da "Il Manifesto"

03 Aprile 2001

"Io, sola, in questa casa senza i miei figli"

M. T. - BOLOGNA

Anna Luckaci adesso abita in una casa. Troppo tardi, dice lei, che ha querelato il sindaco Guazzaloca e le persone temporaneamente responsabili dell'area di via Fiorini - a Santa Caterina di Quarto, Bologna - dove i suoi piccoli hanno trovato la morte un anno fa, nell'incendio della roulotte in cui la famiglia viveva. Non solo. In febbraio aveva presentato tramite il suo avvocato opposizione alla richiesta di archiviazione presentata l'anno scorso dal gip. Anna, ora, ha un'altra bambina, alla quale ha dato lo stesso nome della piccola morta nel rogo della sua roulotte: Amanda. Mentre la allatta, nel salottino che pare una bomboniera, dice che l'ha voluta tanto. "Ha un mese, la mia bimba, è buonissima, e assomiglia tutta all'altra". Dell'Amanda che fu ci sono foto sui muri, insieme a quelle di Alex, il fratellino morto insieme a lei, immagini ricavate anche dai giornali, e ingrandite: "Li sogno sempre - racconta questa ventenne, mamma per la terza volta - Una sera qui in casa due fili scoperti hanno fatto contatto, io sono scappata fuori con la bimba, mi sono precipitata a chiedere aiuto a un vicino per paura che bruciasse tutto". La vita continua, anche dopo i drammi più atroci: "Hanno aspettato che morissero i miei bambini per darmi una casa. Fino a novembre sono rimasta al campo, in una roulotte comprata in sostituzione dell'altra, quella bruciata. Vivevo nell'angoscia, perché stavo esattamente nel posto in cui erano morti i bambini, ed ero incinta del terzo. Poi, per fortuna, il Comune mi ha dato questa. Di affitto pago 141.000 lire al mese". Anche qui è periferia, ma fatta di fabbricati a schiera, con gli orti: "Sto sempre sola - continua la ragazza - mio marito spesso è via. Passo il tempo scrivendo la mia storia, amiche non ne ho e i parenti, le sorelle, stanno distante da qui, non li vedo mai. Quest'anno voglio dedicarlo tutto a mia figlia, poi tornerò a lavorare. Per il momento mi d una mano l'assistente sociale". In questi giorni - passata la gravidanza e il primo mese di vita del piccolo, che, secondo le usanze rom, le madri devono trascorrere con lui al riparo da contatti esterni - Anna andrà al cimitero a trovare i suoi bambini: "Non so come reagirò", ci dice.