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La sentenza milanese su via Corelli: una buona notizia usata dalle destre
LUCA FAZIO - MILANO
da "Il Manifesto" 04 Novembre

Una sentenza fa scricchiolare la legge sull'immigrazione Turco-Napolitano. La destra parte all'attacco e invoca l'introduzione del reato di immigrazione clandestina. Il timore è che una buona notizia - così l'ha salutata chi a sinistra non si è chiuso in un imbarazzato silenzio - in tempi di campagna elettorale possa trasformarsi in un boomerang. "L'ingresso clandestino in Italia deve essere codificato come reato - attacca il segretario di Alleanza nazionale, autore di una proposta di legge che verrà discussa nei prossimi giorni in parlamento - e ci fa piacere che in queste ore autorevoli uomini di legge abbiano espresso analogo convincimento, mentre attendiamo di conoscere dal candidato Rutelli quale sia il suo pensiero su questo, ammesso che lo possa esprimere". Grazie alla sentenza che la destra usa strumentalmente per mettere alle corde gli avversari, che questa legge hanno voluto, ieri nove stranieri senza permesso sono stati liberati dal centro di dentenzione di via Corelli. Per il giudice Rita Errico, della quarta sezione civile del Tribunale di Milano, l'accompagnamento coatto alla frontiera vìola l'articolo 13 della Costituzione, quello secondo cui non è ammessa alcuna forma di restrizione della libertà personale se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria. Il provvedimento - dopo il pronunciamento in merito della Corte Costituzionale - potrebbe far vacillare la parte più controversa della legge. Esprime soddisfazione Rifondazione comunista. "Gli stessi dubbi - commentano Giovanni Russo Spena e Carlo Cartocci - sono stati da tempo espressi dal Prc e dall'associazionismo democratico e antirazzista insieme al quale ci battiamo per la chiusura dei centri esistenti e contro l'apertura di nuovi centri in Toscana e in Emilia Romagna". Per Giuliano Pisapia, penalista e deputato del Prc, l'ordinanza del giudice Errico è "apprezzabile e ineccepibile" dal punto di vista giuridico. "Un plauso al magistrato di Milano - dice - che ha ritenuto applicabili anche per gli extracomunitari i principi sanciti dalla costituzione". La senatrice Ersilia Salvato (Ds) sostiene che "l'ordinanza solleva una questione di grande rilevanza in ordine alla garanzia della libertà personale e alle condizioni sulla base dei quali può essere limitata". In questione, secondo Salvato, "è il sistema di coazione della libertà instaurato dai centri di detenzione, rispetto ai quali vanno trovate altre strade per l'accoglienza e l'inserimento degli immigrati in Italia". Sa bene come (non) funzionano i centri di detenzione Massimo Pastore dell'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). "A Torino -dice - ci sono persone che escono dopo 30 giorni e se per caso dopo 5 minuti si imbattono in una volante se ne fanno altri 30: questi centri servono per una detenzione vera e propria e, paradossalmente, con il reato di immigrazione clandestina i reclusi avrebbero più diritti di quanti non ne abbiano oggi". Per Pastore la sentenza costituisce un'arma in più per i legali della difesa. "E' una bella notizia - spiega - anche perchè i legali potranno impugnare l'incostituzionalità sentendosi un po' meno soli: dopodichè tutto dipenderà dal giudice, che può anche sostenere che il precedente non ha rilevanza". Fulvio Vassallo Paleologo, il giurista che si è distinto nella battaglia legale per la chiusura del centro Serraino Vulpitta di Trapani, dove morirono sei stranieri, ritiene che la sentenza di Milano - "tanto più a pochi giorni dalla riapertura del centro di via Corelli" - rappresenti un segnale innovativo. "Ma non sono molto ottimista sul futuro - spiega - perchè probabilmente la Corte Costituzionale rigetterà la sentenza: le pressioni politiche in questa direzione saranno forti". Il giurista non risparmia attacchi all'Ulivo che adesso si troverà impigliato nella tagliola di chi invoca il reato di immigrazione clandestina: "Continua ad esserci una subordinazione all'egemonia culturale e razzista della destra e dunque possiamo aspettarci di tutto. Del resto Rutelli si è già detto disponibile a un inasprimento in materia di espulsioni". L'ipotesi di un arretramento preoccupa anche il sociologo Salvatore Palidda: "C'è il pericolo che questo precedente, positivo, possa spianare la strada al reato di immigrazione clandestina. E' preoccupante che il governo abbia messo all'ordine del giorno questa proposta in periodo di campagna elettorale. E temo che il candidato Rutelli potrebbe anche essere d'accordo".