Raccomandazioni
per le emittenti radiofoniche e televisive
su come ritrarre in maniera corretta
le minoranze etniche presenti nelle società europee
Queste raccomandazioni
sono state elaborate in collaborazione con componenti del comitato per
i programmi televisivi dellEuropean Broadcasting Union e con rappresentanti
di organizzazioni che fanno capo alle emittenti pubbliche del Regno Unito,
della Francia, del Belgio, della Germania, dei Paesi Bassi, della Svezia
e della Danimarca. Le raccomandazioni sono state approvate dalla seconda
conferenza del PBME tenutasi a Strasburgo dal 18 al 20 ottobre 1995.
Pubblicato da Public
Broadcasting for a Multicultural Europe, una iniziativa europea sostenuta
dalla BBC Education (UK), BBC Television - Equal Opportunities (UK), BRTN
(Belgio), NOS (Paesi Bassi), STOA (Paesi Bassi), University of LUTON (UK).
Traduzione di Elisabetta
Frezza
Indice
Appendici
Introduzione
Perché una serie
di raccomandazioni per le emittenti radiofoniche e televisive?
Queste raccomandazioni sono
state formulate per fornire a chi lavora nelle emittenti radiofoniche
e televisive alcuni spunti di riflessione che li aiutino a mettere a
fuoco unimmagine attendibile e corretta delle società multiculturali
in cui viviamo. E necessario che gli autori di programmi, i redattori
e i dirigenti considerino quale impatto avranno le loro produzioni sullo
sviluppo di società multiculturali stabili e armonicamente integrate.
I palinsesti rispecchiano con onestà e accuratezza una società articolata
e multiforme oppure trasmettono, benché incosapevolmente, limpressione
di una realtà monoculturale e monolingue? Il contenuto dei programmi
rafforza inavvertitamente il razzismo, il pregiudizio e la xenofobia?
La questione cruciale non è riservare un trattamento speciale alle minoranze
etniche ma ridefinire i canoni a cui si deve ispirare la pratica professionale
allinterno delle emittenti di servizio pubblico; primo fra tutti
il dovere di mettersi al servizio di un pubblico diversificato e di
farsene specchio nel modo più accurato e onesto possibile.
Queste raccomandazioni non
pretendono di essere esaustive e riconoscono che il contesto dapplicazione
varia anche notevolmente da paese a paese. Tuttavia, è importante sottolineare
come esse siano il distillato di codici analoghi sviluppati dalle emittenti
e dalla stampa del Belgio, dei Paesi Bassi, della Germania, del Regno
Unito e di altri paesi europei.
I media radiofonici
e televisivi verso una rappresentazione più corretta di unEuropa
multiculturale
Nella maggior parte dei paesi
europei sta emergendo una società multiculturale e multirazziale, nella
quale sarà di importanza vitale garantire a tutti i cittadini una coesistenza
pacifica, la libertà di espressione e la capacità di esercitare i diritti
civili. Uno degli ostacoli alla realizzazione di questi obiettivi è
costituito dallaffermarsi del razzismo e della xenofobia in tutto
il continente europeo, dallest allovest.
E evidente che le trasmissioni
radiofoniche e televisive non creano il razzismo e la xenofobia, ma
possono scegliere di ignorarli o di combatterli. Ricerche condotte in
molti paesi europei hanno rivelato come siano illusorie le posizioni
neutrali che gli autori di programmi credono di assumere; in realtà,
troppo spesso le loro produzioni finiscono per confermare in svariati
modi le percezioni e gli atteggiamenti dei razzisti e degli xenofobi
presenti nel pubblico.
Ciò si verifica soprattutto
attraverso un processo di marginalizzazione delle minoranze etniche
e di colore, le quali non trovano posto nelle trasmissioni radiofoniche
e televisive. Se nella programmazione quotidiana gli europei bianchi
non vedono riflessa la realtà di chi appartiene a minoranze etniche
e di colore, questo conferma in loro lopinione che si tratti di
individui marginali ed emarginabili. A peggiorare tale generale mancanza
di visibilità, spesso questi gruppi compaiono in notiziari, in programmi
di attualità e in documentari in quanto parte di un problema o in quanto
problema essi stessi. In maniera diretta attraverso i commenti, oppure
tramite luso delle immagini, o addirittura in modo più
sottile mediante la giustapposizione delle immagini, i gruppi
di minoranza vengono associati al crimine, alla droga, al terrorismo,
ai problemi sociali, alla violenza, alla crisi della società; e data
la mancanza di visibilità in altri programmi, questo finisce per sembrare
il loro unico apporto alle società europee.
