Guida
per gli stranieri detenuti
nelle
carceri italiane
Da
consegnare al momento dell’ingresso nell’Istituto Penitenziario
L’esigenza di una informazione semplice e
corretta è molto sentita tra la popolazione detenuta, sia per quanto riguarda
gli aspetti giuridici, che per quelli organizzativi della vita carceraria.
I testi normalmente a disposizione sono
estremamente complessi e quindi di difficile comprensione, soprattutto per gli
stranieri che affollano le carceri italiane, e che rimangono di conseguenza
esclusi da questo tipo di comunicazione, andando spesso incontro a inconvenienti
e malintesi, determinati dalla ignoranza della legge e dalle difficoltà di
comprensione della lingua.
Per questo abbiamo realizzato un opuscolo semplice
da comprendere e da consultare, che
contiene informazioni sull’Ordinamento Penitenziario e sul Codice di Procedura
Penale, oltre a molti consigli pratici sul comportamento più opportuno da
tenere nelle varie situazioni che si presentano, dall’ingresso in carcere,
fino all’ammissione alle misure alternative della detenzione.
Sommario
Capitolo
1
L’ingresso
in carcere e le prime regole da imparare
·
Le prime ore da detenuto
·
La vita interna
·
I colloqui e le telefonate
·
La spesa
·
La domandina
Capitolo
2
Consigli
pratici per il rapporto con l’Istituzione Penitenziaria e la regolarizzazione
·
Consigli pratici
·
Il riesame della pericolosità sociale
e la revoca dell’espulsione
·
Il rinnovo del permesso di soggiorno
·
Le regole penitenziarie europee
(Convenzione dei Ministri della Comunità Europea)
·
Convenzione sul trasferimento
all’estero delle persone condannate
·
L’estradizione
·
L’espulsione
Capitolo
3
Cenni
sulle leggi di maggior interesse penitenziario
·
Il patrocinio a spese dello Stato
·
La custodia cautelare
·
Il processo
·
I benefici penitenziari e le misure
alternative alla detenzione:
Capitolo
4
Consigli
per la tutela della salute in carcere
·
Regole generali per una vita sana
·
Rapporti con il servizio sanitario
·
L’importanza dell’igiene
L’ingresso in carcere e le prime regole da
imparare
Le prime ore
da detenuto
Questa guida ti è stata consegnata assieme alla
fornitura (lenzuola, piatti, etc.) e ti serve per capire cosa ti sta succedendo,
come esercitare i diritti che ti sono riconosciuti e conoscere le regole che sei
tenuto a rispettare. Sei già passato per l’Ufficio Matricola, dove ti hanno
perquisito, preso le impronte, le foto e i dati anagrafici.
Ti hanno tolto i soldi e tutti gli oggetti di
valore (anelli, catenine, etc.), l’orologio, la cintura, gli abiti imbottiti:
in seguito potrai richiedere, con domanda scritta indirizzata al Direttore, la
restituzione della cintura e dell’orologio (se non ha un valore superiore alle
2 - 300.000 lire).
Adesso ti trovi in una cella di transito, dove non
rimarrai a lungo, probabilmente non più di un giorno o due. All’ingresso
nella cella controlla che tutto sia effettivamente in ordine poiché dovrai
sottoscrivere una dichiarazione che attesta il buono stato della stanza e
dell’arredamento. Eventuali danni riscontrati in seguito, durante o al termine
della tua permanenza, ti saranno addebitati. Se sei imputato (cioè non hai
ancora avuto il processo) il magistrato può disporre che tu rimanga in
isolamento fino a nuovo ordine e, in tal caso, verrai portato nella sezione di
isolamento. (A volte la cella di transito serve anche per l’isolamento e
quindi rimani dove sei).
Se hai già avuto il processo e sei quindi
appellante, o ricorrente in Cassazione, o definitivo, andrai in una sezione
normale (in matricola ti hanno chiesto se hai problemi di convivenza con gli
altri detenuti e, in questo caso, andrai nella sezione “protetti”).
Sei stato informato del tuo diritto di avvertire i
familiari (o altre persone) che sei in carcere? Lo puoi fare con un telegramma,
o con una lettera a busta aperta: chiedi il necessario all’Agente della
sezione. (Le spese postali sono a tuo carico ma, se non hai soldi,
l’amministrazione si fa carico della spedizione della lettera).
Se non hai un difensore puoi nominarlo: chiedi di
andare all’Ufficio Matricola, dove trovi l’albo degli avvocati del
circondario e puoi scegliere il tuo. (La lettera del precedente paragrafo può
essere indirizzata al difensore nominato).
Puoi metterti
in contatto con le autorità diplomatiche del tuo paese di provenienza: chiedi
di poterlo fare all’Ufficio Matricola.
La vita
interna
La vita carceraria è regolata da un Ordinamento
Penitenziario, in vigore dal 1975. L’ordine e la disciplina sono condizioni
per realizzare il trattamento rieducativo, quindi il carcere è un luogo dove ci
sono regole precise: conoscerle e rispettarle serve anche a non peggiorare la
tua situazione. L’Ordinamento Penitenziario prevede che tu:
·
osservi le norme che regolano la vita
dell’Istituto;
·
osservi le disposizioni impartite dal
personale;
·
abbia un comportamento rispettoso nei
confronti di tutti.
Rivolgiti agli Agenti (e agli altri operatori
carcerari) usando il “lei”; loro sono tenuti a rispondere nello stesso modo
e a indicarti con il tuo cognome. Per regolamento non puoi conoscere i nomi del
personale di Polizia Penitenziaria, quindi indicalo con il rispettivo grado:
·
Agente
(porta spalline senza gradi, o con una singola freccia rossa);
·
Assistente
(porta spalline con due o tre frecce rosse);
·
Sovrintendente (porta
spalline con una o più strisce argentate);
·
Ispettore
(porta spalline con una o più stelle argentate).
