Il Papa: chi è razzista non può dirsi cristiano
Forte discorso di Woytjla al Giubileo dei migranti: "Nessuno sia escluso, servono leggi lungimiranti"
CITTA' DEL VATICANO (m.pol.) -
da "La Repubblica" del 03 giugno 2000

Un violino zigano in piazza San Pietro per esprimere la nostalgia e le speranze di tutti coloro, che nel mondo lasciano la patria in cerca di un nuovo focolare. Le sue note sono risuonate ieri mattina durante la solenne celebrazione papale in occasione del Giubileo dei migranti. Tra bandiere di tanti paesi e gonfaloni di celebri città marinare, in uno sfoggio di costumi multicolori migliaia di pellegrini e immigrati provenienti dalle nazioni più lontane dell'Africa, dell'America latina e dell'Asia, insieme ad una folta rappresentanza di zingari, hanno partecipato al rito. Razzismo e cristianesimo, ha sottolineato il Papa nell'omelia, non sono compatibili. "Per la Chiesa cattolica nessuno è estraneo, nessuno è escluso, nessuno è lontano", ha ricordato Giovanni Paolo II, citando una frase di Paolo VI. "Non mancano nel mondo - ha spiegato il pontefice - atteggiamenti di chiusura e persino di rifiuto, dovuti a ingiustificate paure e al ripiegamento sui propri interessi. Si tratta di discriminazioni non compatibili con l'appartenenza a Cristo e alla Chiesa". La comunità cristiana, ha soggiunto, è chiamata a "diffondere nel mondo il fermento della fraternità e della convivialità delle differenze". Giovanni Paolo II ha auspicato leggi "prudenti e lungimiranti" che valorizzino la mobilità internazionale, prevenendo gli eventuali effetti negativi.