Molti paesi hanno qualche
forma di trasmissione «etnica» sulle radio locali oppure sulle radio
e televisioni nazionali, benché spesso in orari scomodi. Questo servizio,
per quanto essenziale, non rappresenta certo un approccio multiculturale
alla programmazione radiofonica e televisiva, anche se spesso viene
contrabbandato come tale. Tentativi animati dalle migliori intenzioni
di realizzare programmi «esotici» sugli «sconosciuti che vivono fra
noi» e trasmissioni incentrate sui Paesi del Sud (o del cosiddetto Terzo
Mondo) possono creare una ulteriore distanza fra «loro e noi». Le emittenti
dovrebbero evitare questo genere di programmi che finiscono per incoraggiare
lesclusione di alcuni gruppi, in quanto fanno apparire stranieri
ed esotici individui che sono in realtà cittadini a tutti gli effetti
o addirittura europei di nascita. Inoltre, la mancanza di una rappresentazione
onesta e di una raffigurazione positiva da parte delle emittenti pubbliche
europee, associata allo sviluppo di trasmissioni via satellite provenienti
principalmente dallemisfero meridionale, può contribuire ad allontanare
dalle emittenti nazionali il pubblico composto dalle minoranze etniche.
Gli atti di discriminazione
e di razzismo creano esclusione e producono sentimenti di alienazione
fra i gruppi di minoranza. Ciò è aggravato dalle scarse opportunità
di istruzione, di formazione professionale e di impiego. Sebbene non
possano trasformare lineguaglianza economica, i media possono
tuttavia contribuire a creare unatmosfera in cui il razzismo e
la xenofobia vengano contrastati con successo. Rendendo la diversità
culturale parte integrante dei palinsesti radiofonici e televisivi,
la programmazione multiculturale mira ad allontanare lattenzione
del pubblico dal modello conflittuale basato sulla contrapposizione
fra «noi» e «loro». Se nel rispecchiare la realtà, televisione e radio
assumeranno una prospettiva multiculturale, ciò avrà un profondo effetto
sulle percezioni e sugli atteggiamenti del pubblico radiotelevisivo.
La programmazione
multiculturale
Sullo sfondo di un ambiente
mediatico in rapida trasformazione in cui, però, le minoranze etniche
e di colore rimangono invisibili e in un contesto europeo in cui xenofobia
e razzismo montanti rendono questi gruppi ancora più marginali ed estranei,
le emittenti pubbliche hanno un obbligo particolare di perseguire una
strategia di programmazione multiculturale.
Gli elementi principali di
tale programmazione dovrebbero essere:
Assicurare una programmazione
equilibrata e diversificata che permei tutti i tipi di programma, raffigurando
in maniera corretta le comunità etniche e di colore e garantendone la
presenza allinterno delle realtà descritte dai media radiofonici
e televisivi.
Adottare una politica di
pari opportunità che assicuri, allinterno delle emittenti, una
forza lavoro diversificata in grado di realizzare programmi basati su
una vasta gamma di prospettive e di culture; programmi che contrastino
in maniera attiva e diretta il razzismo e la xenofobia.
Includere, ove necessario,
una programmazione di nicchia rivolta a specifiche minoranze.
Promuovere la consapevolezza
di queste tematiche fra settori dellopinione pubblica nonché fra
enti e organizzazioni governative e non governative attivi in Europa
nel campo dei diritti umani, dei regolamenti delle emittenti radiofoniche
e televisive, della produzione indipendente, della formazione ecc.
Raccomandazioni
Le seguenti raccomandazioni
sono in linea con la dichiarazione di intenti del Comitato per la Programmazione
Televisiva dellEBU (vedi appendice I) formulata il 26 ottobre
1994. Esse sono anche una risposta al piano dazione contenuto
nella dichiarazione fatta a Vienna nellottobre del 1993 dai Capi
di Stato e di Governo del Consiglio dEuropa (appendice II). Le
raccomandazioni sono il frutto della stretta collaborazione fra gli
esperti dellEBU, del Consiglio dEuropa e del PBME (Public
Broadcasting for a Multicultural Europe).