Le infrazioni del regolamento comportano una
punizione, che può consistere nell’isolamento, fino a un massimo di dieci
giorni. Inoltre, un rapporto
disciplinare, o una denuncia, non ti permettono di avere lo sconto di pena
previsto per la buona condotta (si chiama liberazione anticipata ed è di 45
giorni ogni semestre).
Quindi, per non allungarti la pena, evita
comportamenti scorretti, come:
·
negligenza nella pulizia e
nell’ordine della persona (include gli autolesionismi);
·
schiamazzi e linguaggio blasfemo;
·
simulazione di malattia;
·
possesso o traffico di oggetti non
consentiti o di denaro;
·
atti osceni (il carcere, cella
compresa, è “luogo pubblico”: i rapporti sessuali vi sono proibiti);
·
intimidazione o sopraffazione verso i
compagni;
·
appropriazione o danneggiamento dei
beni dell’amministrazione;
·
possesso o traffico di strumenti atti
ad offendere;
·
atteggiamento offensivo nei confronti
degli operatori penitenziari o dei visitatori;
·
promozione o partecipazione a disordini
e sommosse;
·
ogni altro fatto previsto dalla legge
come reato, commesso a danno di compagni, operatori e visitatori.
Oltre al personale di Polizia Penitenziaria,
nell’Istituto sono presenti altri operatori:
·
Direttori;
·
Educatori;
·
Psicologi;
·
Assistenti sociali;
·
Operatori del Ser.T.(Servizio
tossicodipendenze);
·
Assistenti volontari;
·
Cappellani;
Puoi avere un colloquio con loro rivolgendo
richiesta scritta (domandina) alla Direzione. L’Ordinamento Penitenziario ti
garantisce anche la possibilità di entrare in contatto con il Magistrato di
Sorveglianza e con il Provveditore agli Istituti di Pena: puoi chiedere di
essere sentito personalmente da loro, oppure puoi inviar loro domande e reclami
scritti. Se non hai il necessario per scrivere, l’Amministrazione è tenuta a
fornirtelo. Puoi scrivere anche in busta chiusa, all’esterno della quale devi
scrivere “riservata” (oltre al nome, o alla funzione, del destinatario, e al
tuo nome).
I colloqui e
le telefonate
Ti spettano *sei
colloqui al mese, della durata di un’ora, con familiari o conviventi. (In casi
particolari i colloqui “possono” essere consentiti anche con altre persone).
Ad ogni colloquio puoi ricevere un pacco, contenente generi alimentari vestiario
e lenzuola personali, fino a un peso di 5 Kg. Libri (con copertina pieghevole),
riviste e altro materiale didattico lo puoi ricevere anche in eccesso al peso
previsto. Abiti e scarpe imbottiti potrebbero essere respinti perché di
difficile controllo. (Due volte all’anno, in occasione del cambio stagione, il
pacco può pesare 10 Kg. Puoi ricevere un pacco postale la settimana, dello
stesso peso, se non hai avuto colloqui nei 15 giorni precedenti la spedizione).
Finché sei imputato l’autorizzazione ai colloqui viene concessa dal
magistrato competente (P.M.); dopo il processo di I° grado, viene concessa dal
Direttore.
*Quattro
volte al mese puoi telefonare a familiari e conviventi, sempre dopo aver
ottenuto la necessaria autorizzazione dal magistrato competente, o dal direttore
del carcere, se hai già fatto il processo di I° grado (Le telefonate possono
essere effettuate anche a carico del destinatario e
durano al massimo dieci minuti ciascuna).
Puoi inoltrare e ricevere corrispondenza postale
senza limite. Sulle lettere devi sempre scrivere il tuo nome e cognome. Il
Magistrato può sottoporre la corrispondenza a censura; in questo caso, sarai
avvertito preventivamente e le lettere, in arrivo e in partenza, porteranno il
visto della censura.
*I condannati per i reati più gravi, previsti dal primo periodo del primo comma dell’articolo 4bis dell’Ordinamento Penitenziario, hanno diritto solamente a quattro colloqui e a due telefonate ogni mese.
La spesa
In matricola ti hanno ritirato il denaro: presto ti
verrà consegnato un “libretto” di conto corrente, sul quale è riportato
quello di cui disponi e verranno segnati tutti i successivi carichi e scarichi.
Il denaro lo puoi ricevere tramite vaglia postale o deposito in portineria.
Oltre ai tre pasti che ti vengono forniti
dall’Amministrazione, puoi acquistare altri generi alimentari e cucinarli con
un fornello a gas tipo camping, anch’esso in vendita al sopravvitto. Puoi
acquistare anche altri prodotti vari (detersivi, cartoleria, sigarette, etc.).
Puoi spendere 820.000 lire al mese (205.000 la
settimana), per comperare tutti i prodotti inseriti nell’elenco della spesa e
altri tramite domandina, per spedire telegrammi ed effettuare telefonate. Il
limite della spesa non può essere superato.
La domandina
La domandina è un modulo che ti serve per chiedere
alla direzione una vasta gamma di cose:
·
colloquio con il Direttore;
·
colloquio con l’Ispettore Capo;
·
colloquio con l’educatore;
·
colloquio con gli assistenti sociali
del C.S.S.A.;
·
colloquio con gli operatori del Ser.T.;
·
colloquio con lo psicologo;
·
colloquio con il cappellano;
·
colloquio con gli assistenti volontari;
·
acquisto di prodotti non compresi
nell’elenco della spesa (Mod. 72);
·
sussidio economico, o vestiario, o
prodotti per la pulizia;
·
un lavoro interno (sappi che il tempo
di attesa potrebbe essere molto lungo);
·
libri in prestito dalla biblioteca;
·
partecipare a corsi scolastici e altre
attività.
