da "Il Manifesto"

06 Aprile 2001

Gruppi nazi sciolti in Germania

Tra loro le SSS, che reclutavano picchiatori anti-stranieri

GUIDO AMBROSINO - BERLINO

La profonda valle scavata dall'Elba, là dove il fiume proveniente dalla Repubblica cèca scorre in direzione di Dresda, è una delle regioni più pittoresche e romantiche della Germania. Le rocce d'arenaria, spesso erose in forma di bizzarri pinnacoli, le hanno meritato il nome di "Svizzera sassone". A dispetto dell'idillio si aggirano però da quelle parti non poche teste rasate. Dal 1996 si erano andate organizzando nel gruppo Skinheads Sächsische Schweiz, e erano fiere della loro sigla con tre "S", una in più delle Schutzstaffeln hitleriane. Ieri il ministero degli interni della Sassonia ha vietato questa organizzazione, insieme al gruppo affine "Resistenza nazionale" di Pirna, cittadina di 50.000 abitanti capoluogo del distretto. Secondo la polizia gli Skinheads Sächsische Schweiz potevano contare su un centinaio di aderenti e circa duecento simpatizzanti. In 50 perquisizioni nel giugno scorso, e in altre 14 a settembre, gli inquirenti avevano sequestrato nelle abitazioni dei neonazisti esplosivo, granate, pistole, parti di fucili, tute mimetiche, distintivi con simboli nazisti, e una quantità di propaganda razzista, stampata o su dischetti per computer. Sulla base di questi ritrovamenti la magistratura aveva già aperto un'inchiesta contro 65 militanti degli "SSS", tra i 16 e i 28 anni d'età, sospettati di associazione per delinquere. Scopo del gruppo era il reclutamento di giovani per aggressioni violente a stranieri e avversari politici. La "Svizzera sassone" figura nei rapporti dell'Ufficio per la tutela della costituzione come uno dei centri dell'attività neonazista. In questo clima di endemica violenza la stampa aveva dato largo spazio nel novembre scorso alle denunce della famiglia Kantelberg-Abdulla, una coppia tedesco-irachena, che sospettava che il figlio Joseph fosse stato affogato in una piscina di Sebnitz da un gruppo di skin. Allo stato delle indagini sembra che il piccolo Joseph Abdulla, affetto da un vizio cardiaco, sia morto per cause accidentali. Ma accidentali non sono le minacce, gli isulti e l'ostracismo nei confronti della famiglia Kantelberg-Abdulla, "rea" di aver infangato l'onore di Sebnitz. Il gruppo "SSS" era stato organizzato da militanti della Wiking Jugend, la "Gioventù vichinga" sciolta nel 1994. Il capo della Wiking Jugend, Wolfram Nahrath, ha fatto carriera nel partito nazionaldemocratico Npd, e ne presiede la commissione incaricata di dirimere le controversie tra gli iscritti. Anche gli "SSS" avevano legami trasversali con la Npd, cementati dai comuni trascorsi "vichinghi" con Nahrath. Gli Skinheads Sächsische Schweiz non avevano lo status di "partito politico". Per scioglierli è stato sufficiente un decreto del ministero regionale degli interni, come più volte è accaduto in passato. Dal 1992 erano già state vietate per questa via 17 organizzazioni neonaziste. I gruppi si sono sempre andati riformando sotto nuove sigle. Lo scioglimento di un partito è molto più complesso e deve essere pronunciato dalla corte costituzionale. Il governo ha chiesto il 30 gennaio ai giudici di Karlsruhe di avviare il procedimento di interdizione della Npd. Il 30 marzo hanno fatto lo stesso il Bundestag (senza i voti di Cdu e Fdp) e il Bundesrat (col consenso della Baviera). L'esito è incerto, perché nonostante i legami con l'area dei picchiatori sarà difficile dimostrare una diretta responsabilità del partito per le loro violenze. Il procedimento ha comunque l'inconveniente di dare adito a leggende di "persecuzione politica". Per contrastare la criminalità di estrema destra potrebbero bastare i normali strumenti del codice penale, se usati con più convinzione e coerenza.