Il Cavaliere rassicura i centristi Bossi:
risolverà Maroni con i flussi Il massimo della mediazione che Fini, autore della legge sull’immmigrazione insieme a Bossi, può garantire è un disegno di legge, da affidare al Parlamento: sull’ipotesi del decreto Bossi non ci sta. Il punto è quello di assicurarsi che l’Udc ritiri l’emendamento contestato, senza modificare la filosofia della legge sull’immigrazione: «Ci deve essere un impegno solenne del governo anche sui tempi», chiede l’Udc. Ma non è soltanto il problema Tabacci-Bossi che Palazzo Chigi deve risolvere. Intorno all’emendamento Tabacci si sono ritrovati un pezzo di Confindustria (l’altroieri alla Camera c’era il consigliere di Confindustria Guidalberto Guidi), ieri sono intervenute le Acli, poi la Cisl. E per questo i centristi hanno chiesto una dichiarazione politica dello stesso Berlusconi, che indichi nel dettaglio il percorso del disegno di legge. «Non c’è nessuna richiesta degli artigiani o degli industriali rimanga inevasa», li ha rassicurati Berlusconi al quale non sfugge l’importanza di una gestione meticolosa di questo passaggio. E infatti il premier ha intenzione di rilanciare con diverse iniziative, alcune sul piano europeo, altre sul piano nazionale: Berlusconi vuole portare al vertice europeo di Siviglia un progetto di finanziamenti per la formazione dei lavoratori nei Paesi di origine. Il premier, oltre all’estensione degli accordi di rientro gestiti a livello europeo invece che nazionale, vorrebbe anche una clausola per i paesi che chiedono di entrare nella Ue o di avere rapporti privilegiati: «Volete aiuti o fondi? Benissimo. Però quando un vostro cittadino va in un Paese europeo che non può dargli ciò che si dà ad un essere umano, noi ve lo rimandiamo». Altrimenti, continua Berlusconi, «i timori della gente possono essere cavalcati da protagonisti della politica come le Pen o il povero Fortuyn, che li esprimono in modo esagerato». Ma Berlusconi dell’utilità degli immigrati è convinto: «Il sabato vado a trovare tutte la gente che ho in ospedale: non c’è più una di quelle che puliscono le stanze che sia italiana». |
Gianna Fregonara |