I moduli delle domandine chiedili all’Agente in servizio nella
sezione.
Oltre alle
domandine sono disponibili altri moduli con i quali puoi chiedere:
·
colloqui con i familiari e conviventi;
·
telefonate con i familiari e
conviventi;
·
colloquio con il Magistrato;
·
tutti i benefici previsti
dall’Ordinamento Penitenziario.
Tranne le domandine, che vanno imbucate nella
cassetta della posta, tutte le richieste devi presentarle all’Ufficio
Matricola: per andare alla matricola devi prenotarti, dando il tuo cognome
all’Agente della sezione.
Consigli
pratici per il rapporto con l’Istituzione Penitenziaria
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L’espulsione
decretata come misura di sicurezza (pena accessoria di quella alla
detenzione) può esserti revocata se hai mantenuto buona condotta in
carcere: la richiesta di riesame della pericolosità e di revoca
dell’espulsione va rivolta al Magistrato di Sorveglianza. |
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Se
hai il permesso di soggiorno non lasciarlo scadere ma chiedine il rinnovo
attraverso L’Ufficio Matricola del carcere: ti verrà riconosciuta la
residenza presso l’Istituto dove sei detenuto. |
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Ottenere
la residenza presso l’Istituto nel quale sei detenuto ti permette
l’iscrizione all’Ufficio di
Collocamento della città nella quale l’Istituto sorge. |
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Avere
una regolare residenza in Italia ti dà diritto ad avere l’assistenza
socio - sanitaria prestata dai vari servizi pubblici che operano nel
distretto (A.S.L., Ser.T., etc.). |
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Trovare
un lavoro esterno significa, in molti casi, poter ottenere una misura
alternativa alla detenzione e avere una possibilità in più di
regolarizzarti, al termine della pena. |
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Se
sei irregolare fai la massima attenzione all’uscita di eventuali
sanatorie, potresti metterti in regola, anche da detenuto. |
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Nel
caso tu abbia dichiarato un nome falso al momento dell’arresto sappi che
chiedere che ti venga attribuito quello autentico può essere il primo passo
verso la regolarizzazione. La richiesta relativa va indirizzata alla
Questura del luogo in cui sei detenuto. |
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Approfitta
del periodo di detenzione per apprendere l’italiano, iscriviti ai corsi di
alfabetizzazione che vengono organizzati in quasi tutti gli istituti (oppure
a corsi scolastici di grado superiore se hai già una conoscenza di base
della lingua italiana). |
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Se
hai multe da pagare, puoi chiederne la conversione nella libertà
controllata (con firma in questura), condizione che ti dà diritto a
soggiornare in Italia per “motivi di giustizia” al termine della pena
detentiva e per tutto il periodo della libertà controllata. |
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Le
spese processuali e di mantenimento in carcere possono esserti rimesse,
chiedendolo al Magistrato di Sorveglianza. |
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Nei
rapporti con l’istituzione l’uso della lingua italiana costituisce un
grande vantaggio, anche per i tuoi familiari che vengono al colloquio o ai
quali telefoni: |
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le telefonate effettuate in italiano non richiedono la presenza dell’interprete e quindi vengono autorizzate con maggiore facilità; |
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*i
documenti anagrafici (esempio lo stato di famiglia) presentati per ottenere
l’autorizzazione ai colloqui, se sono scritti in lingue diverse
dall’italiano, richiedono un esame più lungo e quindi ritardano la
concessione dei colloqui. |
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Per
affrontare e, se possibile, risolvere i problemi burocratici e
amministrativi chiedi l’aiuto degli operatori, dei volontari, oppure del
mediatore culturale (quando è presente nell’Istituto). |
*Presso Consolati e
Ambasciate è possibile farsi rilasciare questi documenti già scritti in
italiano.
Il
riesame della pericolosità sociale e la revoca dell’espulsione
La
richiesta deve essere rivolta al tribunale di sorveglianza qualche mese prima
del termine della pena. Così facendo verrà preso in considerazione il
comportamento all’interno del carcere (ad esempio se ha partecipato a delle
attività scolastiche, culturali, etc.) e ci saranno elementi a favore della
revoca della misura di sicurezza, nel caso di corretto comportamento.
In
ogni caso potrai rimanere in Italia fino all’udienza per il riesame ma, se
questa non ha l’esito sperato, l’espulsione diventa esecutiva, tranne in
alcuni casi particolari: in caso di incertezza sull’identità o sulla
nazionalità della persona, l’espulsione non può essere effettuata finché
non siano chiariti del tutto questi elementi ma, quando il provvedimento è
stato deciso in sostituzione della condanna al carcere, rischi di finire nei
“Centri di Permanenza Temporanea”, fino a un massimo di trenta giorni,
dopodiché dovrai essere lasciato in libertà. Le condizioni di vita in questi
centri possono anche essere peggiori rispetto a quelle delle carceri.
Anche
quando rischi di subire persecuzioni per motivi razziali, politici, religiosi,
etc., nel tuo paese di provenienza, non puoi essere espulso; così pure, non
possono essere espulsi i minorenni, le donne incinte e quelle che hanno da poco
partorito; gli stranieri sposati con italiani, o conviventi con parenti di
nazionalità italiana.
Il
rinnovo del permesso di soggiorno
Puoi
chiedere il rinnovo del permesso di soggiorno, anche se è già scaduto, se non
l’hai potuto rinnovare per “cause di forza maggiore”.
Perché
lo stato di detenzione possa essere considerato “causa di forza maggiore”
gli operatori competenti all’inoltro della richiesta di rinnovo del permesso
di soggiorno (educatori, responsabili dell’Ufficio Matricola, direttore)
devono rilasciare una dichiarazione, nella quale riconoscano di non essersi
attivati per il rinnovo, in quanto non erano a conoscenza che questa procedura
fosse possibile.
