per questo protestavano - per avere pezzi di carta che ne certifichino l'esistenza in vita. Per questo sono stati picchiati: senza quel pezzo di carta non sono nessuno. A questi nessuno hanno espresso ieri la propria solidarietà un deputato verde (Cento), un consigliere comunale del Prc (D'Erme), l'associazione 3 febbraio e l'associazione Senza confini di Dino Frisullo.