Gli obiettivi di queste raccomandazioni
sono i seguenti:
Indirizzare e promuovere
il dibattito in corso nelle emittenti pubbliche (a livello nazionale
e nellEuropean Broadcasting Union) relativamente a quale ruolo
esse debbano svolgere in rapporto alle percezioni e alle aspettative
dellopinione pubblica nelle società democratiche europee.
Proporre un orientamento
per la programmazione e lindirizzo delle emittenti.
Stimolare provvedimenti che
favoriscano da un lato la creazione e lo sviluppo di una emittenza multiculturale
e dallaltro pari opportunità di impiego per le minoranze etniche.
Raccomandazioni
per tutti i tipi di trasmissione
Le emittenti radiofoniche
e televisive dovrebbero:
Fare in modo che nei programmi
non vi sia mai nulla di lesivo della parità dei diritti e della dignità
di tutti gli esseri umani, né nulla che possa incitare al razzismo,
alla xenofobia e al nazionalismo distruttivo. Considerazioni analoghe
si applicano al trattamento dei gruppi minoritari dal punto di vista
linguistico o della fede religiosa.
Evitare di descrivere le
minoranze usando una terminologia che offenda tali comunità e che possa
creare associazioni negative di «alterità».
Riconoscere quella terminologia
che cerca di sminuire, denigrare od offendere gli individui sulla base
della loro appartenenza etnica, razziale o religiosa. Questi termini
non devono trovare spazio alla televisione o alla radio. A quei collaboratori
che ricorrono a tale terminologia nelle trasmissioni in diretta si dovrebbe
chiarire che lente non approva le loro opinioni né il loro linguaggio.
Ove necessario, dovrebbero esservi dichiarazioni pubbliche in tal senso.
Sviluppare modi creativi
per sfidare il razzismo e la xenofobia.
Evitare di rafforzare gli
stereotipi sulle minoranze ponendo indebitamente in risalto la razza
o lappartenenza etnica. Lorigine etnica o il colore della
pelle dovrebbero essere menzionati solo quando siano strettamente rilevanti.
Evitare associazioni infondate
o avventate fra minoranze e problemi sociali.
Adoperarsi affinché gli appartenenti
alle minoranze siano resi più visibili. A tale scopo occorre assicurare
loro spazi adeguati nellintera gamma di produzioni radiotelevisive.
Fare attenzione a non presentare
una realtà immaginaria che possa alimentare e perpetuare il pregiudizio.
Per quanto riguarda esperti,
commentatori, partecipanti a giochi e quiz, attingere alla più ampia
varietà possibile di retroterra culturali. E importante che le
minoranze vengano mostrate in una varietà di ruoli allinterno
della società, in modo da scardinare concezioni fisse e stereotipate
dei loro ruoli.
Controbattere alle affermazioni
razziste e xenofobe quando si intervistano rappresentanti di organizzazioni
razziste o quando si realizzano servizi sui loro raduni e se ne riferiscono
tesi e rivendicazioni. Bisognerebbe anche controllare laccuratezza
di questi servizi, cercando di inserire commenti che confutino o contrastino
le tesi razziste. Infine si dovrebbe sempre denunciare la natura antisociale
di tali convinzioni.
Fare attenzione a che le
informazioni statistiche non creino un allarme infondato attraverso
lesagerazione sensazionalistica dei dati.
Evitare di presentare i gruppi
residenti o naturalizzati quali fenomeni esotici per il pubblico televisivo.
Tutti i residenti e i cittadini naturalizzati devono essere trattati
come tali e non identificati come estranei sulla base di differenze
linguistiche, etniche, religiose o culturali. Particolare attenzione
deve essere prestata ai programmi sui paesi del Sud e ai filmati su
specifici gruppi, sulla loro cultura e sulla loro religione.
Ritrarre le minoranze in
modo da dare unimmagine accurata della diversità al loro interno.
Fornire al pubblico gli strumenti
per interpretare le teorie razziste e xenofobe.
Evitare di dare per scontati
aspetti del retroterra culturale di una persona sulla base del suo nome
o della sua religione.