La
richiesta di rinnovo deve essere rivolta alla Questura competente per territorio
e può essere effettuata tramite l’Ufficio Matricola, delegando un funzionario
dell’Istituto a rappresentare ed agire per conto dell’interessato. È
necessario, quindi, che tu rilasci una delega, specificando quale atto dovrà
essere compiuto a tuo nome.
La
dichiarazione deve essere firmata in presenza del Direttore (o da un funzionario
del carcere), in modo che la firma possa essere così autenticata.
Il
Patrocinio a spese dello Stato per gli stranieri
Se
hai un permesso di soggiorno, puoi essere ammesso al patrocinio a spese dello
Stato e ottenere così di non pagare il difensore e altre spese processuali.
Per
avere il gratuito patrocinio è necessario avere un reddito inferiore a 11.120.000
lire all’anno, risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi.
Questo
limite aumenta di 2.000.000 di lire per ogni persona convivente, nel caso che tu
risulti convivente con i tuoi familiari. Sono esclusi dal gratuito patrocinio
gli imputati e i condannati per il reato di evasione fiscale. Per avere il
gratuito patrocinio devi presentare una richiesta tramite il Direttore del
carcere, che autentica la tua firma e trasmette l’istanza al giudice
competente.
All’istanza
vanno allegati:
![]() |
uno
stato di famiglia (non in bollo); |
![]() |
una
copia dell’ultima dichiarazione dei redditi: tua e di eventuali conviventi
(oppure una autocertificazione, autenticata dal Direttore, con la quale
attesti di non aver presentato alcuna dichiarazione
dei redditi, nell’ultimo anno); |
![]() |
* un certificato, rilasciato dal Consolato del tuo paese di provenienza, dal quale risulta la tua posizione patrimoniale nel paese di provenienza. |
*
In seguito alla Sentenza della Corte Costituzionale n° 219 del 29 maggio 1995,
questa attestazione deve indicare anche gli accertamenti eseguiti per la
verifica del contenuto dell’autocertificazione. In pratica, l’autorità
consolare dovrà controllare che quanto dichiarato dallo straniero
nell’autocertificazione corrisponde a verità. Pertanto non si potrà
limitare, come in precedenza, ad attestare “quanto a sua conoscenza” circa i
redditi prodotti ed i beni immobili o mobili in possesso del richiedente, ma
dovrà effettuare dei riscontri oggettivi nel proprio paese e descriverli nel
certificato. È necessario che i controlli effettuati dal Consolato siano
attendibili in quanto il Giudice, a seguito della suddetta sentenza, è libero
di valutarne l’idoneità ai fini dell’ammissione o meno al gratuito
patrocinio.
Le
regole penitenziarie europee - Convenzione
dei Ministri della Comunità Europea
Tutte
le regole penitenziarie devono essere applicate imparzialmente. Non vi deve
essere alcuna discriminazione per razza, sesso, lingua, religione, opinioni
politiche o di altro tipo, origini sociali o nazionali, nascita, condizione
economica. Le credenze religiose e i principi morali del gruppo al quale
appartieni devono essere rispettati. Al momento dell’ingresso nell’Istituto
devi ricevere informazioni scritte relative al trattamento, alla disciplina, ai
mezzi autorizzati per effettuare reclami e a tutto ciò che sia necessario per
conoscere i tuoi diritti e doveri e per adattarti alle regole carcerarie.
Hai
il diritto di comunicare all’Ambasciata (o a un Consolato) del tuo paese che
ti trovi in stato di detenzione. Hai diritto ad essere assistito gratuitamente
da un interprete nei rapporti con la magistratura e con gli organi
amministrativi. Devi essere autorizzato a soddisfare le esigenze della tua vita
religiosa e spirituale. Se nell’Istituto vi è un numero sufficiente di
detenuti che professano la stessa religione, un rappresentante qualificato di
questa religione deve essere riconosciuto o nominato: egli potrà organizzare i
servizi e le attività religiose ed effettuare visite pastorali ai detenuti
della sua religione.
Convenzione
sul trasferimento all’estero delle persone condannate
Come
chiedere il trasferimento
Puoi
chiedere il trasferimento nel tuo paese di provenienza per scontare la condanna
ricevuta in Italia nelle carceri di quello stato.
Devi
inoltrare la richiesta relativa al Ministero della Giustizia italiano, oppure al
Ministero della giustizia dello stato nel quale vuoi essere trasferito.
Perché
il trasferimento possa avvenire è necessario che:
![]() |
tu
sia cittadino dello stato nel quale chiedi il trasferimento; |
![]() |
la
sentenza sia definitiva; |
![]() |
tu debba scontare una pena superiore ai sei mesi |
(Al momento del ricevimento della richiesta da parte del ministero);
![]() |
il
fatto per il quale sei stato condannato costituisca reato anche per la legge
dello stato in cui chiedi di essere trasferito; |
![]() |
l’Italia
e il paese dove chiedi di essere trasferito siano d’accordo sul tuo
trasferimento. |
Cosa
succede dopo il trasferimento
La
condanna ricevuta in Italia sarà convertita in una condanna prevista dal codice
penale dello stato di destinazione per lo stesso tipo di reato. Comunque la tua
posizione penale non potrà essere aggravata dalla conversione (la tua condanna
non sarà aumentata). Il periodo trascorso nelle carceri italiane sarà detratto
per intero dalla condanna che ti sarà assegnata.
Potrai
avere eventuali amnistie, o provvedimenti di grazia, sia dallo stato italiano
che dal paese in cui sei trasferito. L’eventuale revisione del processo rimarrà
di esclusiva competenza dello stato italiano.
L’estradizione
La
tua estradizione verso un altro stato può essere concessa solo quando il fatto
oggetto della richiesta di estradizione è previsto come reato sia dalla legge
italiana che da quella dello stato richiedente.
