DA NORDEST
Volontari in salsa padana
 
GIANFRANCO BETTIN
da "Il Manifesto" del 16 Maggio 2000

Non si dovrebbe liquidare tanto facilmente, considerandolo un aspetto folkloristico, quel che sta accadendo nelle notti di Udine. A tutela della sicurezza, infatti, nel centro friulano sono state costituite le "ronde" denominate "Volontari del Friuli", capitanate da colui che il Gazzettino descrive come il "pittoresco Bruno Peres (mustacchi asburgici e fiero oltranzismo di stampo autonomista)". La sera, dalle nove a mezzanotte nelle zone centrali della città, e da mezzanotte alle cinque del mattino nella periferia, alcune squadre di tre "Volontari" ognuna, pettorina azzurra col simbolo dell'aquila, cane pastore tedesco al guinzaglio, percorrono le strade alla ricerca di molestatori della sicurezza pubblica. Dietro a loro, la ronda della Polizia vera. Fin qui, l'esperienza di Udine assomiglia ad altre già viste nel Nord. La novità - e il pericolo da non sottovalutare - del caso di Udine consiste in un paio di aspetti peculiari. Il primo riguarda la rivendicazione di poter agire direttamente in base all'art. 383 del codice penale, che - si sostiene - autorizza qualsiasi cittadino ad arrestare chiunque venga colto in flagranza di reato. Su questa base, le ronde potrebbero farsi direttamente carico di interventi concreti contro chi si reputi impegnato in atti illeciti. Considerando che i settori nei quali i "Volontari" si stanno specializzando sono, dichiaratamente, i "servizi" anticlandestini, antiprostituzione e antidroga, si può pensare che occasioni di azione diretta non mancheranno. Tanto più che i leader delle ronde dicono di aver attivato dei corsi di addestramento specifico. La possibilità, quindi, che questo "servizio" si trasformi in un corpo paramilitare non sono affatto remote. Va ancora segnalato che la Regione Friuli ha stanziato 5 miliardi a sostegno dei progetti di intervento in tema di sicurezza proposti dagli enti locali. Poiché i "Volontari" si sono costituiti in Onlus, sono in grado di ricorrere a questi contributi e di "professionalizzare" i componenti delle ronde (mentre alcuni esercizi commerciali e ipermercati hanno già preso contatti per affidare loro la sicurezza dei parcheggi). L'eventuale finanziamento regionale, oltre a legittimare ulteriormente le "ronde" e a integrarle nel sistema ordinario di tutela della pubblica sicurezza, tende fatalmente a trasformare il carattere informale dell'esperienza in un percorso assai più strutturato. Se proiettiamo questo nucleo di "volontari" nordisti nella prospettiva che Polo e Lega vincenti alle scorse elezioni regionali hanno definito, di una regionalizzazione della Polizia (magari gestita da un governo centrale e da un parlamento che in un futuro non remoto potrebbero essere a netta maggioranza di centro-destra), il quadro risultante non potrebbe essere più preoccupante. Quali garanzie aspettarci, sul territorio,da "ronde" che a quel punto interpreterebbero con la forza di un mandato politico esplicito - e sorrette, alle spalle, da un sistema istituzionale retto da un'omogenea maggioranza politica - il loro mandato d'ordine? Le insidie che crescono nel profondo Nord, alimentandosi, come sempre, degli umori più malsani e ambigui sono oggi, quando possono trovare nuova legittimazione politica e nuove risorse e strumenti anche di fonte istituzionale, più inquietanti che mai.