Raccomandazioni
per particolari generi di programma
Notiziari e trasmissioni
di attualità
In questo tipo di programmazione
le emittenti radiofoniche e televisive hanno il dovere, in quanto servizio
pubblico, di trasmettere al pubblico informazioni accurate sulle cause
delle crisi sociali, economiche e politiche. A tal fine, nella redazione
e nella presentazione delle notizie si dovrebbe cercare di:
Evitare di sensazionalizzare
le questioni relative ai rapporti fra le razze.
Indagare quale trattamento
venga riservato ai neri, agli immigrati, ai rifugiati, agli zingari
e ad altri gruppi minoritari, etnici o linguistici; mettere in grado
gli autori dei programmi di realizzare servizi sullesistenza e
sui problemi di tali comunità attraverso le opinioni dei loro rappresentanti.
Esplorare i diversi punti
di vista, i diversi gusti e interessi allinterno di queste comunità.
Quando si realizzano notiziari
e documentari, includere «esperti» e commentatori provenienti da unampia
gamma di retroterra culturali.
Fare attenzione alle informazioni
sbagliate, intenzionali o non intenzionali che siano, le quali espongono
il pubblico a miti negativi e a distorsioni della realtà promuovendo
opinioni razziste e xenofobe.
Evitare di porre in rilievo
punti di vista che sfruttino le ansie e le paure della gente, o che
facciano leva sulle suscettibilità degli spettatori.
Evitare di ritrarre i razzisti
e gli xenofobi in un modo che renda affascinanti questi gruppi.
Sport ed avvenimenti
sportivi
Quei programmi sportivi che
si occupano in particolare di competizioni fra le nazioni possono indulgere
alla stereotipizzazione nazionalistica delle squadre ospiti. Occorre
che i cronisti adottino consapevolmente un atteggiamento non xenofobo
quando descrivono le azioni delle squadre ospiti e dei loro tifosi sia
sul campo sia fuori dal campo.
Ci si deve sforzare di pronunciare
correttamente i nomi non familiari dei giocatori di altre nazioni.
Sempre più spesso rappresentanti
delle minoranze etniche svolgono un ruolo importante nello sport europeo,
in particolare nellatletica e nel calcio. Occorre riconoscerne
le capacità e non limitarsi a rimarcarne la differenza.
I commentatori e i cronisti
devono guardarsi dagli stereotipi etnici quando descrivono avvenimenti
sportivi che coinvolgono giocatori appartenenti a minoranze etniche
e di colore.
Quando chiedono analisi e
commenti sugli eventi sportivi, i conduttori dei programmi dovrebbero
rivolgersi ad atleti di entrambi i sessi, provenienti da una varietà
di retroterra culturali.
Quando ci sono reazioni razziste
e xenofobe nei confronti di atleti appartenenti a minoranze etniche,
i commentatori dovrebbero soffermarsi sullepisodio e fare osservazioni
sul suo impatto antisociale.
Si dovrebbero realizzare
servizi sugli sport praticati dalle minoranze.
Spettacoli e Intrattenimento
I programmi di intrattenimento
sono quelli che attraggono il maggior numero di spettatori e quindi
possono influenzare fortemente le percezioni popolari. In questa area
le emittenti radiotelevisive e gli autori di programmi dovrebbero:
Impegnarsi per accrescere,
nei talk-show, negli sceneggiati, nei programmi di intrattenimento e
nei giochi a quiz, la presenza di attori partecipanti e intrattenitori
etnicamente e culturalmente diversificati.
Nei film e negli sceneggiati
televisivi cercare di mostrare una società poliedrica anziché una monoculturale.
In particolare, occorre evitare le caratterizzazioni stereotipizzate
di neri e immigrati.
Evitare lumorismo che
attinga a stereotipi, o che derivi da pregiudizi razziali e da xenofobia.
Cercare di adottare nuove
idee e un trattamento innovativo dei programmi avvalendosi della collaborazione
di autori provenienti da diversi retroterra culturali. Questo contribuirà
a creare situazioni comiche il cui humor non scaturisca dal prendersi
gioco delle minoranze.
Fare in modo che il casting
di sceneggiati e film non releghi gli attori appartenenti a minoranze
alle parti da straniero, ma permetta loro di recitare in tutta la gamma
dei ruoli classici o moderni.
