da "Il Manifesto"

03 Aprile 2001

Aggressioni naziste in crescita in Germania

Una ragazza coreana sfregiata con croci uncinate a Düsseldorf. E un inquietante rapporto del governo

GUIDO AMBROSINO - BERLINO

"Sono stati quattro skinheads a incidermi una svastica sull'avambraccio", ha raccontato una quindicenne tedesca di origine coreana alla polizia di Düsseldorf. Secondo la ragazza, i nazisti con la testa rapata l'hanno trascinata domenica in un parcheggio sotterraneo e lì l'hanno sfregiata con tagli a forma di croce uncinata. L'aggressione è avvenuta di giorno, in un quartiere frequentato, ma nessuno dei passanti si è accorto di niente. In passato ci sono stati casi di ragazze che si erano procurate da sole ferite analoghe per richiamare su di sè l'attenzione degli adulti. Ma a Düsseldorf gli inquirenti non hanno finora riscontrato contraddizioni nella versione della quindicenne e indagano sulla base della sua denuncia. Sebbene la piaga dell'estremismo di destra sia più incancrenita a est, anche a ovest non mancano nazisti capaci di ogni efferatezza. Secondo il rapporto annuale sull'estremismo a cura dell'Ufficio per la tutela della costituzione, presentato il 29 marzo dal ministro degli interni Otto Schily, nel 2000 si sono fatti notare 9.700 estremisti di destra "disposti alla violenza", con un aumento di 700 unità rispetto al 1999. Più della metà di loro vive nelle regioni dell'est, dove risiede solo un quinto della popolazione. I reati complessivi "riconducibili all'estremismo di destra" sono saliti a 15.591, il 60 per cento in più dell'anno precedente, a fronte di 3.173 reati con un movente di sinistra. Il numero delle aggressioni violente delle bande naziste è salito da 746 a 998. In 641 casi le vittime erano stranieri. L'enorme crescita statistica dei reati attribuiti alla destra - compresi delitti di propaganda come le svastiche tracciate sui muri - è dovuta a un maggiore disponibilità della polizia a non chiudere gli occhi di fronte alle motivazioni politiche della criminalità giovanile. Quanto ci sia ancora da fare in questa direzione lo dimostra la discrepanza tra le stastiche ufficiali e quelle costruite sui dati pubblicati dalla stampa, sulle vittime uccise dai neonazisti a partire dall'unificazione tedesca. Secondo i quotidiani Frankfurter Rundschau e Tagesspiegel sono state ammazzate in dieci anni e mezzo 95 persone: stranieri, senzatetto, avversari politici, ma anche tedeschi con il solo difetto di avere un cognome strano, come Augustin Blotzki, scambiato per "bulgaro" e massacrato di botte nel maggio 1997 in Brandeburgo. L'ufficio criminalistico federale, che pure l'anno scorso ha ritoccato verso l'alto i suoi dati, attribuisce a estremisti di destra nello stesso decennio "solo" 37 omicidi. Le statistiche ufficiali si basano tutt'ora su un concetto di "estremismo politico" restrittivo, che scatta quando il reato sembri implicare "una minaccia contro l'ordinamento costituzionale". Ciò spesso significa che, per comparire nella statistica dei reati a sfondo politico, i loro autori devono avere legami organizzativi con gruppi segnalati come "ostili alla costituzione" nei rapporti del Verfassungsschutz. In seguito alle proteste per questa ottusità burocratica, i ministri degli interni del Bund e dei Länder si sono accordati su nuovi criteri, che saranno adottati il 9 maggio. La categoria di "reati riconducibili all'estremismo politico" sarà sostituita da quella di "criminalità con motivazioni politiche". Si applicherà ai neonazisti sulla base della personalità degli indiziati, qualora i reati siano motivati da nazionalismo, razzismo, nazismo, o quella forma di razzismo sociale che considera senzatetto e alcolizzati esseri inferiori da eliminare.Anche la tipologia delle vittime sarà tenuta in maggior conto. La polizia ricorrerà alla categoria americana di hate crime, "crimine per odio", quando una persona venga aggredita per le sue opinioni politiche, la nazionalità, il colore della pelle, la religione, l'orientamento sessuale, un handicap, l'aspetto esteriore o lo status sociale.