L’estradizione
non può essere comunque concessa nei seguenti casi:
![]() |
in
relazione a reati politici (escluso il genocidio); |
![]() |
quando
la legge dello stato richiedente prevede la condanna a morte per il reato
oggetto della
richiesta; |
![]() |
quando
l’interessato alla richiesta di estradizione è già condannato a morte
nello stato richiedente, oppure rischia una analoga condanna per fatti che
non sono menzionati nella richiesta di estradizione. |
L’espulsione
L’espulsione
può esserti inflitta come pena accessoria (misura di sicurezza), quando il
giudice ti ha riconosciuto come “socialmente pericoloso”. Al termine della
pena detentiva, in questo caso, l’espulsione verrà eseguita tramite
accompagnamento alla frontiera, oppure imbarco forzato su un aereo diretto nel
tuo stato di provenienza. Però hai la possibilità di ottenere la revoca del
provvedimento di espulsione, chiedendo al Tribunale di Sorveglianza la
riconsiderazione della pericolosità sociale. Questa richiesta la devi avanzare
preferibilmente quando la tua pena sta per terminare (alcuni mesi prima della
scarcerazione), in modo che il periodo trascorso in carcere sia un elemento che
deponga a tuo favore (in particolare se hai osservato una buona condotta).
Se
l’udienza per il riesame della pericolosità viene fissata dopo il termine
della pena puoi chiedere un permesso di soggiorno temporaneo “per motivi di
giustizia”, in modo da poter presenziare all’udienza che ti riguarda, come
prevede la legge italiana.
L’espulsione,
però, può essere decretata anche per altri motivi:
![]() |
come
sanzione alternativa a condanne inferiori ai due anni; |
![]() |
come
sanzione amministrativa; |
![]() |
in
seguito a condanne per delitti contro la personalità dello stato (reati di
terrorismo, etc.). |
Cenni sulle leggi di maggior interesse
penitenziario
Il Patrocinio a spese dello
Stato per gli stranieri
Se hai un permesso di soggiorno,
puoi essere ammesso al patrocinio a spese dello Stato e ottenere così di non
pagare il difensore e altre spese processuali.
Per avere il gratuito patrocinio
è necessario avere un reddito inferiore a 14.147.190 lire all’anno,
risultante dall’ultima dichiarazione dei redditi.
Questo limite aumenta di
2.000.000 di lire per ogni persona convivente, nel caso che tu risulti
convivente con i tuoi familiari. Sono esclusi dal gratuito patrocinio gli
imputati e i condannati per il reato di evasione fiscale. Per avere il gratuito
patrocinio devi presentare una richiesta tramite il Direttore del carcere, che
autentica la tua firma e trasmette l’istanza al giudice competente.
All’istanza vanno allegati:
·
uno stato di famiglia (non in bollo);
·
una copia dell’ultima dichiarazione
dei redditi: tua e di eventuali conviventi (oppure una autocertificazione,
autenticata dal Direttore, con la quale attesti di non aver presentato alcuna
dichiarazione dei redditi,
nell’ultimo anno);
·
*
un certificato, rilasciato dal
Consolato del tuo paese di provenienza, dal quale risulta la tua posizione
patrimoniale nel paese di provenienza stesso.
*
In seguito alla Sentenza della Corte Costituzionale n° 219 del 29 maggio 1995,
questa attestazione deve indicare anche gli accertamenti eseguiti per la
verifica del contenuto dell’autocertificazione. In pratica, l’autorità
consolare dovrà controllare che quanto dichiarato dallo straniero
nell’autocertificazione corrisponde a verità. Pertanto non si potrà
limitare, come in precedenza, ad attestare “quanto a sua conoscenza” circa i
redditi prodotti ed i beni immobili o mobili in possesso del richiedente, ma
dovrà effettuare dei riscontri oggettivi nel proprio paese e descriverli nel
certificato. È necessario che i controlli effettuati dal Consolato siano
attendibili in quanto il Giudice, a seguito della suddetta sentenza, è libero
di valutarne l’idoneità ai fini dell’ammissione o meno al gratuito
patrocinio.
La
custodia cautelare
Il tuo arresto può essere avvenuto:
·
in flagranza del reato
·
in esecuzione di un’Ordinanza del
Giudice.
Nel primo caso il Giudice ti deve
incontrare entro 48 ore, per convalidare l’arresto, oppure revocarlo
rimettendoti in libertà, oppure sostituirlo con un’altra misura cautelare.
Nel secondo caso il Giudice dovrà interrogarti entro cinque giorni. (Se ti
trovi in custodia cautelare il P.M. può interrogarti solo dopo che ti abbia
interrogato il G.I.P.)
La custodia cautelare può essere
applicata solo nei seguenti casi:
·
rischio di reiterazione del reato
·
pericolo di fuga
·
rischio di inquinamento delle prove.
L’applicazione della custodia
cautelare è obbligatoria per il reato di associazione a delinquere di stampo
mafioso (416bis C.P.).
I termini massimi di durata della
custodia cautelare sono di 3, 6, 9 mesi (a seconda della gravità del reato) a
partire dal giorno dell’arresto fino al rinvio a giudizio (udienza
preliminare).
Gli stessi termini si ripetono tra il
rinvio a giudizio e il processo di primo grado; tra il primo e il secondo grado;
tra il secondo grado e la sentenza definitiva.
(Per casi complessi e reati gravi i
termini possono essere sospesi, durante lo svolgimento dei processi, e
prorogati, anche più volte).
Il tetto massimo della custodia
cautelare, tenuto conto di tutte le fasi e le possibili proroghe e sospensioni,
non può superare i 3, 6, 9 anni, a seconda della gravità del reato,
dall’arresto alla sentenza definitiva.
L’Ordinanza che dispone la custodia
cautelare può essere impugnata presentando un’istanza al Tribunale della
Libertà.