Trasmissioni educative
Chi realizza programmi educativi
ha lopportunità di affiancare alla trasmissione vera e propria
materiale daltro tipo che contribuisca a educare e a informare
bambini e adulti, aiutandoli ad acquisire atteggiamenti e comportamenti
in grado di favorire levolversi di una Europa genuinamente multiculturale.
Gli autori di programmi educativi devono assicurarsi che tutta la loro
produzione sia calata in un contesto multiculturale. In particolare
dovrebbero cercare di avviare programmi miranti a eliminare preconcetti
e pregiudizi in numerose aree curriculari.
Linsegnamento della
storia può diventare unoccasione per sottolineare le reciproche
influenze positive fra i paesi, le religioni e le idee nellambiente
storico dellEuropa.
E necessario che le
trasmissioni assicurino una visione corretta e priva di pregiudizi anche
nellambito della geografia umana. I programmi che pongono in risalto
la passività, la dipendenza, la povertà e la carestia senza esaminare
la natura della storia economica e sociale dei rapporti Nord-Sud possono
servire a confermare una visione negativa del Sud del mondo.
Per quanto riguarda le discipline
scientifiche e matematiche, si dovrebbe cercare di includere i contributi
dati al loro progresso dalla comunità mondiale. Attualmente gran parte
di questi contributi rimangono celati e non vengono riconosciuti.
In generale, nel combattere
il razzismo e la xenofobia le trasmissioni educative dovrebbero evitare
di esprimersi attraverso condanne semplicistiche e un moralismo di maniera.
Un approccio di questo tipo può servire a radicare tali concezioni anziché
a modificarle.
Non ci si dovrebbe limitare
a denunciare gli atti di razzismo e di xenofobia ma si dovrebbe tentare
di analizzare le forze che ne stanno alla base e di suggerire azioni
positive.
Tutte le trasmissioni educative
dovrebbero incoraggiare rapporti costruttivi fra le diverse comunità,
la comprensione interculturale e leguaglianza di opportunità.
Programmi religiosi
Autori e produttori di programmi
dovrebbero evitare qualunque trattamento offensivo delle opinioni e
delle convinzioni religiose di coloro che appartengono a una particolare
religione o setta religiosa. Inoltre gli autori di programmi dovrebbero:
Esplorare la varietà delle
fedi, delle convinzioni e delle pratiche religiose allinterno
della società.
Indagare quanto vi sia di
comune e di condiviso nella evoluzione delle diverse fedi religiose.
Celebrare o quanto meno dare
notizia delle principali feste religiose di altre fedi, per esempio
il Ramadan, il Diwali, lo Yom Kippur ecc.
Programmi scientifici
La pratica scientifica costituisce
una attività umana globale e, ove appropriato, i programmi dovrebbero
riflettere il contributo dato alle scienze dai paesi di tutto il mondo.
Il contributo, loriginalità
e la credibilità delle innovazioni scientifiche e tecnologiche ad opera
dei paesi del terzo mondo dovrebbero essere riconosciuti e divulgati.
Ove possibile, gli autori
dovrebbero inserire nei loro programmi esperti e scienziati provenienti
da svariati di retroterra etnici e culturali.
Musica e Arti
Nelle nostre società multiculturali,
quella musicale e artistica è una delle aree di sviluppo più vitali.
I programmi dovrebbero riflettere
lampia varietà di gusti e di espressioni culturali presenti nella
società.
Non si dovrebbero mai dare
per scontati i gusti musicali e le espressioni artistiche dei gruppi
etnici minoritari.
Ove possibile, la musica
e larte delle minoranze residenti vanno presentate quale parte
integrante della società e non come espressioni ad essa estranee.
Nella programmazione radiotelevisiva
si dovrebbero riflettere le modificazioni prodotte dai contatti interculturali,
particolarmente nellambito della cultura popolare.
Nel trasmettere, esaminare
o commentare una esibizione, gli autori dei programmi dovrebbero sforzarsi
di reperire artisti, esecutori, critici ed esperti provenienti da una
varietà di retroterra culturali.
Bisogna evitare di creare
una gerarchia di espressioni culturali.
Programmi per i bambini
e per i giovani
Le nuove generazioni sono
la chiave verso un futuro più tollerante. E perciò particolarmente
importante che i programmi per bambini e per ragazzi accrescano la comprensione
e il rispetto della diversità nelle società europee..