Il
processo
Il
giudizio abbreviato
All’udienza preliminare, invece di
rinviarti a giudizio, il G.I.P. può definire subito il processo e, in tal caso,
la pena sarà diminuita di un terzo. Il rito abbreviato lo devi chiedere di
persona al G.I.P.: se il giudice ritiene di possedere abbastanza elementi per
decidere immediatamente, consentirà la celebrazione del rito abbreviato. Il
giudizio abbreviato può essere applicato anche ai reati che prevederebbero la
pena dell’ergastolo.
Il
patteggiamento (applicazione della pena su
richiesta delle parti)
Consiste nell’accordo, tra
l’imputato e il P.M., sulla pena da infliggere. Il patteggiamento è possibile
quando, tenuto conto delle attenuanti e della diminuzione per il rito, la pena
non supera i due anni.
Il
giudizio direttissimo
E’ un rito in cui mancano le indagini
e l’udienza preliminare ed è possibile quando il tuo arresto è avvenuto in
flagranza, oppure se durante l’interrogatorio hai confessato il reato. Anche
nel giudizio direttissimo puoi chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento.
Il
giudizio ordinario
Viene celebrato davanti a una sezione
del Tribunale nella data fissata dal G.I.P. al termine dell’udienza
preliminare. Aperto il dibattimento, il P.M. espone i fatti che intende provare
e le prove delle quali chiede l’ammissione; altrettanto fanno il tuo difensore
e le eventuali altre parti. Poi vengono interrogati i testimoni e quindi tocca a
te deporre; infine parlano i periti: si inizia sempre con le prove richieste dal
P.M.
Terminata l’acquisizione delle prove
inizia la discussione, che si concluderà con la sentenza. Le sentenze del rito
ordinario e di quello abbreviato le puoi impugnare, presentando Appello al
Tribunale competente, o ricorso alla Corte di Cassazione; per la pena
patteggiata è possibile unicamente il ricorso alla Corte di Cassazione. I
termini per presentare l’impugnazione possono essere di 15, 30, 45 giorni, a
seconda dei casi:
·
15 giorni, quando la motivazione della
sentenza è stata letta immediatamente alla conclusione del giudizio;
·
30 giorni, quando la motivazione della
sentenza è stata depositata entro 15 giorni dalla conclusione del giudizio;
·
45 giorni, quando la motivazione della
sentenza è stata depositata oltre il quindicesimo giorno dalla conclusione del
giudizio.
I
benefici penitenziari e le misure alternative alla detenzione
La
liberazione anticipata
Ogni sei mesi di detenzione, se hai
mantenuto “regolare condotta” e hai “partecipato all’opera di
rieducazione”, puoi avere una riduzione di 45 giorni sulla pena che ti rimane
da scontare. Puoi averla anche per i periodi trascorsi in custodia cautelare e
agli arresti domiciliari, ma devi chiederla soltanto dopo che la pena è
diventata definitiva. La richiesta, su apposito modulo, va rivolta al Tribunale
di Sorveglianza. Il beneficio può esserti revocato: se commetti nuovi reati,
dopo aver terminato la pena o mentre la stai scontando.
I
permessi premio
Sono concessi dal Magistrato di
Sorveglianza. Puoi avere, al massimo, 45 giorni di permesso all’anno e 15
giorni per ogni singolo permesso. Per ottenerli è necessario il parere
favorevole del Direttore e una relazione di sintesi dell’équipe che li
preveda. Inoltre la tua condanna deve essere definitiva e devi averne scontata
almeno un quarto, se è relativa a reati non gravi. Se, invece, sei condannato
per rapina, estorsione, omicidio, etc. puoi avere i permessi solo dopo aver
scontato metà della pena. (Ma,
comunque, non oltre i dieci anni).
Non possono essere concessi permessi
nei seguenti casi:
·
per 2 anni, a coloro che sono imputati
o condannati per un reato doloso commesso mentre scontavano la pena;
·
per tre anni, ai condannati per reati
gravi (rapina, estorsione, omicidio, etc.) che sono evasi o hanno avuto la
revoca di una misura alternativa;
·
per cinque anni, ai condannati per
reati gravi (rapina, estorsione, omicidio, etc.) che hanno commesso reati dolosi
durante il lavoro esterno, un permesso premio, una misura alternativa, o durante
un’evasione.
Il
lavoro esterno
Il Direttore del carcere può darti la
possibilità di svolgere un lavoro all’esterno. Però, se sei condannato per
un reato grave (rapina, estorsione, omicidio, etc.), puoi avere il lavoro
esterno solo dopo aver scontato un terzo della pena. (Comunque non oltre cinque
anni e dieci per i condannati all’ergastolo). Il
lavoro esterno può essere consentito anche agli imputati.
L’affidamento
ai servizi sociali
L’istanza va rivolta al Magistrato di
Sorveglianza, il quale può sospendere l’esecuzione della pena e scarcerarti,
in attesa che il Tribunale di Sorveglianza prenda la decisione definitiva.
La sospensione della pena ti può essere concessa
se il Magistrato ritiene che tu abbia buone probabilità di ottenere
l’affidamento e che non ci sia pericolo di fuga. Il Tribunale di Sorveglianza
decide entro 45 giorni, a partire da quando gli perviene la tua istanza,
trasmessa dal Magistrato.
Se l’istanza viene respinta la sospensione della
pena è revocata e devi tornare in carcere, senza avere più la possibilità di
chiederla nuovamente, nemmeno in relazione ad una diversa misura alternativa.
L’affidamento in prova al servizio sociale ti permette di scontare la pena a
casa tua o in un luogo di accoglienza, ma devi rispettare le prescrizioni che il
Tribunale di Sorveglianza deciderà. Quindi, mentre sei in sospensione di pena
(se ti è stata concessa), non avrai regole da rispettare ma come ricevi
l’Ordinanza del Tribunale adeguati a quanto prevede, altrimenti torni in
carcere.