Inoltre, i bambini e i giovani
formano un pubblico estremamente recettivo, in particolare nei confronti
del messaggio televisivo. Nelle trasmissioni per bambini e per giovani
vi sono altrettante opportunità di disseminare immagini positive della
diversità multiculturale di quante ve ne siano nei palinsesti principali.
Questa programmazione, infatti, costituisce un microcosmo che rispecchia
i palinsesti più ampi, in quanto presenta telefilm, sceneggiati, documentari,
programmi di attualità, di intrattenimento, notiziari e così via.
Oltre a quanto si è appena
detto, chi crea programmi per ragazzi dovrebbe:
Mettere a disposizione dei
giovani spettatori gli strumenti necessari per «smontare» le informazioni
inaffidabili e distorte che puntellano il razzismo e la xenofobia.
Fornire ai giovani lopportunità
di comprendere che cosa provano le persone che devono affrontare in
prima persona il razzismo e la xenofobia.
Conclusioni
Queste misure non riusciranno
da sole a sradicare il razzismo e la xenofobia. Tuttavia, possono favorire
il clima in cui le azioni sociali e politiche costruiranno una Europa
più tollerante, più pacifica e culturalmente più differenziata. Il reclutamento
di una forza lavoro proveniente da retroterra culturali diversi aiuterà
le emittenti a mettere in atto queste raccomandazioni e contribuirà allaffermarsi
di un servizio radiotelevisivo pubblico dinamico e innovativo, orientato
sui bisogni del XXI secolo.
Appendici
1.
European Broadcasting Union Il
ruolo delle emittenti pubbliche in una Europa multirazziale, multiculturale
e multireligiosa
Noi che operiamo nelle emittenti
di servizio pubblico siamo consapevoli che uno dei ruoli più importanti
che dobbiamo giocare in una Europa multirazziale, multiculturale e multireligiosa
è la difesa della libertà di espressione, al cui interno si colloca
la libertà dei media.
Sulla base degli statuti
dellEBU si è stabilito che ciascuna organizzazione associata debba
fornire nel suo paese un servizio di carattere e di rilevanza nazionale.
Occorre porsi al servizio dellintera popolazione nazionale e offrire
una programmazione per tutti i settori della popolazione, ivi comprese
le minoranze.
E pertanto essenziale
impegnarsi a fondo affinché i palinsesti e la forza lavoro delle emittenti
riflettano accuratamente le molteplici caratteristiche culturali, razziali
e linguistiche delle nostre società.
Noi che operiamo allinterno
delle emittenti, dovremmo fare in modo che i nostri servizi difendano
i pari diritti e la pari dignità di tutti gli esseri umani, respingano
la banalizzazione della violenza e agiscano contro la xenofobia, il
razzismo e il nazionalismo distruttivo.
Di concerto con la Dichiarazione
di Vienna del 1993 dei Capi di Stato e di Governo degli Stati Membri
del Consiglio dEuropa, esprimiamo la nostra preoccupazione per
il diffondersi del razzismo e del fascismo in Europa e crediamo che
sia nostro dovere combatterli.
2. Il
Consiglio dEuropa La Dichiarazione
di Vienna
Riconoscendo il bisogno di
promuovere una convivenza pacifica e armoniosa nella Comunità Europea,
la conferenza dei Capi di Stato e di Governo del Consiglio dEuropa,
tenutasi Vienna nellottobre 1993, deliberò di perseguire una politica
volta a combattere il razzismo, la xenofobia, lantisemitismo e
lintolleranza, e di adottare a questo scopo una Dichiarazione
e un Piano dAzione.
La Dichiarazione affermò
che «la protezione delle minoranze è un elemento essenziale di stabilità
e di sicurezza democratica nel nostro continente». Essa dava istruzione
al Comitato dei Ministri di intraprendere la stesura di un protocollo
che completasse in campo culturale la Convenzione Europea per i Diritti
dellUomo e che fosse di stimolo a provvedimenti volti a garantire
i diritti dellindividuo, in particolare delle persone appartenenti
alle minoranze nazionali.
Inoltre, al Comitato dei
Ministri venne chiesto di sollecitare i professionisti dei media affinché
riferissero e commentassero gli atti di razzismo e di intolleranza in
maniera fattiva e responsabile, e affinché continuassero a sviluppare
codici etici in grado di riflettere queste esigenze.
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