Le prescrizioni più frequenti sono:
·
non allontanarsi dal proprio comune o
provincia, se non autorizzato dal Giudice di Sorveglianza;
·
mantenere contatti quindicinali con
l’Assistente sociale del Centro di Servizio Sociale Adulti (C.S.S.A.);
·
dedicarsi a lavoro stabile, oppure
all’attività di volontariato, o ancora ad attività scolastiche o di
formazione professionale;
·
rispettare gli orari in cui dovrai
rimanere presso la tua abitazione (di solito nelle ore notturne);
·
non frequentare pregiudicati;
·
adoperarsi a favore delle vittime del
reato.
L’affidamento lo puoi chiedere se ti rimane da
scontare una pena compresa entro i tre anni, tranne che nei seguenti casi:
·
quando sei condannato per associazione
di stampo mafioso, sequestro di persona o associazione finalizzata al traffici
di stupefacenti (in questi casi la puoi ottenere soltanto se hai collaborato con
la giustizia);
·
quando sei condannato per rapina
aggravata, estorsione aggravata, traffico di droga aggravato o omicidio (in
questi casi la puoi ottenere soltanto se i magistrati non trovano elementi che
possono far ritenere che tu sia ancora in collegamento con la criminalità
organizzata o eversiva).
Avere una “sintesi” favorevole e rientrare nel
limite di pena previsto non basta per ottenere l’affidamento: devi anche
corredare la tua richiesta con una documentazione che dia garanzie
sull’occupazione che andrai a svolgere una volta scarcerato.
·
Una richiesta di assunzione, fatta da
un datore di lavoro al di sopra di ogni sospetto (non pregiudicato).
·
Oppure l’iscrizione ad una scuola, ad
un corso professionale, ad una attività di volontariato, etc.
L’affidamento
in prova in casi particolari
(per tossicodipendenti e
alcoldipendenti)
Se la tua pena, o il residuo della pena che ti
rimane da scontare, è inferiore ai quatto anni ed hai in corso un programma di
recupero dalla tossicodipendenza, oppure se intendi sottoporti a questo
programma, puoi chiedere di essere affidato ai servizi sociali per proseguirlo,
o intraprenderlo all’esterno.
Il programma di recupero deve essere concordato con
gli operatori dell’A.S.L. e del
Ser.T.; la richiesta di ammissione all’affidamento va rivolta al Tribunale
dell’Esecuzione (il tribunale che ti ha condannato con sentenza definitiva) e
accompagnata da una certificazione, rilasciata da una struttura sanitaria
pubblica, attestante lo stato di tossicodipendenza o alcooldipendenza.
L’ammissione
alle misure alternative per condannati affetti da A.I.D.S. conclamata
o da grave deficienza immunitaria
(Art. 47quater O.P., introdotto dalla Legge n° 231/99)
Le
misure alternative alla detenzione, previste dagli articoli 47 e 47ter O.P.
(affidamento ai servizi sociali e detenzione domiciliare), possono essere
concesse a coloro che sono affetti da A.I.D.S. conclamata o da grave deficienza
immunitaria, anche oltre i limiti di pena dei 3 anni (o 4 per alcuni soggetti).
Per
accedervi, i malati devono intraprendere un programma di cura e di assistenza
presso strutture ospedaliere o altre strutture impegnate in programmi regionali
di assistenza ai casi di A.I.D.S.
L’istanza
deve essere corredata da certificato medico rilasciato dal servizio sanitario
pubblico competente, o dal servizio sanitario penitenziario.
Le
prescrizioni che riguardano la misura alternativa conterranno anche quelle
inerenti le modalità di esecuzione del programma di cura e assistenza.
La detenzione
domiciliare
Ci sono vari “casi” di detenzione domiciliare:
la puoi chiedere quando la tua pena è compresa entro i quattro anni se ti trovi
in una delle seguenti condizioni:
·
sei una donna incinta o madre di
bambini che abbiano meno di dieci anni e loro convivano con te;
·
sei padre di bambini che abbiano meno
di dieci anni e convivano con te, ma solamente se la madre è morta o sia
assolutamente impossibilitata ad assisterli;
·
sei in condizioni di salute
particolarmente gravi, tali da richiedere costanti contatti con i presidi
sanitari territoriali;
·
sei un ultra sessantenne, inabile anche
parzialmente;
·
hai meno di ventuno anni, per
comprovate ragioni di salute, di studio e di famiglia.
·
La puoi chiedere con qualsiasi pena da
scontare nei seguenti casi:
·
sei donna incinta o che ha partorito da
meno di sei mesi o da più di sei mesi ma meno di un anno (in questi due ultimi
casi solamente se non c’è modo di affidare ad altri il figlio);
·
sei affetto da H.I.V. e sia
riconosciuta l’incompatibilità tra le tue condizioni di salute e la
detenzione;
·
sei in particolari condizioni di
infermità fisica;
·
se hai già presentato domanda di
grazia.
Infine la puoi ottenere (se tua pena è compresa
entro i due anni), indipendentemente che ti trovi in particolari condizioni
fisiche o sociali, quando:
·
non ricorrono i presupposti per
concedere l’affidamento in prova al servizio sociale;
·
il Tribunale ritiene che durante il
periodo in detenzione domiciliare non commetterai altri reati;
·
non sei condannato per i reati gravi
che sono di ostacolo anche per ottenere l’affidamento in prova (quelli
compresi nel “4bis” O.P).
La richiesta, anche in questo caso, va rivolta al
Magistrato di Sorveglianza, che può decidere l’applicazione provvisoria della
misura, adottando i medesimi criteri che per la sospensione della pena in attesa
dell’affidamento. Nei primi due casi l’istanza va corredata con la
documentazione che certifica la sussistenza di una delle condizioni sopra
indicate. In ogni caso bisogna indicare anche il luogo in cui vuoi scontare la
pena: la tua casa o comunque una abitazione privata, un ospedale, una comunità,
etc.
La semilibertà
Se non ottieni l’affidamento in prova al servizio
sociale puoi presentare richiesta per essere ammesso alla semilibertà nei
seguenti casi:
·
se la pena che devi scontare è
compresa entro i tre anni;
·
se la pena è superiore ai tre anni e
ne hai già scontata almeno la metà (purché tu non sia condannato per reati
gravi (4 bis O.P.);
·
se la pena è superiore ai tre anni e
ne hai già scontato almeno i due terzi, quando sei condannato per: rapina
aggravata, estorsione aggravata, traffico di stupefacenti aggravato, o omicidio.
I requisiti “soggettivi” per accedere alla
semilibertà sono simili a quelli necessari per l’affidamento in prova al
servizio sociale:
un “programma di trattamento” che preveda
l’ammissione ad “esperienze extramurali”;
una richiesta di assunzione, oppure l’iscrizione
ad attività “istruttive, o comunque utili al reinserimento sociale”
(articolo 48 O.P.).
I
benefici penitenziari per i responsabili di reati associativi
I condannati per associazione mafiosa,
sequestro di persona, associazione per traffico di stupefacenti, possono avere i
benefici penitenziari e le misure alternative solo se collaborano con la
giustizia, oppure se hanno particolari attenuanti in sentenza. Possono invece
avere normalmente la liberazione anticipata.
Consigli
per la tutela della salute in carcere
La detenzione può comportare rischi per la tua
salute: una informazione corretta e un comportamento adeguato sono molto
importanti per difenderla.
Regole
generali per una vita sana
·
Se rimani in branda tutto il giorno, la
notte non riuscirai certamente a dormire. Cerca perciò di alzarti presto il
mattino e di fare del moto: anche in cella è possibile fare ginnastica.
·
Cura in modo particolare
l’alimentazione. Non conservare i cibi deperibili (carni, latte, etc.) da un
giorno all’altro, specialmente d’estate o quando il riscaldamento è acceso.
Sbuccia la frutta e lava la verdura, quando possibile. Se hai problemi di
masticazione o di digestione chiedi al medico una dieta appropriata.
·
Cerca di non usare il vino che vendono
in carcere, assieme agli psicofarmaci, per stordirti: lo sballo lo pagheresti,
in seguito, con gravi danni fisici e mentali, oltre a rischiare un rapporto
disciplinare con conseguente punizione.
·
L’autolesionismo (tagliarsi,
inghiottire lamette, varechina, etc.) è punito dal regolamento e ti fa perdere
lo sconto di pena per la buona condotta. I tuoi diritti li puoi rivendicare con
i mezzi previsti dalla legge, cioè delle richieste scritte rivolte alle persone
competenti.
·
Anche i tatuaggi sono considerati
autolesionismi e possono causarti una punizione, senza considerare che corri il
rischio di infettarti con gli aghi.
·
I preservativi non ci sono e i rapporti
sessuali non protetti possono trasmettere diverse malattie: AIDS, epatite B,
sifilide.
·
Non scambiare oggetti per l’igiene
personale (rasoi, spazzolini da denti, etc.), biancheria, calzature, con altri
detenuti: anche attraverso questi oggetti puoi ricevere contagi, dalla epatite,
alla scabbia, ai funghi della pelle.
·
Tieni aperta il più possibile la
finestra della cella, per garantire il ricambio dell’aria, soprattutto se in
cella ci sono fumatori.
Le ore
d’aria
Ogni giorno ti spettano due ore d’aria ma, di
norma, in tutti gli Istituti ne sono concesse quattro, due al mattino e due al
pomeriggio. In alcuni Istituti è prevista anche l’aria “estiva”: un’ora
da trascorrere all’aperto dopo le quattro del pomeriggio.
Le regole per
la pulizia
Per regolamento devi curare la pulizia della tua
persona e della cella in cui ti trovi. In genere è concesso di fare la doccia
più volte la settimana, anche tutti i giorni in alcuni Istituti, e quando si
siano fatte attività sportive.
Rapporti
con il servizio sanitario
·
All’ingresso nel carcere vieni
sottoposto a vari esami del sangue e il medico ti chiede se vuoi fare anche il
test dell’H.I.V.: un modo per difendere la tua salute è di accettare.
·
I dati sulla tua salute sono riservati
e i medici sono vincolati dal segreto professionale: se hai una qualsiasi
malattia parlane con loro senza timore.
·
Se sei tossicodipendente e lo dichiari,
otterrai l’assistenza degli operatori del Ser.T.
·
Il servizio sanitario penitenziario non
fornisce soltanto i farmaci, ma visite specialistiche, esami clinici, cure
presso i centri clinici: se ne hai bisogno chiedi finché non ottieni queste
prestazioni.
·
Per essere visitato dal medico
penitenziario devi prenotarti la sera lasciando il tuo cognome all’Agente in
servizio nella sezione.
·
Hai anche la possibilità di essere
visitato da un medico esterno, a tue spese: devi chiedere al Direttore che ne
autorizzi l’ingresso, specificando il motivo della visita.
L’importanza
dell’igiene
·
Quando ti danno la fornitura controlla
che il materasso e il cuscino siano puliti.
·
Come entri in una nuova cella, lavala
da cima a fondo, anche se sembra già pulita.
·
Se non hai soldi, chiedi alla
amministrazione i prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della
cella.
·
Tieni costantemente puliti i ripiani
dove conservi il cibo, le stoviglie, il lavandino, il water: non risparmiare
l’acqua e nemmeno i detersivi!
·
È consigliabile fare la doccia tutti i
giorni, o comunque ogni volta che è consentita. Non entrare nelle docce a piedi
nudi: rischi di prenderti funghi e verruche.